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Final Portrait - L'arte di essere amici di Stanley Tucci

13 febbraio 2018 Recensioni 0 Commenti
Final Portrait

Bim, 8 Febbraio 2018 – Curioso

Parigi 1964. James Lord, scrittore statunitense appassionato d’arte, accetta di posare per un ritratto dipinto dal grande artista Alberto Giacometti. Il processo creativo diventa però più lungo del previsto: 18 giorni di tormenti, fallimenti, bizzarrie e amicizia…


Stanley Tucci ci prende gusto, e per la quinta volta torna dietro la macchina da presa, descrivendoci il profilo di un’artista. Ma di Alberto Giacometti non ne fa una biografia, in Final Portrait. «Non sono un grande appassionato di biopic. Non ho mai capito come si possa comprimere la vita di qualcuno in un’ora e mezza o due. Alla fine ne viene fuori un susseguirsi di eventi, mentre questo è un film incentrato sui personaggi».

La sceneggiatura di Final Portrait – L’arte di essere amici è tratta da un romanzo autobiografico di James Lord, Un ritratto di Giacometti, al quale Tucci affianca la storia di un’amicizia tra due uomini profondamente diversi, eppure uniti da un atto creativo in costante evoluzione. Lord fa un’analisi acuta e illuminante di quelli che sono i dilemmi dell’artista nel processo creativo, e il film approfondisce il tema, raccontandone le difficoltà e chiedendosi se il talento di un grande artista sia un dono o una maledizione; aggiungendo tratti esaltanti, a volte esasperanti, altri sconcertanti. Sono divertentissimi i momenti in cui Giacometti (Geoffrey Rush) si arrabbia con la tela e manda tutto in malora, prolungando il lavoro del ritratto da un giorno a 18 lunghe e tormentate sedute, condizionando completamente la quotidianità di un James Lord (Armie Hammer) ormai in trappola.

La macchina da presa è in continuo movimento, anche quando è ferma la sentiamo respirare. Danny Cohen, il direttore della fotografia, la tiene a mano con riprese molto veloci, quasi d’assalto. L’effetto è quello “mosca-sul-muro”, come nei docu-reality, dove la macchina da presa sembra scomparire. Risalta il feeling tra i due personaggi che per tutta la durata sono sempre seduti immobili l’uno davanti l’altro e rende dinamico uno spazio che è sempre lo stesso per tutto il film, ossia lo studio dell’artista. Questo ambiente diviene protagonista, lo scenografo cerca di riprodurlo in maniera estremamente fedele all’originale, la fotografia lo illumina in maniera tale da rendere flessibili le riprese in qualsiasi ora della giornata, lo studio di Giacometti è vivo come i personaggi che lo occupano nella speranza che «il pubblico riesca a sentire battere il suo cuore».


La locandina di Final PortraitTitolo: Final Portrait – L’arte di essere amici (The Final Portrait)
Regia: Stanley Tucci
Sceneggiatura: Stanley Tucci
Fotografia: Danny Cohen
Interpreti: Geoffrey Rush, Armie Hammer, Tony Shalhoub, Sylvie Testud, Clémence Poésy, James Faulkner
Nazionalità: Regno Unito, 2017
Durata: 1h. 30′


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