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Femina ridens di Piero Schivazappa

25 agosto 2009 Recensioni 0 Commenti
Femina ridens

Distribuzione regionale, 24 Agosto 1969 – Contestatore

Un ricco magnate rapisce un’attraente giornalista segregandola nella sua isolata villa e facendone la sua schiava, sperimentando con lei una serie di curiose aberrazioni sessuali, anche violente, per surrogare così la supremazia del maschio sulla femmina…


Philippe Leroy e Dagmar Lassander in una scena di Femina ridensSecondo lungometraggio del parmense Piero Schivazappa, che veniva dall’enorme successo dello sceneggiato televisivo L’Odissea, Femina ridens parte da un soggetto molto interessante e presenta una messinscena estremamente affascinante, e anche se non riesce a portare a totale compimento le intenzioni del regista si dimostra comunque un film decisamente valido. Il design psichedelico ispirato alle illustrazioni di Claude Joubert, agli scritti di Henry Miller, alle sculture di Niki de Saint Phalle e ai dipinti di Giuseppe Capogrossi fa da giusto contorno a una storia incentrata sui ruoli dei due sessi nella società moderna, un discorso che ancora oggi è perfettamente attuale e tutt’altro che concluso.

Philippe Leroy in una scena di Femina ridensSchivazappa studia con attenzione le singole inquadrature, creandone più d’una di buon impatto, ma poi non sempre riesce a collegare efficacemente una scena con la seguente, presentando qualche ellissi di troppo nello sviluppo della trama. Agli occhi di oggi il montaggio può apparire un po’ rozzo, ma si tratta pur sempre di un film del 1969 e questo stile nel nostro cinema era la norma. Dà forse più fastidio l’insistenza da parte di Schivazappa nel ricercare simbolismi, ma è una scelta totalmente corretta in un film di questo genere e con queste pretese.

Dagmar Lassander in Femina ridensSchivazappa, Levi e Zaccariello fanno forse un ragionamento troppo avanti per i loro tempi, ma lo fanno con convinzione e attenzione, passando anche attraverso alcuni monologhi davvero belli e sottolineando il tutto con le belle musiche di Stelvio Cipriani. È un peccato, però, che dopo poco meno di un’ora il film cambi totalmente tono e, apparentemente, punto di vista. In realtà ciò che Schivazzappa vuol realmente fare in questa seconda parte è fin troppo ovvio fin dall’inizio, anche se il finale dovrebbe arrivare come una sorpresa. Ma nonostante questo, è un film che colpisce e fa pensare. Ancora oggi.


La locandina di Femina ridensTitolo: Femina ridens
Regia: Piero Schivazappa
Sceneggiatura: Paolo Levi, Piero Schivazappa, Giuseppe Zaccariello
Fotografia: Carlo Achilli, Sante Achilli
Interpreti: Philippe Leroy, Dagmar Lassander, Lorenza Guerrieri, Varo Soleri, Maria Cumani Quasimodo, Mirella Pamphili
Nazionalità: Italia, 1969
Durata: 1h. 48′


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