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"Defiance" di Edward Zwick

19 gennaio 2009 Recensioni 0 Commenti
Tommaso Tocci, 19 Gennaio 2009: Solito
Medusa, 23 Gennaio 2009

Sfuggiti alla morte per mano dei nazisti, quattro fratelli ebrei trovano rifugio in un fitto bosco dell’entroterra bielorusso che conoscono fin dalla loro infanzia. Inizierà qui la loro disperata e impossibile impresa di resistenza, che in seguito diventa qualcosa di molto più importante…


Le sicurezze sono importanti nella vita. Edward Zwick evidentemente lo sa e ci mette un serio impegno nel fare la sua parte. Ormai consacratosi all’epica girovaga e multiculturale, Zwick stupisce per l’accortezza nel cercare storie in cui risalti un singolo elemento tematico, in grado perciò di subordinare il film stesso all’unicità concettuale. È successo con l’ultimo Blood Diamond, in cui la componente di azione/avventura si adagiava all’ombra della questione morale sulla sanguinosa provenienza dei diamanti venduti in Occidente. Succedeva con L’ultimo samurai e il suo sbilenco incrocio culturale tra America e Giappone, e a posteriori anche con il dimenticabile thriller a sfondo terroristico Attacco al potere: nel 2001, a tre anni dall’uscita, quella New York sotto attacco aveva già cambiato sapore. Quanto poteva passare prima che il buon Edward incrociasse il tema dell’Olocausto? In Defiance c’è tutto: un romanzo da adattare, una storia realmente accaduta, la figura controversa dell’ebreo combattente.

I protagonisti sono quattro fratelli di famiglia ebrea nella Bielorussia del 1941. Le truppe tedesche perlustrano i villaggi alla ricerca di ebrei da deportare. Privati della propria famiglia, i quattro si nascondono in quella foresta che così bene conoscono. Il gruppetto è destinato a crescere, fino a diventare una comunità vera e propria. Stretti tra un inverno proibitivo e la minaccia nazista, i membri della “brigata Bielski” dovranno decidere se nascondersi o combattere. I momenti descrittivi di questa attesa, pietrificata da un dilemma etico, sono ciò che nel film funziona meglio. Nelle piccole cose: l’enfasi molto tattile riservata agli oggetti (gli indumenti, le armi, il cibo), appropriata per evocare l’emergenza e la privazione, ma anche per unire la civiltà perduta e quella da ritrovare. In qualche sequenza di esplorazione di un luogo costretto, sempre verticale; e poi in alcune scene tra fratelli, con Liev Schreiber possente e rancoroso che sembra più a suo agio di Daniel Craig. I due prendono strade diverse, illustrano due percorsi (anche al più giovane Azael, lui sì vera sintesi storica), sfiorano Caino e Abele. Gli echi da Vecchio Testamento si potevano lasciare alla testa dello spettatore, ma a Zwick non interessano le piccole ambiguità; gli basta quella principale, che ci mostra con diligenza.

Il regista, si sarebbe detto in altri tempi, è bravo a mettersi al servizio della storia. Peccato che una qualità tanto encomiabile faccia pensare che il nostro si nasconda fin troppo, e che la sua esigenza di attingere alla Storia o alla cronaca, sacrosanta nello spirito, finisca per nuocere alla resa del film. Quel che di buono si trova nei dialoghi o nei personaggi è imbottigliato crudelmente in una struttura troppo attenta a non farsi mancare nulla, troppo ferma sul sentiero più ovvio. Perfino per un film di Zwick.

Un peccato, anche perché Zwick è un cineasta intelligente e capace, e ci si potrebbe aspettare di più. O forse chissà, ha ragione lui quando dichiara che il suo scopo era indurre alla riflessione, anche solo per mezz’ora. Con l’umiltà di farsi cronista della fiction, didattica quanto serve per intrattenere in modo ampio.


Titolo: Defiance – I giorni del coraggio (Defiance)
Regia: Edward Zwick
Sceneggiatura: Clayton Frohman, Edward Zwick
Fotografia: Eduardo Serra
Interpreti: Daniel Craig, Liev Schreiber, Jamie Bell, Alexa Davalos, Allan Corduner, Mark Feuerstein, Tomas Arana, Jodhi May, Kate Fahy, Iddo Goldberg, Iben Hjejle, Martin Hancock, Ravil Isyanov, Jacek Koman, George MacKay, Jonjo O’Neill
Nazionalità: USA, 2009
Durata: 2h. 17′


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