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Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino

9 febbraio 2018 Recensioni 1 Commento
Chiamami col tuo nome

Warner, 25 Gennaio 2018 – Delicato

Nord Italia, estate 1983. Come ogni anno, la famiglia di un professore universitario ospita nella propria villa uno studente per lavorare alla tesi. Quest’anno tocca allo statunitense Oliver, il quale cattura gradualmente l’attenzione di Elio, il figlio diciassettenne del professore…


Il “nemo propheta in patria” Luca Guadagnino si ritaglia finalmente un suo spazio grazie a questa delicata trasposizione dell’omonimo romanzo André di Aciman, spostando l’ambientazione dalla Liguria alla Lombardia, preferendo la dimensione agreste e intima delle campagne padane a quella balneare. Nel decennio dell’erotismo esplicito e del trionfo del corpo femminile, Guadagnino ci racconta, così, una storia d’amore estiva lontanissima dai cliché dell’epoca, che si consuma in un microcosmo bucolico distante dalla civiltà, in cui tale “locus amoenus” è specchio dell’intimità dei protagonisti.

La storia si sviluppa in una forma prettamente estetica, fatta di immagini, silenzi e sguardi in cui l’esplorazione del corpo (proprio e altrui) si erge a strumento narrativo e si mescola agli spazi e alla dimensione idilliaca della cornice estiva. Guadagnino si fa strada tra Bertolucci e Ozon, ma con più semplicità e meno sofisticatezza regala al pubblico un delicato inno all’amore puro, che non manca però di passaggi didascalici e strizzate d’occhio ai cosiddetti “genitori moderni”. Il momento cruciale del film è, infatti, nelle parole del padre di Elio, una sorta di monologo anacronistico che spiazza lo spettatore e si discosta dalle tendenze dell’epoca, e non solo.

Nonostante il lato tecnico sia ineccepibile, comprensivo di interpretazioni di livello da parte di tutto il cast – in cui spiccano i protagonisti, i quali affrontano con una naturalezza e semplicità anche le scene più delicate – rimane una leggera insoddisfazione per una sorta di evanescenza di fondo. Il punto di forza del film è anche la sua debolezza, perché Chiamami col tuo nome ha il merito e la colpa di raccontare “soltanto” una storia d’amore.

L’estate di Elio e Oliver si distacca dalla dimensione cronologica comune, creando un’epoca a sé stante, lontana dal mondo e dal tempo, privandosi di qualsiasi elemento disturbante, in cui corpo, anima e natura si fondono tra loro.


La locandinaTitolo: Chiamami col tuo nome (Call Me By Your Name)
Regia: Luca Guadagnino
Sceneggiatura: James Ivory
Fotografia: Sayombhu Mukdeeprom
Interpreti: Armie Hammer, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel, Victoire Du Bois, Vanda Capriolo, Antonio Rimoldi, Elena Bucci, Marco Sgrosso, André Aciman, Peter Spears
Nazionalità: Italia – Francia – Brasile – USA, 2017
Durata: 2h. 12′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Corretto l’aggettivo “delicato” assegnatoli dal recensore.
    A volte un po’ lento ma si lascia molto ben vedere.
    Stupendo il discorso del padre alla fine.
    Molto piaciuta l’ambientazione padana dove vivo.
    Non è per tutti, ovviamente.

    Albe che ne pensi?

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