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"Come le Formiche" di Ilaria Borrelli

21 giugno 2007 Recensioni 0 Commenti
Emanuele Rauco, 21 Giugno 2007: Asfissiante
Dolce Vita Productions, 22 Giugno 2007

Sveva è una donna fatta e finita che, come spesso accade, deve mandare avanti tutto da sola: un matrimonio difficile con Nicolas, un’azienda agricola sull’orlo del fallimento, un rapporto familiare complicato con il padre Ruggero e la svampita sorella Desideria, il cui marito è sempre più distante…


In Italia, vuoi anche per colpa di un’industria che latita ed un impianto produttivo e distributivo di scarsa rilevanza, si è diffusa l’opinione che chiunque, con un po’ di dimestichezza col mondo dello spettacolo e qualche Santo in Paradiso possa fare film, possa mettersi a giocare col cinema. In attesa che qualcuno, armato di pazienza ed un senso evidente di giustizia, faccia chiarezza su questo malinteso, ci tocca sopportare il nuovo film di Ilaria Borrelli, che dopo Mariti in affitto (altro film distante anni luce dal cinema) è recidiva nel dimostrare al mondo quanto l’arte del racconto per immagini non sia faccenda di sua competenza.

Scritto dalla regista, da un suo soggetto steso con Patrizia Pellegrino e Guido Freddi, un’insopportabile, inguardabile, dilettantesca e raffazzonata commedia familiare, dalle ambizioni da saga strapaesana, che occhieggia ai modelli americani per ritmo e toni, ed invece si trova a fare i conti con l’insipienza, la noia, la mancanza di qualunque professionalità.

Ambientato in un’Umbria da cartolina, con le immagini in digitale di Paolo Ferrari che disperatamente cercano il lirismo, il film racconta la difficoltà al giorno d’oggi di tenere fede ai propri sogni ed alle proprie aspirazioni, cercando di assemblare diversi piani narrativi e di farli freneticamente sovrapporre, con un gioco d’incastri che vorrebbe richiamare Blake Edwards o numi tutelari anche minori. Quello che ci troviamo di fronte, però, è la sagra del dilettantismo, anche con qualche ambizione presuntuosa (a dare un’occhiata alla confezione ed alle musiche di Guido Freddi), che riesce a generare irritazione e disgusto crescenti col passare dei minuti, soprattutto per via di una regia che, chiaramente, non è all’altezza di nulla, né della direzione degli attori tenuta sul tono caricaturale delle filodrammatiche di paese, né di una serie di inquadrature che raggiungono apici di ridicolo grazie ad una messinscena poco più che amatoriale (per fattura visiva, fotografia, movimenti di macchina, tentativi penosi di effetti visivi), né di un’atmosfera patetica e deprimente che si nutre di situazioni indegne delle peggiori sit-com italiane: basti pensare allo squallido personaggio della miliardaria americana che vuole comprare e distruggere tutto e s’innamora del primo bifolco che la paragona alla Madonna del Ghirlandaio.

Chiaro che la Borrelli, autrice di una sceneggiatura abbastanza infamante nei confronti dello spettatore, è la principale responsabile dello scempio, avendo dato vita (si fa per dire) a personaggi così stupidi, banali e stereotipati, a situazioni che sarebbero puro grottesco se non volessero prendersi sul serio, a dialoghi di così ridondante bruttezza ed improbabilità da sorprenderci. Per non parlare della recitazione, che segna uno degli abissi della storia del cinema, non solo recente (basti sapere che la migliore è Patrizia Pellegrino), e che aumenta la pena per un attore come F. Murray Abraham – ma anche Galatea Ranzi – ormai implicato solo in pessimi film italiani. Nell’attesa che l’oblio e gli spettatori facciano il loro dovere di rimozione, chi ama il cinema si sente un po’ più triste.


Titolo: Come le Formiche – wine and kisses
Regia: Ilaria Borrelli
Sceneggiatura: Ilaria Borrelli
Fotografia: Paolo Ferrari
Interpreti: Galatea Ranzi, F. Murray Abraham, Enrico Lo Verso, Patrizia Pelligrino, Philippe Caroit, Bernadette Peters, Chiara Spadari

Nazionalità: Italia, 2007
Durata: 1h. 25′


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