Hollywood Party di Blake Edwards
DEAR, 1969 – Semplice
Hrundi Bakshi è una comparsa che fa esplodere, per sbaglio, l’intero set del film in cui sta lavorando. Cacciato dalla produzione e radiato da Hollywood, viene invitato per errore a una festa molto esclusiva a casa di un produttore. Naturalmente, Hrundi farà non pochi danni…
Quando si pensa all’accoppiata Blake Edwards e Peter Sellers viene subito in mente la serie della Pantera Rosa. I due collaborarono, però, anche in questo Hollywood Party, che probabilmente – se si esclude Uno sparo nel buio – è anche il film più divertente della coppia. Si narra che la sceneggiatura scritta da Edwards fosse di poche pagine e molto sia stato lasciato all’improvvisazione, cosa non difficile da credere vista la presenza di un mattatore come Peter Sellers. Va da sé che in molti casi Edwards si sia “limitato” a piazzare la macchina da presa lasciando all’attore britannico la possibilità di dare libero sfogo alla sua vis comica.
In realtà la genialità di Edwards sta proprio nel rendere “invisibile” la sua regia: il regista statunitense, infatti, conosceva bene le capacità di Sellers e gli costruì il set attorno. Basta guardare la straordinaria scena del bagno: il volto di Sellers mentre la carta igienica si srotola inesorabilmente è impagabile, ma la genialità del regista sta proprio nel non muovere la macchina da presa e lasciare che la scena si svolga in tempo reale sotto i nostri occhi. La stessa cosa si può dire di molte altre scene in cui Edwards sembra si limiti a osservare, mentre è esattamente l’opposto: l’occhio del regista è sempre esattamente dove dovrebbe essere e il set è organizzato in modo perfetto, anche se il tutto sembra casuale.
Il risultato è un film divertentissimo, dove ogni scena è costruita in modo perfetto. Blake Edwards si dimostra ancora una volta maestro nella scelta dei tempi comici (la scena iniziale, in questo senso, è un autentico capolavoro) e pur lasciando ampie libertà a Sellers, è Edwards che gestisce sapientemente la costruzione della scena e monta i vari episodi in un crescendo che lascia lo spettatore senza fiato (per le risate!), oltretutto rispettando l’unità di tempo e di luogo.
Senza i sottotesti che saranno tipici delle produzioni più mature di Edwards (Victor Victoria è ancora lontano), Hollywood Party è “solo” un film comico leggero, senza pretese. Ma la maestria di Edwards (e Sellers) fu proprio quella di rendere un film comico un gioiello di perfezione.
Titolo: Hollywood Party (The Party)
Regia: Blake Edwards
Sceneggiatura: Blake Edwards, Tom Waldman, Frank Waldman
Fotografia: Lucien Ballard
Interpreti: Peter Sellers, Claudine Longet, Natalia Borisova, Jean Carson, Marge Champion, Corinne Cole, Al Checco, Dick Crockett, Frances Davis, Danielle De Metz, Stanley Herb Ellis, Steve Franken, Kathe Green, Allen Jung, Sharron Kimberly, J. Edward McKinley, Graham Stark
Nazionalità: USA, 1968
Durata: 1h. 38′
Un classico, da vedere e rivedere. Preferisco di gran lunga l’irresistibile comicità che sprigiona il personaggio interpretato da Sellers in questa pellicola piuttosto che le gag a cui l’attore si lascia andare nei panni dell’ispettore Clouseau. D’altronde, il tipo di comicità è molto differente: le gag di Clouseau sono abbastanza buffonesche, ovvero prodotte da un personaggio profondamente e irrimediabilmente stupido, ai limiti dell’idiozia, mentre il protagonista di questa pellicola trasuda una smisurata semplicità ed ingenuità che lo inducono a combinare una serie impressionante (ed esilarante) di disastri.
E’ e rimane uno dei miei film preferiti, nonché una pellicola che, per quanto mi riguarda, non invecchierà mai.