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Bohemian Rhapsody di Bryan Singer

30 novembre 2018 Recensioni 3 Commenti
Bohemian Rhapsody

20th Century Fox, 29 Novembre 2018 – Superfluo

La vita, la carriera e il genio di Freddy Mercury, frontman di una delle più importanti e storiche band del pop-rock inglese, i Queen. Dall’anonimato degli anni 70 alla consacrazione avvenuta nel 1985 grazie al Live Aid, una vita all’insegna dell’eccesso ma anche del disperato bisogno di affermazione…


Atteso, desiderato e – forse – anche un po’ troppo esibito, nel girotondo dei film più attesi dell’anno. Per la gioia dei fan e il vilipendio dei detrattori, arriva in sala Bohemian Rhapsody, biopic su Freddy Mercury e – solo in parte – sui Queen. E si può tranquillamente affermare che si tratti di un film tanto bello, barocco e potente quanto, giocoforza, inutile e forzato. I fan della prima ora dei Queen troveranno pane per le loro orecchie e anche per gli occhi, soprattutto per la parte legata alla formazione del gruppo e tutta l’epoca del glam rock, ma saranno inferociti su come – quasi fosse un film per tutti – del genio e sregolatezza di Mercury si dà solo un pallidissimo assaggio.
Il problema, alla fine, è racchiuso, come per altri biopic, in un interrogativo: informare o intrattenere? O entrambi? Chiedetelo a Bryan Singer che l’ha diretto, con non poche vicissitudini, e neanche lui, probabilmente, avrebbe una risposta certa e sicura. Di ovvio c’è solo che è un’ottima e ben riuscita operazione commerciale di autocitazionismo (prodotta da Brian May e Roger Taylor) che vuole far capire a tutti i costi che il gruppo non era solo Mercury ma un ben sincopato crogiolo di caratteri.

Nel turbinio di una scrittura davvero indecente (troppe ridondanze e momenti studiati a tavolino per creare sorpresa e commozione), Bohemian Rhapsody si frammenta in un “rapsodia a compartimenti stagni”, prendendo di mira ora la musica, ora il privato e ora il pubblico. E se già la sceneggiatura non brilla per omogeneità, in più la sua struttura circolare rende il  film un prodotto che smania per arrivare a un finale a effetto, in tutti i sensi, con la bellissima messa in scena del Live Aid. Allo stesso tempo, la pellicola prova ad arrampicarsi sugli specchi nel disperato tentativo di raccontare tutto e tutti, soprattutto per i fan.

Non si può, poi, non puntare il dito contro un falso e inutile moralismo di fondo che rovina quel sapore di favola barocca e kitsch che si è tentato di mettere assieme. L’omosessualità del cantante era cosa nota, ma invece che perlustrare le curve e le chicane di una personalità strabiliante e tormentata, il film si adagia sul moralista convincimento per cui sembra una giusta conseguenza che la morte sia avvenuta perché Mercury era un diverso, prima ancora che un genio. E questo è un colpo troppo basso per lasciare indifferenti.

Se le interpretazioni sono rodate e Rami Malek si impegna parecchio in un’impresa titanica (e se la domanda è se ha superato la Cotillard per Edith Piaf la risposta è un secco no), quello che rende Bohemian Rhapsody un film godibile è solo una cosa, che è quella che poi resta davvero: la musica. Bohemian Rhapsody è un’autocelebrazione commerciale di quello che è stato il gruppo simbolo per due generazioni e che, ancora oggi, continua a essere immortale e mastodontico. Le canzoni dei Queen sono ormai iconiche, vanno celebrate e non stupitevi se, dopo la visione, vi verrà voglia di correre a comprare la loro intera discografia. La Regina è morta, viva la Regina. Un po’ meno il film.


La locandinaTitolo: Bohemian Rhapsody (Id.)
Regia: Bryan Singer
Sceneggiatura: Anthony McCarten
Fotografia: Newton Thomas Sigel
Interpreti: Rami Malek, Lucy Boynton, Gwilym Lee, Ben Hardy, Joseph Mazzello, Aidan Gillen, Allen Leech, Tom Hollander, Mike Myers, Aaron McCusker, Meneka Das, Ace Bhatti, Priya Blackburn, Dermot Murphy, Dickie Beau
Nazionalità: Regno Unito – USA, 2018
Durata: 2h. 14′


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Attualmente ci sono 3 commenti a questo articolo:

  1. Antonio ha detto:

    A me che sono un fan che trabocca amore per la band, è piaciuto abbastanza, anche se il senso di sbiadimento che ho provato per tutta la durata del film, è quello espresso dal video di Bachelorette di Björk (canzone struggente: https://youtu.be/x5nNfbTS6N4 ).

    In ogni caso è un film che nonostante ami la band e la sua musica, mi ha emozionato meno di Tina, il film sulla vita di Tina Turner, con la strepitosa, toccante e immensa interpretazione di Angela Bassett, con la quale, il pur bravo Malek, non è riuscito a competere minimamente. Ne consiglio la visione perché nonostante io non segua Tina Turner, è un film autenticamente coinvolgente.

  2. Marco ha detto:

    L’ho trovato un buon e onesto biopic.
    Nulla di così eclatante e mai troppo emozionante però ben girato ed interpretato.
    Anche lo script non l’ho trovato così orribile, anzi è molto lineare.
    Ovvio l’intento della sua produzione quindi le critiche mosse dal recensore risultanti abbastanza futili.
    Non so se sia utile a chi abbia voglia di approfondire la figura di Mercury dato che molti passaggi sono inventati e molto romanzati, però se volete farvi intrattenere canticchiando o semplicemente ascoltando canzoni simbolo penso non ci sia da pentirsene visionandolo.

    Albe che ne pensi te?

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Sono talmente interessato a questo film che potrei risponderti che non mi piace la musica dei Police.

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