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"Il Diavolo veste Prada" di David Frankel

6 settembre 2006 Recensioni 0 Commenti
Il Diavolo veste Prada

20th Century Fox, 13 Ottobre 2006 – Spumeggiante

Miranda Priestley è la direttrice della rivista di moda più famosa del mondo, Runway. Ma è anche il peggior capo che si possa immaginare. La giovane Andy è una giornalista in gamba che non è riuscita a trovare nessun altro impiego e che finisce quindi a farle da seconda segretaria…


Meryl Streep in Il Diavolo veste PradaPresentato Fuori Concorso, ma già annoverato tra i film di punta della prossima stagione, Il Diavolo veste Prada è senza dubbio l’evento mondano del Festival di Venezia 2006. Trasposizione del best seller di Lauren Weisberger (ben sei mesi in testa alle classifiche del New York Times dei libri più venduti), il film ha ottenuto un ottimo seguito negli Stati Uniti, dove moda, costume e cattiveria sembrano essere un ottimo pane quotidiano.

Anne Hathaway in Il Diavolo veste PradaIl rapporto stretto tra il fashionable e le working girl non è certo materia originalissima, pensiamo alla Cenerentola che diviene principessa della Borsa di Wall Street, Melanie Griffith in Una Donna in Carriera di Mike Nichols; la povera sprovveduta di Brooklin sopporta le angherie della elegante e perfida Sigourney Weaver, clone di Chanel. Battuta chiave allora fu «vesti male e noteranno il vestito, vesti impeccabilmente e noteranno la donna». Alla fine la povera Tess (il personaggio della Griffith) riuscirà a concludere un importante affare e a trovare l’amore. In Il Diavolo veste Prada la situazione non cambia molto. Andy sbarca a New York con una laurea e un curriculum da far paura ed una sola intenzione: sfondare a New York. Le offerte sono due: o lavorare presso l’Auto Universe oppure fare da assistente di Miranda Priestley. Lei sceglie la seconda ed inizia il suo inferno: Miranda è la direttrice di una rivista di moda di fama mondiale, Runaway, e tutto ciò che fa e dice è un ordine. La vita della piccola Andy inizia a divenire un inferno ma la sua carriera inizia a decollare vertiginosamente…

Ispirata alla vera figura di Anna Wintour, guru della moda e direttore di Vogue, il personaggio di Meryl Streep è un villain da applauso: perfetto, glaciale, spassoso. Una sorta di Crudelia Demon che al posto dei dalmati preferisce scuoiare giovani segretarie e farle divenire delle isteriche. Il suo verbo cardine è lavorare sempre e comunque. Indubbiamente la performance della Streep è formidabile e non va presa con troppa leggerezza, come del resto tutto il film. Non solo una commedia salace ma un vero e proprio ritratto al vetriolo delle smanie contemporanee dell’apparire e del mostrare, delle ultime tendenze necessariamente inutili, perché in tutta questa futilità è necessario sapere chi è Dolce e chi è Gabbana e non bisogna confonderli in alcun modo.

Stanley Tucci e Meryl Streep in Il Diavolo veste PradaIl Diavolo veste Prada ha una sceneggiatura deliziosa, ottimo esempio di trasposizione, sebbene alcuni passaggi risultino un pochino fiacchi e non sempre alcune scelte drammaturgiche e comiche siano all’altezza delle performance, su cui si staglia anche quella di Anne Hathway, perfetta vittima sacrificale, e del compassato e spassoso Stanley Tucci. Il film risulta poi imperdibile per gli orfani dello storico Sex and The City, sia per il gusto fashion che per quella perfetta commistione di dramma e commedia che ha reso lo show della HBO un must. Non sorprende che il regista si sia fatto le ossa proprio in quel serial e che la costumista sia la stessa che ha vestito per ben sei stagioni Carrie & company.

Al di la di tutto, il film è graffiante e si ride con gusto, ma c’è un avvertimento: vedetelo dopo aver fatto shopping, altrimenti rischiate di correre in giro a prosciugare la carta di credito in borse di Gucci e top di Versace.


La locandina di Il Diavolo veste PradaTitolo: Il Diavolo veste Prada (The Devil Wears Prada)
Regia: David Frankel
Sceneggiatura: Aline Brosh McKenna
Fotografia: Florian Ballhaus
Interpreti: Meryl Streep, Anne Hathaway, Emily Blunt, Stanley Tucci, Adrian Grenier, Tracie Thoms, Rich Sommer, Simon Baker, Daniel Sunjata, Jimena Hoyos, Rebecca Mader, Tibor Feldman, Stephanie Szostak, David Marshall Grant
Nazionalità: USA, 2006
Durata: 1h. 49′


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