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"Bella addormentata" di Marco Bellocchio

5 settembre 2012 Recensioni 0 Commenti
Festival di Venezia 2012

01 Distribution, 6 Settembre 2012 – Potente

Italia, febbraio 2009: Eluana Englaro viene trasferita alla clinica “La Quiete” di Udine, dove le verrà interrotta l’alimentazione forzata che la tiene in uno stato vegetativo da 17 anni. Un pugno di persone fra le tante si confrontano con la sua tragica esperienza…


Michele Riondino e Alba Rohrwacher in Bella addormentataIn quell’inizio di febbraio 2009 era impossibile rimanere indifferenti alla vicenda di Eluana Englaro, non solo per la drammaticità della situazione, ma anche e soprattutto per l’assordante clima di scomposto scontro politico, religioso e anche sociale generatosi. Marco Bellocchio non prende di petto la battaglia portata avanti da Beppino Englaro per sostenere la decisione della figlia contro uno dei più grandi tabù di un paese e di una religione, ma attraverso quattro racconti di finzione punta a restituire il clima di quei giorni opprimenti. Ci riesce grazie all’ottima intuizione di combinare storie direttamente collegate alla morte della ragazza con altre che hanno invece un’assonanza solamente tematica, concedendoci così proprio quello sguardo più ampio e quella lucidità che nel febbraio 2009 sembrò venire a mancare in tutta Italia.

Isabelle Huppert in Bella addormentataLe due storie meno collegate alla tormentata scomparsa di Eluana Englaro sono contro ogni aspettativa le migliori, perché sfiorano appena quel dramma per costruirne altri comunque riusciti. La vicenda della famiglia della Divina Madre, costruita intorno ad una glaciale Isabelle Huppert, è ambientata in un presente invisibile, quello di un’analoga situazione di stasi che intrappola dei familiari qualsiasi in una casa che si fa vera e propria prigione di sofferenza. La coppia formata dall’irriducibile tossica di Maya Sansa e dal coscienzioso medico di Pier Giorgio Bellocchio (sorprendente la sua prestazione) parla della volontà di abbandonare la vita da parte di chi non è davvero condannato: nonostante il poco tempo concesso loro e un po’ di retorica, i due attori duettano magnificamente e riescono a mostrare la vera speranza.

Maya Sansa e Pier Giorgio Bellocchio in Bella addormentataLe altre due linee narrative hanno un valore più trasversale, quasi sociologico, e si dimostrano più interessanti per il contesto ricostruito che per il testo accostato. Per quel che riguarda la storia d’amore tra i due attivisti di opposte fazioni, non è la magica rapidità dello sviluppo a non convincere, ma piuttosto lo scarso approfondimento fatto sui personaggi di Michele Riondino e Alba Rohrwacher, che nonostante gli sforzi finiscono per essere una coppia fredda e male assortita. Sarebbe bastato approfondire di più la questione della famiglia di lui, decisamente più interessante. Infine, la storia che vede protagonista Toni Servillo, la più direttamente ideologica, accosta una grande lucidità nel parlare di un lutto passato con una satira feroce rivolta verso una classe politica (e anche uno schieramento solo, siamo onesti). Il problema è che talvolta questo secondo aspetto si rivela soverchiante verso il primo, merito anche di idee portatrici di un odio genuino e memorabili battute al vetriolo, dall’ambientazione nella sauna fino al personaggio di Roberto Herlitzka, indimenticabile maestro di cinismo e vera chicca del film.

Toni Servillo e Roberto Herlitzka in Bella addormentataBellocchio dirige il tutto con mano decisa e capace, senza virtuosismi o voli pindarici che qualcuno con meno pudore avrebbe facilmente buttato nel calderone. Bella addormentata è un film sorprendente, capace di stupire per la varietà di approcci intrapresi nel toccare con sensibilità e senza paura un avvenimento così doloroso e complesso. Rimane da vedere quale considerazione ne avrà la giuria di Venezia 69, e quale sarà l’impatto su quella stessa società che Bellocchio ha saputo osservare senza troppa carineria ma con un’umanità ammirevole.


La locandina di Bella addormentataTitolo: Bella addormentata
Regia: Marco Bellocchio
Sceneggiatura: Marco Bellocchio, Veronica Raimo, Stefano Rulli
Fotografia: Daniele Ciprì
Interpreti: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio, Gian Marco Tognazzi, Brenno Placido, Fabrizio Falco, Roberto Herlitzka, Gigio Morra, Federica Fracassi
Nazionalità: Italia, 2012
Durata: 1h. 55′


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