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"Dieci" di Abbas Kiarostami

9 dicembre 2002 Recensioni 0 Commenti
Luciana Morelli, 9 Dicembre 2002: Minimalista
Bim, 22 Novembre 2002

«Non ho mai fatto film per attrarre il grande pubblico, quindi non mi aspetto una grande affluenza nelle sale. D’altronde me lo posso anche permettere, visto quanto ho speso per realizzarlo: qualcuno ha fatto un calcolo e pare che Dieci sia costato l’equivalente del costo di 10 fotogrammi di Guerre Stellari…»


Non è facile giudicare un film del genere, come non è facile di norma seguire i film di Kiarostami dall’inizio alla fine senza perdere la pazienza. Il suo stile lo si ama o lo si odia, non ci sono vie di mezzo. Senza musiche, inconfondibilmente essenziale e minimalista a volte è davvero spiazzante, e ancor di più lo è in questo suo ultimo film in cui ha sfiorato un limite invalicabile oltre il quale non si può più parlare di cinema e di recitazione ma soltanto di vita reale eccellentemente documentata. Ancora un lungometraggio sull’universo femminile che arriva nelle nostre sale, dopo i recenti 8 donne e un mistero e I sublimi segreti delle Ya-Ya Sisters: questo sconosciuto viene analizzato dal Maestro iraniano a prescindere, al contrario di quanto si possa immaginare, dalla nazionalità e dalla religione delle protagoniste (e ovviamente anche sua). Un modo diverso di fare cinema, un cinema, secondo Kiarostami, in cui il ruolo del regista scompare a favore della spontaneità, delle reazioni sui volti dei protagonisti e degli spettatori, senza ricami e trucchi particolari ma soltanto con la naturalezza di chi non recita per professione ma semplicemente “vive” dinanzi alla telecamera, dimenticandosi della stessa quasi immediatamente.

Il film è girato interamente per le strade di Teheran usando una telecamera digitale fissata sul cruscotto dell’automobile su cui viaggia per tutto il film la bellissima pittrice di origini borghesi Mania Akbari, donna (insolitamente) emancipata alle prese col suo secondo matrimonio e per questo accusata continuamente dal suo bambino di abbandono e menefreghismo. E’ uno spaccato di vita quotidiana di una donna che guida instancabilmente, ora per accompagnare il figlio a casa della nonna, alla lezione di nuoto o dal padre, ora per le spese in compagnia di un’amica, ora semplicemente per dare un passaggio a una vecchietta che va al tempio a pregare o a una ragazza in crisi mistica per un amore non corrisposto, ora addirittura per scortare una prostituta che le chiede un passaggio verso casa… Si confrontano in questi 10 frammenti le vite della donna con quelle dei suoi “passeggeri”, confronti dolorosi e difficili a volte, ma ispiratori di profondi insegnamenti.

Dieci, per stessa ammissione di Kiarostami, è un ibrido, un mix tra documentario e artificio, irripetibile ed inimitabile nel suo genere. Definito dai suoi molti ammiratori “uno dei rappresentanti più efficaci del moderno neorealismo”, Kiarostami è per alcuni un vero e proprio idolo e per altri un vero e proprio incapace, un noioso pseudo-innovatore che non ha né i mezzi né le capacità per poter segnare una svolta nella storia della regia cinematografica. In realtà Kiarostami è probabilmente un genio nel senso vero e proprio del termine, uno che se ne frega di essere sulla cresta dell’onda per fare notizia e fa il suo lavoro come gli piace farlo. Che vi piaccia o no Kiarostami è questo.


Titolo: Dieci (10)
Regia: Abbas Kiarostami
Sceneggiatura: Abbas Kiarostami
Fotografia: Abbas Kiarostami
Interpreti: Mania Akbari, Roya Arabshahi, Katayoun Taleidzadeh, Mandana Sharbaf, Amene Moradi, Nazamin Joneydi, Mitra Farahani, Bahman Kiarostami, Mastaneh Mohajer, Reza Yazdani, Morteza Tabatabi, Reyman Yazdanian, Christophe Rezai
Nazionalità: Iran – Francia, 2002
Durata: 1h. 31′


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