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"Black Sea" di Kevin Macdonald

22 aprile 2015 Recensioni 2 Commenti
Black Sea

Notorious Pictures, 16 Aprile 2015 – Intenso

Robinson, uno scozzese Capitano di Marina, è licenziato dalla società di recupero relitti cui ha sacrificato anche la sua vita privata. Grazie a un apparente caso fortuito, Robinson apprende che un carico d’oro aspetta dal 1941 di essere recuperato dal fondo del Mar Nero…


Una scena di Black SeaNonostante la pericolosità e l’improbabilità della missione, a Robinson si unisce una dozzina di altri uomini. Nemmeno l’innato istinto di sopravvivenza li dissuade dal salire a bordo di un sottomarino in rovina, unico mezzo a disposizione per inabissarsi nei fondali del Mar Nero, peraltro navigando di nascosto dalla Marina russa. Paradossalmente, è proprio l’istinto di sopravvivenza a spingere tutti loro: se recupereranno l’oro potranno spartirne una parte cospicua e dare una svolta alle proprie vite tanto sbandate quanto segnate dagli stenti. Tuttavia, non è solo la ragione economica, unita al senso di rivalsa sociale e alla disperazione di fondo che spinge Robinson a diventare il capo della missione: sono le profonde ferite familiari ad animarlo, e lo faranno fino all’ultimo minuto della vicenda, unico sprazzo di umanità in mezzo a un gruppo di uomini che ben presto dimenticano di essere tali.

Jude Law in una scena di Black SeaNonostante Black Sea si proponga come un thriller di ambientazione sottomarina, e ne abbia certo le caratteristiche, è fortemente connotato anche come dramma da camera, peraltro spinto all’estremo. L’ambiente non è solo chiuso, ma claustrofobico. Le azioni, dettate dalla psiche di ognuno, causano delle precise reazioni a catena con effetti sul destino del gruppo intero. La tensione e i conflitti, per quanto non siano di origine familiare, lo sono comunque a livello relazionale e non sempre motivati da ragioni economiche. Inoltre, viene mostrato come, negli abissi della Terra, ci si dimentichi della propria umanità e lasci emergere il proprio egoismo fino al grado peggiore.

Una scena di Black SeaIn generale, in una vicenda in cui dovrebbe prevalere l’azione, è invece l’analisi psicologica a prendere il sopravvento. Ciò senza che il pathos e il ritmo siano sacrificati. Neppure si rinuncia all’elemento di spettacolarizzazione: numerose sono le inquadrature esterne che seguono il sottomarino nei suoi momenti topici, amplificando le tensioni pulsanti dei fondali. I quali, proprio nella sequenza dell’oro trovato e recuperato, rimandano suggestivamente a un approdo lunare. Complici anche le tute dei due sommozzatori e i movimenti da loro compiuti in stretta somiglianza con quelli degli astronauti.

Come in Sleuth, anche stavolta Jude Law trasforma un thriller, apparentemente tutto d’azione, in un più teso dramma da camera, conferendo al personaggio di Robinson letture diverse, così come il film regala colpi di scena per ricordare che niente è mai come sembra.


La locandina di Black SeaTitolo: Black Sea (Id.)
Regia: Kevin Macdonald
Sceneggiatura: Dennis Kelly
Fotografia: Christopher Ross
Interpreti: Jude Law, Scoot McNairy, Tobias Menzies, Grigoriy Dobrygin, Ben Mendelsohn, Jodie Whittaker, David Trelfall, Kostantin Khabenskiy, Sergey Puskepalis, Michael Smiley, Sergey Veksler, Sergey Kolesnikov, Bobby Schofield
Nazionalità: Regno Unito – USA – Russia, 2014
Durata: 1h. 55′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Antonio ha detto:

    Angosciante e claustrofobico .
    Bravo Jude Law che mi ha ricordato tantissimo Phil Collins con quel “caruso” e la sua espressione da lupo di mare. Il suo personaggio interpreta una figura paterna per il più piccolo del gruppo forse per ripagare il mancato rapporto che avrebbe dovuto costruire con il figlio, questa analisi percorre tutto il film e l’angoscia del protagonista si inserisce perfettamente nel contesto claustrofobico del setting del sottomarino.
    Belle anche le scene d’azione ed il finale chiude un film originale che strizza anche un poco l’occhio ad U-Boot 96!

  2. Marco ha detto:

    Concordo con la recensione e con Antonio. Validissimo thiller con buoni picchi di suspence ed azione.
    La regia descrive molto bene il rapporto e le varie linee di pensiero dell’equipaggio e crea un bel climax claustrofobico.
    Bravi tutti gli attori, su cui spicca Law.
    Finale un pò a sorpresa. Bravo lo sceneggiatore.
    Consiglio sicuramente.

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