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Cast Away di Robert Zemeckis

10 gennaio 2001 Recensioni 21 Commenti
Cast Away

Uip, 12 Gennaio 2001 – Freddo

Chuck Noland è un dirigente della Federal Express il cui aereo precipita nel Pacifico. Chuck è l’unico che si salva, ma si ritrova su un’isola deserta. Strappato alla vita agiata cui era abituato, deve capire come procurarsi il cibo, dove trovare qualcosa da bere, come fabbricarsi un riparo. Deve imparare a sopravvivere…


Helen Hunt e Tom Hanks in Cast AwayCon Cast Away Robert Zemeckis torna a lavorare con Tom Hanks dopo l’acclamatissimo Forrest Gump e lo fa con un film particolare, con pochi virtuosismi registici e ancor meno dialoghi. Probabilmente il peggior film di Zemeckis di sempre. Non per particolari colpe del regista, quanto per gravi mancanze della sceneggiatura riguardo i personaggi secondari, anche se poi Zemeckis poteva girare il tutto in maniera più accattivante. Visivamente il film non è gran che, girato com’è con una fotografia smunta e sottolineato da musiche poco ispirate.

Tom Hanks in Cast AwayCos’è che dà a Chuck la forza di sopravvivere, di sfidare l’oceano per tornare a casa? Il ricordo della sua fidanzata, la cui fotografia osserva spesso e la cui immagine disegna dappertutto. Prima del naufragio, però, ci viene mostrato un breve stralcio della loro vita di coppia e quello che vediamo non è molto convincente. Forse sarebbe stato meglio persino un inizio melenso, giostrato esclusivamente intorno alla coppia, piuttosto che quello scelto dagli autori, che sarà anche realistico ma dal punto di vista strettamente cinematografico non funziona per nulla. Sarà anche l’amore della sua vita, ma il modo in cui il film inizia mette nello spettatore il dubbio che lui voglia tornare nel mondo civile più per consegnare un ultimo pacco che non per rivedere la propria amata, proprio perché non ci viene mai mostrato quanto lui la ami davvero.

Il regista Robert Zemeckis e Tom Hanks sul set di Cast AwayUna cosa molto bella della lunga parte ambientata sull’isola, in assoluto una delle cose migliori del film, è la mancanza di voce narrante. Non c’è bisogno di spiegarci quello che vediamo, e Tom Hanks è sufficientemente bravo da non doverci dire cosa il suo personaggio prova, ma nel cinema hollywoodiano questa è sicuramente una scelta molto coraggiosa. Il film diventa comunque praticamente un “one man show”, in cui un attore meno capace di Hanks si sarebbe sicuramente perso. Forse, nonostante la piattezza di queste due ore e mezza, un po’ di considerazione per un statuetta placcata d’oro la meriterebbe…


La locandina statunitense di Cast AwayTitolo: Cast Away (Id.)
Regia: Robert Zemeckis
Sceneggiatura: William Broyles Jr
Fotografia: Don Burgess
Interpreti: Tom Hanks, Helen Hunt, Nick Searcy, Lari White, Chris Noth, Michael Forest, Paul Sanchez, Leonid Citer, David Allen Brooks, Velena Papovic, Valentina Ananyina, Semion Suradikov, Peter von Berg, Dmitri S. Boudrine
Nazionalità: USA, 2000
Durata: 2h. 23′


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Attualmente ci sono 21 commenti a questo articolo:

  1. Guido ha detto:

    Ciao. Mi dispiace ma questa volta non sono proprio d’accordo. Questo film mi emoziona dall’inizio alla fine.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    E vabbé, non si può mica esser sempre d’accordo su tutto…

  3. Marco ha detto:

    Lo vedrò stasera. Ma la recensione di Forrest Gump non c’è mai stata?

  4. Francesco Manca ha detto:

    Domanda:

    sono l’unico ad aver trovato in questo film diverse, impressionanti analogie con il Vanziniano “Selvaggi”?

  5. Alberto Cassani ha detto:

    Potresti essere l’unico che ammette di aver visto “Selvaggi”…

  6. Francesco Manca ha detto:

    Per motivi esclusivamente anagrafici, quel film rappresentò, nel bene o nel male, un tassello della mia infanzia. Oggi, ovviamente, ne ho tutt’altro considerazione… Tuttavia, mi è sempre parso una sorta di ‘fratello maggiore’ (brutto, s’intende…) di questo “Cast Away”. Il mio era un intervento del tutto ironico, ma a pensarci bene, molti sviluppi narrativi di entrambi i film si somigliano: l’aereo che precipita, l’isola deserta, le noci di cocco, il tentativo di fuga che fallisce

  7. Marco ha detto:

    Personalmente il film mi è piaciuto nella prima parte, ovvero fino a quando Hanks non riesce ad accendere il fuoco, da li in avanti il film prede di mordente risollevandosi solo alla scena della fuga in zattera, per poi finire in un modo forse anche giusto ma che non mi è piaciuto.
    Comunque bisogna ammettere che la scena dell’incidente aereo è si lunga ma che non annoia assolutamente e crea quel senso di angoscia che dà l’impressione di essere veramente li in mezzo all’oceano.
    Molto buoni gli effetti speciali (le balene se le potevano risparmiare però!), la fotografia e gli scenari la cui buona regia di Zemeckis riesce ad esaltare anche grazie a delle riprese bellissime, come quando Hanks sale dall’alto della montagna.
    La prova di Hanks è ottima, veramente bravo a reggere il film da solo, purtroppo però come già detto nella seconda parte il film perde molto sia come script sia come regia che a fatica riesce ad arrivare alla fine.

    Ancora poi non riesco a capacitarmi di come un uomo sia riuscito a sopravvivere su di un’isola per quattro anni mangiando granchi e bevendo latte di cocco…

  8. Riccardo ha detto:

    Anche l’affondamento del titanic nel film di cameron dura un’ora e mezza e si respira tensione e angoscia.

  9. Riccardo ha detto:

    Oltre a forrest gump manca la recensione del bellissimo miglio verde. commovente e straordinario.

  10. Riccardo ha detto:

    Grazie 😀

  11. Plissken ha detto:

    Eh si, non si può essere sempre d’accordo su tutto… 🙂

    Secondo la mia personale opinione il giudizio è troppo severo: se è vero che il film non brilla negli aspetti legati allo “specifico filmico” mi sembra che non sia distaccato, si potrebbe allora dire che è stato trattato con “delicatezza” senza ricercare virtuosismi gratuiti o trovate ad effetto.

    Visionandolo non mi sono stufato, magari poteva durare un qualcosa in meno questo si, ma nel complesso l’ho trovato emozionante e per nulla piatto.

    Il pacco da consegnare poi non è che un pretesto per auto-motivarsi a non perdere la speranza, a mantenere il proprio “io”, ed assume di conseguenza ruolo fondamentale nel finale.

    Mi meraviglio che né il recensore né coloro che sono intervenuti abbiano fatto menzione alla figura, a mio avviso importantissima se non fondamentale, di “Wilson”.

  12. Alberto Cassani ha detto:

    Nella prima versione della recensione avevo scritto proprio che alla fine si prova più trasporto nei confronti di Wilson che in quelli di Tom Hanks…

  13. Plissken ha detto:

    Forse non sarebbe stato male lasciarlo…

    Wilson secondo me svolge un ruolo assai importante nel film, senza di lui non credo che Hanks ce l’avrebbe fatta… 🙂

    Comunque, mai provata tanta pena per l’addio ad un pallone.

  14. Marco ha detto:

    Albe “Flight” l’hai visionato? Che ne pensi?

  15. Alberto Cassani ha detto:

    L’ho trovato proprio brutto, al contrario della scena dell’incidente che è straordinaria.

  16. Marco ha detto:

    Concordo con te con la scena dell’incidente iniziale, veramente ben fatta, girata e montata.
    Quello che segue non lo trovato eccessivamente brutto ma nella norma in un film drammatico, un uomo cerca di redimersi ed incontra sulla sua strada personaggi che come lui caduti nell’abisso ma che cercano di risollevarsi, amici che cercheranno di aiutarlo pensando principalmente ai propri interessi e, prima il solo interesse di togliersi l’impiccio che il suo vizio gli ha procurato, chiedendo ai testimoni-conoscenti di mentire, poi la voglia di riscattarsi ed accettare le proprie responsbilità.
    Ecco tutto questo è stato gestito a volte non molto bene, con scene ripetitive, inutili e a volte improbabili e personaggi un pò troppo improponibili (bruttissimo tra l’altro quando cercano di “svegliarlo” con la cocaina per farlo apparire sobrio in tribunale, nonstante sappiano il suo problema con l’alchool ed i capi d’accusa assolutamente legittimi).
    Una sforbiciata quà e là avrebbe giovato.
    Comunque la regia riesce a non farlo pesare troppo.
    Piaciuto il finale il quale il protagonista afferma di essere libero (dal vizio) nonostante sia in prigione.
    Bravo Denzel Washington che offre una più che discreta prova. Secondari abbastanza validi.
    Ottima fotografia.

    Direi che i pregi-difetti siano gli stessi di “Cast Away”, non trovi?
    Il live -action di Zemeckis dal 2000 che ho maggiormente apprezzato è “Le Verità Nascoste”.

  17. Alberto Cassani ha detto:

    Credo che tutta la figura di John Goodman ci stia malissimo, ma in generale la love-story con Nicole non m’è proprio piaciuta, e quella da sola si porta via mezzo film… Zemeckis aveva diretto un terzetto di buoni film con “Forrest Gump”, “Contact” e “Le verità nascoste”, poi ha fatto un errore dietro l’altro (per quanto “A Christmas Carol” era tutt’altro che disprezzabile).

  18. Marco ha detto:

    Concordo con te sul terzetto (anche se “Contact” lo vidi tanto tempo fa, mi ricordo che non mi dispiacque più di tanto), al contario di te però piuttosto che “A Christmas Carol” io ci metto “Beowulf”.
    Forse sono uno dei pochi che lo ha apprezzato tanto.

  19. Alberto Cassani ha detto:

    Eh, ma io “Beowulf” non l’ho visto.

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