"Il nome del figlio" di Francesca Archibugi
Lucky Red, 22 Gennaio 2015 – Frizzante
La famiglia Pontecorvo, incardinata da circa 70 anni su una profonda tradizione antifascista, si riunisce una sera a cena e da una semplice discussione sulla scelta del nome del prossimo nascituro del fratello maggiore Paolo, nasce una commedia degli equivoci fatta di verità non dette e rancori mal celati…
Francesca Archibugi riunisce un cast d’eccellenza chiudendolo in una stanza intorno a un tavolo da pranzo, anzi da cena, e lascia venir fuori ricordi, contrasti e inimicizie, stimolate dallo spirito beffardo di Paolo (Alessandro Gassmann). I personaggi sono caratterizzati da psicologie ben definite: la casalinga borghese incline al tradimento (Valeria Golino); il professore comunista devoto ai tweet (Luigi Lo Cascio); Paolo l’agente immobiliare senza scrupoli sposato con l’ultima stellina coatta della letteratura contemporanea (Micaela Ramazzotti); e il musicista radical chic (Rocco Papaleo) amico di infanzia di tutti, che la Archibugi spoglia dal cliché scontato dell’omosessualità, mettendo proprio nelle sue mani il filo reale che ingarbuglierà la matassa degli equilibri relazionali di tutti i personaggi.
Interessante il doppio occhio visivo attraverso cui riusciamo ad analizzare i volti dei commensali. Lo spazio profilimico è infatti continuamente attraversato da due elicotterini giocattolo muniti di telecamera, telecomandati dai bambini di casa, che attraverso il loro sguardo innocente ci permettono di cogliere i primi piani dei protagonisti con le reali reazioni ai colpi di scena proposti passo dopo passo durante quest’epica cena.
La regia è molto attenta a creare legami e dissolverli attraverso movimenti di macchina e panoramiche a volte associative e a volte disgiuntive. Il personaggio di Paolo è sempre ritratto nella sua statuaria solitudine, come se fosse cosa a sé e non parte integrante di un gruppo sociale che sembra voler prendere le distanze da lui, che un po’ per beffa o per spasso vorrebbe aprire una spaccatura netta e dolorosa con il suo passato. Ma in questo gioco di ruoli lui è solo l’elemento comico in grado di scatenare un temporale di reazioni in attesa della vera tempesta.
Il nome del figlio si ispira alla pièce teatrale francese Le prénom di Alexandre De La Atellière e Matthieu Delaporte, ma lo sceneggiatore Francesco Piccolo insieme a Francesca Archibugi la calano perfettamente nella tradizione italiana rendendo il film tipicamente nostrano. Bellissima la scena in cui il piccolo “gruppo di famiglia in un interno” si ritrova a cantare a squarciagola “Telefonami tra vent’anni” come se la canzone riuscisse a placare le tensioni della dimensione temporale attuale, rispetto al passato adolescenziale rievocato solertemente attraverso la tecnica esplicativa del flashback.
Titolo: Il nome del figlio
Regia: Francesca Archibugi
Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Francesco Piccolo
Fotografia: Fabio Cianchetti
Interpreti: Alessandro Gassman, Valeria Golino, Luigi Lo Cascio, Rocco Papaleo, Micaela Ramazzotti, Carolina Cetroli, Raffaele Vannoli
Nazionalità: Italia, 2014
Durata: 1h. 32′
Sinceramente non mi ha molto divertito o appassionato, l’ho trovato monotono e poco interessante come dialoghi.
Molto meglio la sua controparte francese, più brioso, originale e meglio assimilabile e senza cali di ritmo rispetto a questo remake.
Comunque una buona prova attoriale da parte di tutti, tranne la Golino. Lei proprio non la sopporto.
In tema di cene fra amici gli ho preferito “Perfetti Sconosciuti”.