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"Compliance" di Craig Zobel

25 giugno 2013 Recensioni 0 Commenti
Compliance

Inedito in Italia – Inattendibile

La direttrice di un fast-food di provincia riceve la telefonata di un poliziotto che la avverte di come una sua giovane impiegata sia accusata di furto. L’uomo le chiede di spogliare e perquisire la ragazza e tenerla sotto custodia, nuda, fino al suo arrivo. La situazione si fa via via più tesa…


Dreama Walker in ComplianceI primi fotogrammi della pellicola, prima ancora che compaia il titolo, mostrano un cartello che ci avverte a caratteri cubitali di come il film sia «ispirato a eventi realmente accaduti». Craig Zobel era evidentemente convinto che questo bastasse per farci accettare tutto ciò che ci mostra nell’ora e mezza successiva, senza pensare che invece – vista la storia che ci racconta e il fatto che l’evento reale sia decisamente oscuro – sarebbe stato molto facile tendere la corda tanto da spezzare la sospensione dell’incredulità dello spettatore. E infatti…

Ann Dowd in ComplianceLa volontà di Zobel di attenersi il più possibile a ciò che è realmente successo nell’aprile del 2004 in un McDonald’s del Kentucky lo porta a non dare logicità alla successione degli eventi a causa della necessità di ridurre in meno di 90 minuti ciò che nella realtà si e sviluppato lungo diverse ore. Ed è proprio questa mancanza di sviluppo logico che porta così facilmente lo spettatore a mettere in dubbio la genuinità degli eventi e l’intelligenza dei personaggi. Sono molti, i momenti in cui lo spettatore sembra quasi venir esortato a “uscire” dal film, a estraniarsi dal racconto per la sua totale assenza di credibilità. Questo perché Zobel non riesce a rendere palpabile la sensazione di smarrimento delle due protagoniste e quindi a giustificare la passività delle loro reazioni in una situazione ben oltre i limiti della normalità.

Una scena di ComplianceÈ un vero peccato, questa mancanza, perché se invece lo spettatore sta al gioco dall’inizio alla fine si ritrova davanti una bella esposizione delle aberrazioni cui la percezione dell’autorità può spingerci, di quanto l’animo umano può fare e sopportare per obbedire (comply, appunto) all’autorità. Niente di nuovo su questo fronte, d’altronde l’esperimento Milgram risale ormai al 1961, ma certe cose fa sempre bene ripeterle e vederle ambientate in situazioni quotidiane. E in questo caso, se manca credibilità, c’è comunque una costruzione visiva raffinata e la buona prova di Ann Dowd. In effetti Zobel sembra essere un regista capace e attento, che deve però ancora imparare a dosare correttamente gli elementi di sceneggiatura. Peccato, perché la storia reale avrebbe potuto dar vita a un film davvero sconvolgente.


La locandina statunitense di ComplianceTitolo: Compliance
Regia: Craig Zobel
Sceneggiatura: Craig Zobel
Fotografia: Adam Stone
Interpreti: Dreama Walker, Ann Dowd, Pat Healy, Bill Camp, Philip Ettinger, Ashlie Atkinson, James McCaffrey, Nikiya Mathis, Stephen Payne, Amelia Fowler, Raymond McAnally, Jeffrey Grover, Ralph Rodriguez, Desmin Borges, Matt Skibiak
Nazionalità: USA, 2012
Durata: 1h. 30′


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