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Don't Worry di Gus Van Sant

25 settembre 2018 Recensioni 0 Commenti
Don't Worry

Adler, 29 Agosto 2018 – Catartico

Portland, anni 70. Il giovane John Callahan conduce un’esistenza sregolata, all’insegna di feste, sballo e forte dipendenza dall’alcol, fino a quando un drammatico incidente d’auto non stravolge completamente la sua vita, rendendolo paraplegico e costringendolo a fare i conti con se stesso e le proprie scelte…


Dopo la parentesi infelice di La foresta dei sogni, Don’t worry segna il ritorno alle origini per Gus Van Sant, sia dal punto di vista dell’ambientazione – la storia si svolge infatti nella sua città natale – sia da quello della trama, che racconta con realismo e ironia una storia intima e privata.

Erano vent’anni che il regista di Portland pensava di realizzare questo film, che avrebbe dovuto avere come protagonista Robin Williams, il primo ad acquisire i diritti per l’adattamento cinematografico del libro di John Callhan, famoso fumettista la cui satira politicamente scorretta suscitava reazioni contrastanti. Il titolo della pellicola deriva proprio da una vignetta di Callahan: “Don’t worry, he won’t get far on foot” (“non preoccuparti: non andrà lontano, a piedi”), che ironizza sulla disabilità di cui lo stesso artista era rimasto vittima.
Don’t worry non è, comunque, una biografia in senso stretto, perché racconta un arco temporale specifico della vita di Callahan – dal crollo alla rinascita – cui, nel libro, sono dedicati solo alcuni capitoli. Ma era quello di cui il regista voleva parlare: come un uomo schiavo dell’alcol e menomato nel fisico, sia riuscito a risalire la china e riprendere il controllo della propria esistenza, grazie al supporto di un gruppo di Alcolisti Anonimi e alla raggiunta consapevolezza di possedere un talento artistico.

Van Sant ci racconta il doloroso percorso evolutivo di Callahan attraverso l’uso di un montaggio apparentemente erratico per i continui salti temporali ma che dà, però, un ritmo originale alla narrazione; inserisce nelle immagini alcune vignette del fumettista che contribuiscono a inquadrare al meglio la complessa personalità di questo artista irriverente.

Il protagonista è interpretato da uno straordinario Joaquin Phoenix, che ancora una volta dà prova del suo notevole talento perché è davvero credibile in tutte le fasi che il suo personaggio attraversa: da ubriaco a uomo distrutto emotivamente dopo l’incidente e che cerca di liberarsi dalla sua dipendenza, a vignettista di successo. Indimenticabili le scene in cui Callahan scorrazza per le vie della città sulla sedia a rotelle a motore. Protagonista del film è anche un incredibile Jonah Hill, nel ruolo dello sponsor hippy che guida il gruppo di Alcolisti Anonimi. Accanto a loro, due comprimari d’eccezione come Jack Black e Rooney Mara.

Con una trama come quella di Don’t worry, che mescola dramma e commedia, il rischio di realizzare un film strappalacrime e di scivolare pericolosamente nel sentimentalismo era dietro l’angolo. Una trappola che Gus Van Sant, grazie alla sua consueta sensibilità registica, ha saputo evitare abilmente, lasciando che siano ironia e umorismo caustico a dominare la narrazione, riuscendo così a raccontare con schiettezza e onestà la vivace personalità di John Callahan.


La locandinaTitolo: Don’t Worry (Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot)
Regia: Gus Van Sant
Sceneggiatura: Gus Van Sant
Fotografia: Christopher Blauvelt
Interpreti: Joaquin Phoenix, Jonah Hill, Rooney Mara, Jack Black, Tony Greenhand, Beth Ditto, Mark Webber, Ronnie Adrian, Kim Gordon, Udo Kier, Carrie Brownstein, Emilio Rivera, Heather Matarazzo
Nazionalità: USA – Francia, 2018
Durata: 1h. 54′


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