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"Il Libro della Giungla" di Jon Favreau

15 aprile 2016 Recensioni 7 Commenti
Il libro della giungla

Walt Disney, 14 Aprile 2016 – Freddo

Mowgli è un cucciolo d’uomo allevato dai lupi. Ma l’uomo adulto è un pericolo per gli animali e per la giungla, così la tigre Shere Khan è pronta a combattere per far sì che Mowgli venga scacciato. Il cucciolo comincerà così un viaggio in compagnia della pantera Bagheera e poi dell’orso Baloo per raggiungere il villaggio degli uomini…


Bagheera e Mowgli in una scena di Il Libro della GiunglaDomanda più che lecita dopo la visione di questo live action per famiglie targato Disney: se ne sentiva la necessità? Stavolta la risposta è davvero difficile: in fin dei conti Il Libro della Giungla è il remake di un buon cartone animato – non di certo di uno dei capolavori della Disney – visto in ottica che nulla toglie e nulla aggiunge alla fonte cinematografica originaria. Certo, forse una spolverata o una rilettura al testo originale di Rudyard Kipling non avrebbe fatto male né al regista né agli sceneggiatori, ma i gusti (e le scelte produttive) sono altri.

Mowgli e Re Louie in Il Libro della GiunglaNaturalmente la trama, abbastanza risaputa, era già stata abbastanza semplificata nel film del 1967 – ultimo prodotto personalmente da Walt Disney e diretto da Wolfgang Reitherman – e poco o nulla rimaneva di quel complesso ideologico e politico del romanzo originario, in cui la natura, l’imperialismo e la nuova filosofia umana hanno un peso ben diverso rispetto a un racconto per ragazzi. Per non disilludere le attese il regista John Favreau si concentra nella rielaborazione di quello che di cinematografico già esiste, non badando a entrare più nel profondo come invece aveva fatto Kenneth Branagh con la sua deliziosa e pacchiana Cenerentola, dove si avvertiva l’eco gotico e un po’ scespiriano della storia.

Shere Khan in Il Libro della GiunglaCon Il Libro della Giungla ci troviamo di fronte a un onesto quanto visivamente strabiliante utilizzo della computer graphic, dove l’unico umano è l’esordiente Neel Sethi. Tutto è ricreato con perizia e con un pizzico di freddezza in maniera artificiale. Tanto di cappello a tutti quelli che hanno reso possibile un lavoro del genere, perché raramente si era vista una tale fluidità nell’animazione di animali e una bellezza dell’ambientazione davvero mozzafiato.

Bagheera, Baloo, Mowgli e Raksha in una scena di Il Libro della GiunglaIl problema che colpisce il film, comunque di buona fattura, è forse quello di essere un tantino freddo nella sceneggiatura, pur non mancando di ritmo e di trovate originali. Una menzione particolare va però fatta al compositore John Debney per la bella rielaborazione in chiave moderna della celebre colonna sonora di Richard M. Sherman: le musiche trascinanti sono senza dubbio uno dei punti di forza della pellicola, che accontenterà certamente tutta la famiglia ma che, col senno di poi, non lascerà traccia.


La locandina di Il Libro della GiunglaTitolo: Il Libro della Giungla (The Jungle Book)
Regia: Jon Favreau
Sceneggiatura: Justin Marks
Fotografia: Bill Pope
Interpreti e doppiatori: Neel Sethi, Toni Servillo, Violante Placido, Neri Marcorè, Giovanna Mezzogiorno, Giancarlo Magalli, Alessandro Rossi
Nazionalità: USA, 2016
Durata: 1h. 45′


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Attualmente ci sono 7 commenti a questo articolo:

  1. Eddie ha detto:

    Visto. Il mio odio per la Disney cresce ogni giorno di più: il solito film insipido, il solito compitino da milioni di dollari, il solito prodotto inutile che non si ricorderà nemmeno il regista.

  2. Eddie ha detto:

    Curiosità mia: la Disney tanto bella s’è comprata la Marvel e Star Wars, e siamo tutti molto felici di questo, avendone visto gli splendidi risultati, ma perché non mettono il loro logo all’inizio di questi film? Io non ci capisco assolutamente nulla, non so quali ragioni possano esserci dietro a livello burocratico, ma mi piace pensare che sia perché sanno anche loro che nessuno prenderebbe mai sul serio il castello di Topolino prima di un film Marvel o di uno Star Wars. Perché sanno di essere dei pagliacci, delle becere macchine da soldi.

  3. Eddie ha detto:

    Scusate per la ridondanza dei commenti, ma sono troppo incazzato: non si vede da anni un film Disney con una scrittura che vada oltre il compitino. E’ incredibile. Nulla che brilli. Una super casa di produzione che pensa davvero SOLO ai soldi senza curarsi minimamente della qualità della scrittura delle sue opere, ma neanche della vena creativa dei registi che vengono assoldati: anche nomi di un certo calibro, come Tim Burton, Kenneth Branagh, Sam Raimi… nessuno che sia riuscito realmente a metterci del suo, e conoscendo le opere “serie” di questi registi mi sembra una follia, un’assurdità. Non andate a vedere questo film INUTILE.

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Mamma mia, non t’è proprio piaciuto, eh?

  5. Eddie ha detto:

    Anonimo come poche cose hanno saputo essere nella storia del cinema.

  6. Marco ha detto:

    Non sono tanto d’accordo con la recensione riguardo i difetti (i pregi li ha ben elencati): penso che il film sia un bellissimo racconto di formazione e, a dispetto del cartone, qui le metafore sono molto ben evidenti.
    Basta immedesimarsi in Mowgli, sicuramente ogni personaggio che incontra ne rappresenta uno nella nostra vita.
    Penso sia la più bella trasposizione da cartone a live-action: ben fatto, girato, scritto con clima maturo e adulto.
    Shere Khan entra di diritto nei più perfidi cattivi della storia.

  7. Marco ha detto:

    Rivisto e ricondivido appieno il mio precedente commento in merito.
    “La Bella e La Bestia” può solo accompagnare.

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