"Qualcosa nell'aria" di Olivier Assayas
Officine Ubu, 17 Gennaio 2013 – Poliedrico
1971, vicino a Parigi. Gilles è un liceale preso dall’effervescenza politica del momento. Passando da relazioni amorose a rivelazioni artistiche, dall’Italia all’Inghilterra, esita tra un impegno radicale e le sue aspirazioni artistiche personali…
Dopo il maggio 1968 tanti adolescenti hanno provato a intraprendere la carriera rivoluzionaria, in modi spesso scomposti e poco apprezzati da chi il ’68 l’aveva fatto. L’ex critico dei Cahiers du cinema Oliver Assayas ci racconta la storia di un gruppo di borghesucci che ancora non hanno ben capito cosa vogliono fare nella vita, se seguire la propria vocazione o quella della rivoluzione. E lo fa con buono spirito critico e autocritico, in un film personale ma non ostico, che però si ricollega da vicino al suo precedente L’eau froide (1994).
Girando con stile attento ma non eccessivamente ricercato – scelta peraltro giustificata da un dialogo verso metà film – il regista parigino riflette con disincanto sulla propria generazione e racconta una parte di se stesso che non aveva ancora mai proiettato sul grande schermo. Assayas scandisce i dischi della sua gioventù come Truffaut scandiva i libri di cinema in Effetto notte, racconta i passi che ha mosso nelle “belle arti” e accenna al lavoro del padre, lo sceneggiatore Jacques Rémy. Non cala il fendente nei confronti di chi ha fatto il ’71, ma di certo non li inquadra attraverso una lente tinta di rosa, e forse questa diplomazia può lasciare il dubbio se li stia realmente criticando o se in fondo non li appoggi. Ma il ritratto che ne offre è a conti fatti quello di una generazione di adolescenti come tante altre, con in testa troppi modelli e troppe idee non ancora pienamente elaborate. Il dubbio, semmai, è se lui consideri questo piccolo gruppo di personaggi esemplificativo di tutto il movimento studentesco del ’71 oppure no. Certo è che, per come ce la dipinge Assayas, nella vita di chi l’ha combattuta questa “rivoluzione” ha lasciato molte cicatrici.
La stampa internazionale che segue il Festival di Venezia 2012 ha particolarmente apprezzato la recitazione dei giovani attori, ma in realtà è solo il protagonista Clément Métayer – esordiente come quasi tutti i colleghi – a offrire una prestazione di gran livello (che dovrebbe portarlo a mani basse a vincere il Premio Mastroianni). Gli altri attori cadono spesso nell’inespressività più totale, in particolare Lola Créton, proprio l’unica che aveva già alle spalle una discreta esperienza cinematografica. Ma in un Concorso con poche vette come quello di quest’anno, Après mai appare uno dei titoli più solidi e convincenti. Di certo è un film che merita l’attenzione anche del pubblico italiano.
Titolo: Qualcosa nell’aria (Après mai)
Regia: Olivier Assayas
Sceneggiatura: Olivier Assayas
Fotografia: Éric Gautier
Interpreti: Clément Métayer, Lola Créton, Félix Armand, Carole Combes, India Salvor Menuez, Hugo Conzelmann, Mathias Renou, Léa Rougeron, Martin Loizillon, André Marcon, Johnny Flynn, Dolorès Chaplin, Laurent Ramacciotti, Philippe Paimblanc
Nazionalità: Francia, 2012
Durata: 2h. 02′
Concordo in pieno