"Che fine ha fatto Osama Bin Laden?" di Morgan Spurlock
Emanuele Rauco, 26 Ottobre 2008: Vacuo |
Fandango, 9 Luglio 2010
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Visto che la moglie sta per partorire, Morgan deve trovare un modo per rendere sicuro il suo paese e, stando a quanto dice il Presidente, l’unico è catturare Bin Laden. Si addestra e parte alla cattura, conoscendo nel frattempo anche la realtà del Medio Oriente e dell’Asia montuosa…
Il documentario non è più quello di una volta e ce lo ha insegnato Michael Moore: sempre più vicino all’inchiesta giornalistica d’assalto che al reportage, il “genere”, che in realtà genere non è, è divenuto vero e proprio mezzo di narrazione e costruzione cinematografica, prodotto scritto e pensato, opera di condivisione di generi codificati (basti pensare ad un film straordinario come The King of Kong). Tra i quali la satira, che il succitato Moore ha preso come pietra angolare per i suoi prodotti. Tra i suoi epigoni il più fortunato è Morgan Spurlock, giunto al successo mondiale con Super Size Me, e che qui cerca di rincarare la dose, provando addirittura la caccia a Bin Laden. Ma il risultato gira continuamente su se stesso.
Scritto da Spurlock e Jeremy Chilnick e prodotto dallo stesso regista, il film parte come uno spettacolo satirico in forma di film, che quasi mette a freno gli intenti documentari per poi approdare ad un impianto più classico fatto di interviste e riflessione, che però non riesce quasi mai a mordere il reale.
Partendo dal West Virginia e girando tra Maghreb, Medio Oriente e mondo arabo, il film parte dalla paura verso gli arabi e la descrizione distorta propagandata dal governo americano per riflettere su quali sono le reali posizioni politiche e i reali modi di vivere, alternando opinioni comuni su cosa significano America ed estremismo per i “nemici” degli Stati Uniti e ricostruzioni di fatti storici per spiegare i rapporti politici ed economici tra Zio Sam e gli stati del Terzo Mondo, appoggiati o combattuti, con dittature ad hoc e armi a seconda degli interessi del momento.
Una sorta di reality film – più che documentario – in cui il curioso spunto di partenza, discutibile ma vivace, così ricco di disegni, invenzioni grafiche, brio umoristico e amenità è messo da parte per un viaggio ripetitivo e non troppo illuminante, in cui le parole e le tesi girano a vuoto, finendo in un nulla di fatto prevedibile e sporcato dal filo narrativo della gravidanza. Vero limite e problema del film di Spurlock è la costruzione, la sceneggiatura, che gioca consapevolmente tra indagine, contatto con la realtà e realizzazione spettacolare, ma che non sa tenere ritmo e gioco e che soprattutto non scava mai nei fatti, limitandosi a opinioni e dati presi per buoni per ovvietà che diventano realtà; di pari passo, anche la realizzazione perde la forza del predecessore, e si limita a una correttezza quasi seriosa, spenta, accesa qua e la da uno humour che non condividiamo.
Lo stesso Spurlock, pur non limitando il suo narcisismo (e avendo in ogni caso meno carisma di Moore), non si mette in gioco in prima persona come vorrebbe il progetto e finge strani pericoli quando – per sua ammissione – l’unica minaccia è arrivata da un gruppo di vecchi ebrei ortodossi. Spurlock forse non aveva molto da dire di nuovo sull’argomento, o forse le sue riprese si sono arenate, ma non abbiamo visto nessuno puntargli alla testa un’arma per fargli girare il film.
Titolo: Che fine ha fatto Osama Bin Laden? (Where in the World is Osama Bin Laden?)
Regia: Morgan Spurlock
Sceneggiatura: Jeremy Chilnick, Morgan Spurlock
Fotografia: Daniel Marracino
Interpreti: Morgan Spurlock, Daryl Isaacs, Alexandra Jamieson, George Bush, Dick Cheney, Donald Rumsfeld, Laken James Spurlock
Nazionalità: USA – Francia, 2008
Durata: 1h. 36′
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