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First Man - Il primo uomo di Damien Chazelle

30 ottobre 2018 (31 agosto 2018) Recensioni 1 Commento
First Man - Il primo uomo

Universal, 31 Ottobre 2018 – Glaciale

Dopo la morte della giovane figlia, Neil Armstrong entra a far parte del programma della NASA per le missioni lunari. Dopo una lunga preparazione e diversi incidenti, finalmente l’Apollo 11 decolla e riesce a compiere la sua missione portando per la prima volta l’uomo sulla Luna…


Nonostante la conquista della Luna sia ormai ammantata di leggenda, e il primo uomo che mise piede sulla superficie lunare sia comunemente identificato come un “eroe” moderno, Damien Chazelle dedica ogni minuto di First Man – Il primo uomo a distruggere questa mitologia.

Neil Armstrong è descritto come un uomo freddo, quasi glaciale, che raramente lascia trasparire le sue emozioni – e quando lo fa è sempre solo, isolato, mai in pubblico. Perfino la moglie e i due figli sembrano essere esclusi dai suoi sentimenti. Nonostante questo, Armstrong non sembra nemmeno essere mosso da una bruciante passione per lo spazio o per l’ingegneria aerospaziale, o dall’idea di un “bene superiore”. Sembra sempre arrivato lì più per caso che per determinazione, più per mera fortuna che per meriti.

Oltre a demolire umanamente l’uomo, Chazelle demolisce anche l’apparato che preparò la missione, costellando il film degli insuccessi e dei morti che ci furono prima dell’Apollo 11. Anzi li sottolinea, quasi facendone un atto d’accusa alla NASA che freddamente portò avanti un programma costosissimo in dollari e vite umane. Perfino l’arrivo sulla Luna è spogliato di ogni epicità. Per ultimo, quasi in sottofondo ma con una scena dedicata, Chazelle demitizza anche il complesso della società statunitense, che porta i bianchi (ricchi) sulla Luna e lascia a casa o fa morire in Vietnam i neri.

In tutta questa cosciente e voluta operazione di demitizzazione, Chazelle si è scordato che al cinema, una storia che non appassiona è destinata ad annoiare. Si aggiunga che Ryan Gosling è costretto a un ruolo praticamente monoespressivo e spesso ingabbiato in un casco integrale, e si ha la misura di quanto sia poco interessante First Man – Il primo uomo.

Se due anni fa Chazelle aveva impressionato per le scelte registiche in La La Land, qui impressiona in senso opposto: utilizza la macchina a mano appena può (troppo spesso) e inquadra Ryan Gosling come se avesse il casco anche quando non ce l’ha, senza (quasi) mai dare aria all’inquadratura e passando interi minuti a inquadrare strumentazioni di bordo e caschi da astronauta traballanti a causa degli scossoni dei decolli verso lo spazio aperto.

Se First Man – Il primo uomo non è completamente un pessimo film è grazie ad alcuni fortuiti casi, non a scelte consapevoli. Clare Foy è al solito superlativa e quando lei è in scena sembra che tutto abbia un senso. Chazelle è un talento naturale e sa costruire scene esteticamente perfette e narrativamente efficaci. I personaggi di contorno sono ben costruiti e Buzz Aldrin (per quanto poco utilizzato) fa da ottimo contrappeso al freddo e mutanghero Armstrong.

First Man – Il primo uomo non è un brutto film: è un film deludente principalmente perché non mantiene ciò che promette, ma soprattutto perché viene dalla mano di uno dei più talentuosi registi hollywoodiani contemporanei.


La locandinaTitolo: First Man – Il primo uomo (First Man)
Regia: Damien Chazelle
Sceneggiatura: Josh Singer
Fotografia: Linus Sandgren
Interpreti: Ryan Gosling, Claire Foy, Pablo Schreiber, Christopher Abbott, Ciarán Hinds, Ethan Embry, Kyle Chandler, Jason Clarke, Corey Stoll, Patrick Fugit, Shea Whigham, Lukas Haas, Cory Michael Smith, Brian d’Arcy, Brady Smith
Nazionalità: USA, 2018
Durata: 2h. 18′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Le cose migliori sono la fotografia volutamente “agè” che richiama gli anni ’60 come anche la scenografia. Menzione a parte per le sempre intriganti melodie di Hurwitz.
    La regia non è neanche tutta da criticare (alcune scelte le ho apprezzate) ma la sceneggiatura insiste troppo su parti prive di mordente e personalmente poco interessanti o, meglio, appassionanti.
    Per chi si aspetta un sci-fi rimarrà deluso dato che si tratta di un dramma riflessivo.
    Condivido, inoltre, i difetti già enunciati in recensione.

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