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"Diana" di Oliver Hirschbiegel

5 ottobre 2013 Recensioni 2 Commenti
Diana

Bim, 3 Ottobre 2013 – Superfluo

Negli ultimi due anni della sua vita, a Lady Diana Spencer capita un incontro fondamentale. In un ospedale londinese la Principessa incontra per caso un cardiochirurgo di origine pachistana. Inizierà un nuovo capitolo della sua vita, che porterà però in sé gli stessi schemi del passato…


Naomi WattsLa vita di Lady Diana è qui trasposta sul grande schermo per la prima volta, scegliendo di narrarne solo gli ultimi anni, dai quali si è estrapolata una vicenda importante. Di taglio biografico, il film nasce da un attento lavoro di documentazione svolto dallo sceneggiatore e dall’autore del libro su cui il film si basa, informazione che dovrebbe avallare quindi la veridicità di quanto narrato. Nonostante lo spettatore non avrà mai la certezza assoluta di questo – potrebbero piuttosto nascere in lui dei legittimi dubbi – si troverà in ogni caso di fronte a un film che coglie e mette in luce la donna anziché la Principessa. Ed è questo lo scopo primario del film stesso.

Naveen Andrews e Naomi WattsLa famiglia reale britannica è del tutto assente, se non in una fugace apparizione dei figli di Diana in quella che, in realtà, è meno di una comparsata. L’ingombrante matrimonio col Principe Carlo fa da sfondo perché ormai superato, mentre se ne prefigura il futuro quanto mediaticamente annunciato divorzio. I palazzi reali sono presenti solo in quello in cui Diana risiede, ossia Kensington Palace, seppur limitato alle poche stanze più intime e da lei più vissute. Ed è in queste stanze che il profilo più personale di Diana viene tracciato: in realtà, non si racconta nulla di davvero nuovo né riguardo agli avvenimenti della sua vita pubblica e privata né riguardo alla sua personalità. Ciò che viene fatto principalmente è l’esplorazione del suo intimo sia nei suoi momenti di solitudine sia in quelli trascorsi con Khan. Non c’è nulla di nuovo nella sua impossibilità di vivere liberamente, nel suo essere tormentata dai paparazzi, nel suo dibattersi per trovare delle vie d’uscita e nella sua lotta per vivere la propria vita secondo i desideri personali. Le uniche novità sono forse nei retroscena poco o per nulla conosciuti di questa sua relazione, che parte come una favola – ostacoli compresi – e termina nella libertà, negata dalle circostanze, di poterla vivere fino in fondo come avrebbe voluto.

Naomi WattsIn un impianto narrativo del genere, il film viene arricchito da immagini non tanto di lusso – peraltro alternate dagli interni dell’ospedale in cui Khan lavora e dalla miseria dell’Angola, che Diana visita per dare il suo contributo alla campagna antimine – quanto di impatto visivo. Visivamente si dà molta importanza ai colori, esaltandoli con l’inquadratura giusta come nel caso di quella a piombo che viene fatta mentre Diana, in abito da sera blu elettrico, sfila sulla passerella rossa in una serata di gala australiana. Allo stesso modo, nel film ricorrono delle immagini suggestive come quelle di aerei in volo fra le nuvole e campi lunghi sui paesaggi immersi nella natura britannica o africana. E ci sono anche delle veloci inquadrature sui palazzi londinesi, come a carpire degli attimi di vita delle famiglie che ne abitano i numerosi appartamenti. Oppure, come a contrapporre la cosiddetta “gente comune” alla vita insolita, ma altrettanto umana, di Diana che spesso visita uno di questi modesti appartamenti in quanto Khan ci vive

Una scenaIl film presta grande attenzione al realismo dei costumi, degli ambienti e delle atmosfere anche nella riproduzione di alcune delle famose fotografie di gossip che hanno costellato, e avvelenato, la vita di Diana. Nonostante questo e nonostante l’altrettanto rigore, unito alla bravura, con cui la Principessa è stata interpretata e resa, rimane l’impressione iniziale di un film forse superfluo e che pur essendo sentimentale non coinvolge veramente. Questo nemmeno quando si cerca di offrire delle angolazioni nuove ad alcune vicende già fin troppo proposte da tutti i mezzi di comunicazione che hanno preceduto quello cinematografico, in fondo l’unica vera novità di questa operazione.


La locandinaTitolo: Diana – La storia segreta di Lady D (Diana)
Regia: Oliver Hirschbiegel
Sceneggiatura: Stephen Jeffreys
Fotografia: Rainer Klausmann
Interpreti: Naomi Watts, Naveen Andrews, Douglas Hodge, Geraldine James, Charles Edwards, Cas Anvar, Juliet Stevenson, Daniel Pirrie, Jonathan Kerrigan, Laurence Belcher
Nazionalità: Regno Unito – Francia – Belgio – Svezia – Mozambico, 2013
Durata: 1h. 53′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Il taglio televisivo che il regista ha dato e la sceneggiatura infarcita di dialoghi banalotti e situazioni di poco spessore ne hanno fatto un biopic irrilevante e totalmente non appassionante.
    Interessante solo i primi minuti iniziali e quelli finali che mostrano lo stesso piano-sequenza con due punti di vista differenti (dietro e davanti Diana).
    Via via che il film prosegue la Watts peggiora la sua prestazione.
    Musica minimale adatta.
    Ha il pregio, però, di avermi fatto apprendere fatti sulla Principessa a me sconosciuti.

  2. Antonio ha detto:

    Visto ieri.
    Naomi Watts mi è piaciuta tanto soprattutto perché ha mostrato il lato fragile di Lady D. senza essere troppo caricaturale .
    Mi sono piaciuti molti i contrasti di colori come quello sul red carpet ….un film dignitoso e continuo a non capire perché è stato distrutto dalla critica mentre film psicotici come Donnie Darko e Crash vengono applauditi….
    Un delicato (seppure lontanissimo dall’essere capolavoro) omaggio ad una delle donne piu’ generose vissute davanti ai riflettori ..

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