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BlacKkKlansman di Spike Lee

11 dicembre 2018 Recensioni 0 Commenti
BlacKkKlansman

Universal, 27 Settembre 2018 – Progressivo

Il primo poliziotto di colore nella storia di Colorado Springs porta avanti, con l’aiuto di un collega bianco, un’indagine sui membri del Ku Klux Klan. Contemporaneamente, si innamora di una ragazza che appartiene a un movimento per i diritti delle persone di colore…


Spike Lee parte da lontano: prima introduce i suprematisti bianchi con un filmato, poi ci racconta la storia del poliziotto nero che con una certa fatica riesce a essere assegnato al reparto di intelligence che gli interessa. Solo a questo punto, quando le pedine sono quasi tutte in posizione, entra in scena il Ku Klux Klan e da quel momento tutta la vicenda ruota attorno all’associazione di suprematisti bianchi il cui unico scopo è uccidere i negri, ed eventualmente anche gli ebrei. Lee riesce (con una certa difficoltà) a resistere alla tentazione di ridicolizzare i membri del Klan, rendendoli pericolosi quanto basta ma senza mai prenderli davvero sul serio, costruendo personaggi che si avvicinano molto alla macchietta e che sembrano più degli esaltati malamente organizzati che degli spietati killer. La tesi sostenuta, però, è che questo gruppuscolo di persone, per quanto poco dotato economicamente, mentalmente e logisticamente, può comunque fare danni e spezzare vie.

BlacKkKlansman, appartiene a quel ristretto numero di film di Spike Lee in cui lo stile del regista si fonde perfettamente con una sceneggiatura efficace e schierata a favore dei diritti delle persone di colore. Nonostante alcuni dialoghi appaiano leggermente fuori posto e innaturali, la sceneggiatura è talmente ben costruita e scritta che risulta facile per lo spettatore immergersi nella storia e cadere nelle trappole preparate da Lee.
Il regista newyorchese attira lo spettatore nella vicenda ambientata negli anni 70, agli albori del movimento per la parità di diritti tra i bianchi e i neri, e che sembra lì confinata, mentre nella seconda parte vengono lanciati inquietanti parallelismi con l’attualità utilizzando due degli slogan più famosi che Donald Trump ha utilizzato durante la campagna elettorale: “Make America great again” e “America first”. L’altra trappola perfettamente ordita da Lee riguarda le tematiche del film: dapprima sembra offrirci una pellicola dedicata alla tematica della parità dei diritti tra bianchi e neri, ma questo tema passa in secondo piano e lascia posto alla pericolosità del Klan. Solo sul finale, i collegamenti con l’attualità vengono pienamente a galla, rendendo forse BlacKkKlansman leggermente didascalico, ma è un difetto veniale e, in ogni caso, vista la tematica, è meglio essere ben chiari, piuttosto che lievemente criptici: i suprematisti bianchi esistono ancora e il loro carico di odio è pronto a esplodere e fare vittime in ogni momento.

Nel film di Spike Lee si sente l’urgenza di comunicare qualcosa, dalle immagini di BlacKkKlansman traspare sempre, attraverso gli attori, una rabbia repressa, una tensione pronta a esplodere e Lee, con il suo stile particolare e riconoscibile, contribuisce ad aumentare questa sensazione a ogni scena. BlacKkKlansman è un film complesso e stratificato, attuale e “impegnato” che dovrebbe far riflettere tutti sulle questioni legate ai diritti e all’integrazione. Tema scottante anche qui in Italia.


La locandinaTitolo: BlacKkKlansman (Id.)
Regia: Spike Lee
Sceneggiatura: Charlie Wachtel, David Rabinowitz, Kevin Willmott, Spike Lee
Fotografia: Chayse Irvin
Interpreti: John David Washington, Adam Driver, Topher Grace, Corey Hawkins, Laura Herrier, Ryan Eggold, Jaspar Pääkkönen, Ashlie Atkinson
Nazionalità: USA, 2018
Durata: 2h. 15′


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