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"Boxtrolls" di Graham Annable & Anthony Stacchi

2 ottobre 2014 Recensioni 1 Commento
Boxtrolls - Le scatole magiche

Universal, 2 Ottobre 2014 – Fantasioso

A Pontecacio, un piccolo paese abbarbicato su una collina, i mostruosi boxtroll hanno rapito il figlio di un inventore. Da allora, il consiglio della città, le Tube Bianche, ha dato mandato alle Tube Rosse, al servizio dell’enigmatico Archibald Arraffa, di estirpare i boxtroll dal territorio. Ma non tutto è come sembra…


Uovo in una scena di Boxtrolls - Le scatole magicheQuando il cinema crea un mondo nuovo, con personaggi inediti fa sempre piacere. Il mondo stravagante di Pontecacio non fa eccezione. Girato in stop-motion, Boxtrolls riesce a creare immediatamente empatia tra i personaggi e gli spettatori che non fanno fatica a identificarsi con le scatole, così come riesce facile immedesimarsi con la bimba, figlia del sindaco della cittadina, che non riesce a parlare con il padre perché questi è sempre assente, preso dal suo lavoro di governatore della città.

Lord Gorgon-Zole in una scena di Boxtrolls - Le scatole magichePur essendo un film divertente con un sacco di avventura, non tutto funziona: il 3D è sostanzialmente inutile e rende ancora più cupo un film già di per sé molto buio essendo quasi tutto ambientato di notte o in locali chiusi (chi sceglierà di vederlo in 2D vedrà un film più luminoso e colorato); l’ossessione per i meccanismi da parte dei troll e l’ambientazione nel mondo sotterraneo conferiscono al film un aspetto lievemente burtoniano, che forse era possibile evitare.

Winnie e Uovo in Boxtrolls - Le scatole magicheNotevole, invece, il lavoro sui personaggi: tutti cesellati ottimamente. Svetta su tutti lo straordinario Archibald Arraffa di Ben Kingsley che, oltre a essere un personaggio ottimamente scritto è anche straordinariamente interpretato dall’attore premio Oscar che riesce a essere sottilmente viscido come il personaggio richiede. Di notevole spessore anche le prove attoriali del protagonista (Isaac Hempsted Wright) e di Elle Fanning, anche se – come è naturale – sono i troll che si mangiano il film.

I troll di Boxtrolls - Le scatole magichePur non essendo di certo un capolavoro, Boxtrolls – Le scatole magiche risulta essere un film godibile da tutte le fasce di pubblico, pur con qualche difficoltà: se per i più piccoli sarà difficile capire il numero en travesti di Arraffa ai più grandi risulterà un po’ superficiale l’analisi del rapporto tra Winnie e suo padre. Ma sono piccoli difetti di fronte a un insieme divertente e spettacolare..


La locandina di Boxtrolls - Le scatole magicheTitolo: Boxtrolls – Le scatole magiche (The Boxtrolls)
Regia: Graham Annable, Anthony Stacchi
Sceneggiatura: Irena Brignull, Adam Pava
Fotografia:
Doppiatori: Andrea Di Maggio, Lucrezia Marricchi, Massimo Lopez, Stefano Benassi, Renato Cecchetto, Davide Lepore, Fabrizio Vidale, Franco Mannella, Paolo Marchese, Mino Caprio, Giorgio Lopez, Roberto Gammino
Nazionalità: USA, 2014
Durata: 1h. 37′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Anonimo ha detto:

    Io l’ho trovato noiosissimo.

    Qualche spunto interessante c’è, ma non è sfruttato quanto avrebbe potuto (i Boxtrolls abili costruttori di marchingegni) oppure rimane totalmente sullo sfondo: la fissa per il formaggio (piuttosto divertente) in pratica sembra riguardare solo le 4 tube bianche, mentre pare che gli altri abitanti di Pontecacio ne siano immuni; perchè Arraffa ha solo la tuba rossa? perchè solo lui vuole avere la tuba bianca? per il formaggio? Nelle prime apparizioni viene suggerita una punta di sadismo e morbosità malatina nella figlia del sindaco, ma tempo mezz’ora torna ad essere la bimba buona e dal cuore buono che serve all’economia del film).

    Gli stessi Boxtrolls non mi sono sembrati particolarmente divertenti.
    Magari sono vittima del morbo della Minianizzazione, ma mi pare che – a ben vedere – facciano poco o nulla per 3/4 del film.

    Ho apprezzato la presenza di cattivi davvero cattivi (Arraffa e il suo aiutante con la spingarda) e il coraggio di portare avanti uno stile grafico (volutamente) tutt’altro che gradevole, ma la trama è davvero poca cosa (la vera identità del protagonista umano si intuisce poco dopo i titoli di testa).

    Per me solo sufficiente o poco meno.

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