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Il club di Jane Austen di Robin Swicord

24 gennaio 2008 Recensioni 20 Commenti
Il club di Jane Austen

Sony, 18 Gennaio 2008 – Superfluo

Quattro donne, nonostante appartengano a generazioni diverse, sono amiche da molti anni. A loro si aggiungerà Prudie, una nuova conoscenza, per condividere una grande passione comune: la scrittrice Jane Austen e i suoi romanzi, passione che farà loro fondare una sorta di Club letterario…


Emily Blunt e Marc Blucas in Il club di Jane AustenIl Club di Jane Austen è certamente un film che si rivolge all’universo femminile, perché proprio questo ne è il fulcro, tematica alla quale viene aggiunto un omaggio alla scrittrice Jane Austen citando i romanzi da lei scritti che, nonostante appartengano ai secoli scorsi, possono essere amati anche da donne contemporanee. Questo è esattamente ciò che accade all’interno di un gruppo di cinque amiche, decise a fondare un domestico Club letterario per discutere e confrontarsi criticamente circa i romanzi scritti dalla Austen, mentre le loro singole esistenze sono scandite da esperienze sentimentali diverse fra loro.

Miguel Najera e Kathy Baker in Il club di Jane AustenL’universo femminile è ciò che collega le cinque donne a Jane Austen, ragion per cui la sua presenza può avere un senso all’interno del film. Certamente c’è anche l’intenzione di parlare dei romanzi della scrittrice e dei personaggi che ha creato, in particolare quelli femminili dai quali le cinque amiche prendono spunto in vario modo. Tuttavia, se l’intento di base era quello di rendere omaggio a Jane Austen, purtroppo è stato scelto il modo sbagliato: nel tentativo di offrire una panoramica di tutte le sue opere, si è scelto di intrecciarle alle vicende delle cinque protagoniste del film, percorrendo in questo modo una strada più volte sfruttata e che purtroppo non ha da raccontare nulla di nuovo.

Maria Bello e Hugh Dancy in Il club di Jane AustenI personaggi e le situazioni che si trovano a vivere soffrono di una tale stereotipizzazione da diventare ben presto monotoni: la giovane sposa in crisi col marito per incompatibilità caratteriale e perché attratta da un altro; la moglie tradita e lasciata dal consorte dopo un matrimonio ventennale; la donna matura che ha collezionato matrimoni; la donna che sceglie di restare sola per evitare di soffrire e, forse unico personaggio non ancora inflazionato, la giovane omosessuale che non sceglie di restare sola ma che si procura, appunto, delle sofferenze. Si tratta di personaggi e situazioni, dagli sviluppi ed esiti peraltro facilmente prevedibili, che nulla di nuovo hanno da apportare come contributo alla narrazione cinematografica, che già molte volte vi ha fatto ricorso. Inoltre, se si intendeva parlare con passione delle opere di Jane Austen, allora sarebbe stato meglio concentrarsi su di un solo romanzo e trasporlo sul grande schermo, operazione che certamente non avrebbe permesso di offrire una panoramica di tutte le opere della scrittrice ma che sarebbe risultata probabilmente un approfondimento critico migliore.

Amy Brenneman e Jimmy Smits in Il club di Jane AustenLe quattro figure maschili presenti in Il club di Jane Austen sono allo stesso modo scontate: il giovane marito paziente fino all’inverosimile; il ragazzino innamorato della sua professoressa; il marito fedifrago e in crisi di mezza età; il giovanotto che, pur di conquistare la donna dei suoi sogni, è disposto ad entrare nel Club letterario da lei frequentato e a partecipare attivamente alle discussioni che vi hanno luogo. Purtroppo, l’assenza di dialoghi brillanti – anche se non sono propriamente insulsi – e gli incontri eccessivamente fortuiti – che oltre tutto non sono utili a innescare un certo ritmo nella narrazione – non sono difetti che vengono riscattati dagli interpreti i quali, al di là della mancanza di spessore dei personaggi, sono tutti correttamente nella parte. Tuttavia è facile pensare che qualcuno, dopo la visione di questo film, sia indotto a rileggere le opere di Jane Austen o, meglio ancora, a scoprire quelle non ancora lette, e in questo si può trovare l’unica utilità di un film superfluo nell’offrire vicende e personaggi che, se non affrontati con una certa brillantezza, risultano inevitabilmente standardizzati.


La locandina di Il club di Jane AustenTitolo: Il club di Jane Austen (The Jane Austen Book Club)
Regia: Robin Swicord
Sceneggiatura: Robin Swicord
Fotografia: John Toon
Interpreti: Maria Bello, Emily Blunt, Kathy Baker, Amy Brenneman, Maggie Grace, Jimmy Smits, Ed Brigadier, Kevin Zegers, Marc Blucas, Catherine Schreiber, Ned Hosford, Hugh Dancy, Messy Stench, Chris Burket, Lynn Redgrave
Nazionalità: USA, 2007
Durata: 1h. 46′


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Attualmente ci sono 20 commenti a questo articolo:

  1. A.Brenna ha detto:

    Buon giorno a tutti.
    Purtroppo non ho avuto il piacere di vedere questo film…. Sinceramente come la Signora o Signorina Tiziana ha presentato codesto mi è sembrato molto povero grammaticalmente, non lo trovo scorrevole… Mi chiedo come si possa dare lavori così importanti e difficoltosi a persone che non hanno la minima idea di come si scriva!!
    IO POSSO permettermi di giudicare perchè sono un professore di GRECO E DI LATINO!!! Secondo il mio parere Tiziana non ha le basi di queste nozioni importantissime per scrivere adeguatamente in italiano…..
    è una grandissima presunzione pensare di svolgere questo lavoro senza avere una lieve idea di come si scrive in italiano, almeno scorrevole!!!!
    LE CONSIGLIO VIVAMENTE DI CAMBIARE LAVORO!! Carpe diem! (sempre che lei sappia cosa voglia dire… senza andare a vedere su Google, ovviamente!!)

    Ferali Saluti, Aurelio.

  2. Tiziana Cappellini ha detto:

    Sì, sì, certo.

    Che noia questi commenti inutili…

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Scritto benissimo, tra l’altro…

  4. A.Brenna ha detto:

    Salve a tutti!
    Non sono commenti inutili! Mi spiace comunicarle che secondo il mio parere Lei non sa svolgere il suo lavoro in modo decente! Bisogna lasciare posto alle persone competenti e dotte, caratteristiche che Lei non presenta.
    Probabilmente dovrebbe svolgere un lavoro più indicato alle sue capacità. Sono più bravi a scrivere i miei alunni di quarta e quinta ginnasio…

    A chi si riferisce Signor Alberto?

    Buona serata a tutti!
    PS Tiziana, prima di continuare a svolgere questo lavoro dovrebbe imparare a fare qualche versione di Latino e di Greco, per migliorare il suo orrendo e povero lessico… Lascia molto a desiderare….

  5. A.Brenna ha detto:

    HOMO, HOMINI LUPUS
    Si faccia spiegare da una persona che ha fatto o frequenta il Liceo CLASSICO cosa vuol dire…. Non vada su internet…

  6. Tiziana Cappellini ha detto:

    Sì, non ho fatto il liceo ma all’università ho imparato, fra gli altri, da Gianfranco De Bosio (che ha diretto Pavarotti) e Paolo Bosisio.

    Ho cercato in Google il curriculum di Bosisio, per darle un’idea: http://www.paolobosisio.it.
    Come vede, è molto competente.

  7. Alberto Cassani ha detto:

    Ah, quindi solo chi ha fatto il liceo classico sa scrivere. Quelli che han fatto l’istituto tecnico e poi un’università particolare – chessò, studiando cinema per diec’anni… – non è in grado di scrivere critiche cinematografiche. Va bene… Lasciamo perdere, che è meglio.

  8. A.brenna ha detto:

    Ma ci vogliono le basi dalle superiori….
    Anche perchè il suo professore è colto, lei rimane ignorante!!! Se cerca un lavoro non può presentarsi e dire:”Guardate che io ho studiato da un professore che ha diretto Pavarotti!”. Ha fatto un’osservazione stupida, cara Tiziana……. Risponda in modo intelligente, grazie!

  9. Giulia ha detto:

    onestamente Signor Brenna trovo il suo modo di scrivere alquanto acerbo e farraginoso.. non se la prenda:
    qui se ipse laudat, cito derisorem invenit.

  10. Edoardo ha detto:

    Carissimo A.brenna, io ho quindici anni e scrivo racconti da diverso tempo, cercando di migliorarmi di volta in volta, ma mi sono sempre ritenuto scarso.
    Dopo aver letto i suoi commenti ed aver constatato la sua totale incompetenza, nonostante lei sia un (sedicente?) professore di latino e greco, ho deciso di rivalutarmi. Distinti saluti.

  11. Sebastiano ha detto:

    Non date da mangiare ai troll.

  12. Tiziana Cappellini ha detto:

    Veramente non ho fatto un paragone tra la mia competenza e quella dei miei professori, ma tra la sua e la loro.
    In tutta la sua bravura, resta sempre e solo un professore di paese, senza mai fare carriera da nessun’altra parte.

    Per il resto, mi pare che il suo stile non accolga grandi consensi. La sostanza puoi si commenta da sola.

    Qualsiasi altra cosa vorrà ancora scrivere solo per disturbarmi, non le risponderò altro per non alimentare i suoi problemi che evidentemente ha.

    Passi una buona estate, si rilassi soprattutto.

  13. A.Brenna ha detto:

    PLEBEI…………. bah…….
    Comunque, cara Tiziana, nello scrivere non avete neanche un bricciolo della bravura di vostra nipote! Nonostante essa sia antipatica e rompi palle….
    Saluti

  14. Alberto Cassani ha detto:

    Bòn, e anche il brillante ed educato signor Brenna – se mai dovesse tornare su queste pagine – è finito in moderazione. Ci sforzeremo di fare a meno dei suoi sagaci e illuminanti commenti.

  15. La Rompi Palle ha detto:

    Prof.!!!!!!!! Quanto mi “MANCAVANO” i SUOI adorabili commenti!!!
    Dopo aver letto le sue perle di saggezza mi domando: PERCHè MI HA BOCCIATA SE SONO COSì BRAVA??
    Attendo impazientemente una sua risposta!!!

    PS: Ho visto i voti che ha dato ai miei compagni… mi domando con che criterio siano stati assegnati…

    LE AUGURO UNA FERALE SERATA, A LEI E A SUO FIGLIO! BACI! 🙂

  16. Alberto Cassani ha detto:

    Dai, su: basta. Finiamola qui o cancello tutto e blocco i commenti.

  17. Plissken ha detto:

    A me non sembra poi scritta così male questa recensione, anzi… A dire il vero non posso che avvalorarla, visto che dopo un quarto d’ora ho interrotto la visione.

    Strano poi che un Esimio Prof. di Latino e Greco non sappia discernere tra l’uso dell’accento acuto e grave e che enunci citazioni oramai obsolete anche sulle cartine dei Baci Perugina. E poi ci si lamenta che i giovini d’oggi sono ignoranti (con le dovute eccezioni): “per forzus”, ha ha ha…

  18. Qualcuno mi ha fatto uno scherzo... ha detto:

    Salve.
    Sono la vera vittima del troll che si è firmato Brenna nei messaggi precedenti.
    E sono davvero un insegnante di latino e greco, che qualcuno ha voluto mettere alla berlina.
    Chi si è spacciato per me ha insolentito pesantemente la redattrice della recensione e poi ha continuato, vedo, a replicare cercando di farmi il verso, collezionando censure da tutti gli intervenuti; censure che, evidentemente, voleva far ricadere su di me.
    Addirittura ai suoi messaggi ha replicato una vera mia alunna, che si è fatta imbrogliare dal nome e non ha letto con attenzione la massa di scempiaggini scritte dal mio doppione. O forse è più facile credere che sia lei stessa il troll.
    Chiedo scusa a tutti gli utenti per l’accaduto, al quale ho fornito (senza responsabilità) soltanto il mio nome e professione, mentre rassicuro sul fatto che la scuola italiana non è ancora caduta così in basso come quel burlone voleva far credere.
    Quanto poi alla sterile polemica innescata sul presunto prestigio del liceo classico, è ovvio che quel troll (probabilmente un qualche mio alunno che non ce l’ha fatta) non ha ricavato molto dal rimanerci a scaldare un banco, mentre chi ha seriamente studiato in altre scuole ha pienamente ragione di rivendicare il proprio impegno e la dignità della propria formazione.

  19. Alberto Cassani ha detto:

    Mah… Immagino che a questo punto il troll sia un compagno di scuola della nipote di Tiziana. Ma son passati due anni e mezzo, possibile che non ci sia mai stato alcun chiarimento?

  20. Qualcuno mi ha fatto uno scherzo... ha detto:

    Non c’è stato alcun chiarimento, in precedenza, semplicemente perché ho scoperto la cosa solo due ore fa, in modo del tutto casuale.
    La prego, se possibile, di informare anche la signora Tiziana Cappellini dell’equivoco intercorso, per rassicurarla della bontà della sua recensione e anche della mia sanità mentale 🙂

    Cordiali saluti.
    A. Brenna

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