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It Follows di David Robert Mitchell

6 luglio 2016 (25 giugno 2015) Recensioni 12 Commenti
It Follows

Koch Media, 6 Luglio 2016 – Ipnotico

«Questa cosa… ti seguirà. Qualcuno l’ha passata a me, e io l’ho passata a te. Potrebbe assomigliare a qualcuno che conosci, o ad uno sconosciuto in mezzo alla folla. Qualunque cosa, pur di arrivarti vicino. Potrebbe essere chiunque, ma ne esiste solo uno. E’ molto lento, ma non è stupido…»


Una scena di It FollowsOpera seconda di un regista che la critica aveva già apprezzato all’esordio, It Follows è uno degli horror più efficaci e stimolanti degli ultimi anni. Pensato e costruito come i classici del genere degli anni 70 e 80, mette la regia lenta e avvolgente del primo John Carpenter al servizio di un intreccio che piacerebbe a David Cronenberg e dà all'”it” del titolo l’andatura claudicante degli zombi di George Romero.

Una scena di It FollowsNon sono solo l’attenzione e la perizia tecnica di Mitchell, a colpire, ma anche la particolarità del mondo che il regista del Michigan ha costruito. Un mondo di provincia ma non troppo, in cui le televisioni a tubo catodico coesistono con i lettori di e-book ma non con i telefoni cellulari, e in cui gli adulti praticamente non esistono. Quest’ultima cosa, e soprattutto la maledizione che si trasmette come una malattia venerea, sembra fatta apposta per far scatenare i critici più appassionati, che ci vorranno sicuramente leggere tante cose cui il regista ha però detto di non aver pensato.

Maika Monroe in una scena di It FollowsCostato due lire ma capace di un buon incasso in patria, It Follows non si affida quasi mai a effetti truculenti o a momenti di puro spavento, preferendo far scorrere un brivido lungo la schiena dello spettatore invece di farlo saltare sulla poltrona. Certo alcuni momenti sono estremamente prevedibili, ma il senso di inquietudine e paranoia che travolge i protagonisti è palpabile, e grazie al lucido stile di regia anche il pubblico si trova in fretta a prestare attenzione alle figure sullo sfondo. Una sorpresa notevolissima, che meriterebbe di avere successo anche nei cinema italiani.


La prima locandina di It FollowsTitolo: It Follows (Id.)
Regia: David Robert Mitchell
Sceneggiatura: David Robert Mitchell
Fotografia: Michael Gioulakis
Interpreti: Maika Monroe, Keir Gilchrist, Daniel Zovatto, Lili Sepe, Olivia Luccardi, Jake Weary, Bailey Spry, Deborah Williams, Ingrid Mortimer, Alexyss Spradlin, Mike Lanier, Don Hails, Scott Norman, Erin Stone, Leisa Pulido, Ruby Harris, Linda B. Boston-Gilbert
Nazionalità: USA, 2014
Durata: 1h. 40′


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Attualmente ci sono 12 commenti a questo articolo:

  1. Mirko ha detto:

    Albe, ho visto il film, convinto da questa recensione e sono d’accordissimo su ogni punto! E’ davvero un gran bel film. Mi ha fatto pensare tantissimo a Halloween di Carpenter, per come è girato. E anche le musiche (usate per guidare, o sviare, lo spettatore) sono davvero coinvolgenti. Esprimere subito un giudizio su Mitchell, dopo appena un suo film visto, sarebbe prematuro, ma si può dire che promette benissimo!! Spero ne faccia altri su questo tono 😉

    Avevi pensato a qualche film di Cronenberg in particolare per collegarlo a questo, o l’hai citato solamente per le tematiche di questo film che sarebbero interessate anche a lui?

  2. Mirko ha detto:

    P.S.: mi sono accorto ora che il link portava giusto ad Halloween! 😀 se l’avessi visto prima, avrei evitato di citarlo, sorry! 😀

  3. Alberto Cassani ha detto:

    La sua opera prima non l’ho vista, ma è un tipo di film completamente diverso. Vedremo in futuro che strada vorrà prendere.

    Nella recensione mi riferivo a Cronenberg in generale, alla sua fascinazione per un certo tipo di argomenti, ma certamente i suoi film della seconda metà degli anni 70 hanno qualcosa in comune con questo (in particolare mi viene in mente Rabid, che però ha una storia diversissima).

  4. Sandro ha detto:

    Ciao Alberto, esiste una versione italiana (anche solo sottotitolata) del film? Come sarebbe reperibile?

  5. Alberto Cassani ha detto:

    Il distributore italiano non ha ancora deciso quando farlo uscire nelle nostre sale, penso che a questo punto bisognerà aspettare l’autunno. Poi di certo lo si può già trovare sottotitolato nei siti di streaming illegale, ma secondo me vale la pena di aspettare.

  6. Riccardo Campaci ha detto:

    Spinto dalla critica acclamante l’ho visto in versione originale e non nascondo di esserne rimasto deluso, forse perchè le aspettative erano molto alte.

    L’idea è originale ma a mio parere l’esecuzione è riuscita solo per metà, in particolare le atmosfere eccessivamente spoglie e in alcuni casi prive totalmente di quella tensione che mi aspetterei da un film horror; di salti sulla sedia ne ho avuti pochi. Anche il finale per me deludente, così come l’interpretazione di alcuni attori.

    Insomma, mi aspettavo un capolavoro e mi sono trovato di fronte ad un film “solo” buono. Tanto per fare un esempio del genere, ho preferito nettamente Babadook.

  7. Alberto Cassani ha detto:

    Eh… Io invece ho trovato una differenza enorme tra i due film, ma a favore di questo. Ma sono due film completamente diversi, a parte l’appartenenza allo stesso genere. Babadook è più moderno, mentre It Follows si rifà molto più da vicino al cinema di genere di una trentina d’anni fa. Come ho scritto nella recensione, non vuole farti saltare sulla sedia, anche perché la maggior parte degli scontri sono prevedibili, ma secondo me parte dei brividi che trasmette dipendono anche dall’essenzialità della messiscena.

  8. Plissken ha detto:

    Appena ho notato il riferimento al “primo John Carpenter” non potuto far altro che impegnarmi nel cercare di visionare questo film. Alla fine ce l’ho fatta; le impressioni non si discostano granché da quanto espresso in recensione, per quanto in taluni frangenti il ridotto budget e i… trent’anni passati si notano.

    A me è parso nel complesso un buon prodotto per quanto non credo possa lasciar traccia come ad esempio accadde per “The ring”.
    Pur non avendomi francamente entusiasmato, ne consiglierei senz’altro la visione anche per le peculiarità descritte dal Cassani che lo elevano senza dubbio su di un certo, dilagante pattume generale.

  9. Dariazzo ha detto:

    Visto. L’ho amato.
    Totalmente dedicato alla deriva morale di questa era, a mio parere sarà uno di quei film da guardare tra 40 anni e dirsi “Come eravamo messi!” oppure “Cavolo quanto ci divertivamo a quei tempi!”.
    Vedasi la scena in cui lei va dai tipi in barca e la maledizione torna dopo 5 minuti. Potentissimo. Altroché “non ci ho pensato”. Ci ha pensato eccome, altrimenti avrebbe tolto i due ragazzini eccitati da Jay per tutto il film.

    La colonna sonora è di rarissima bellezza pur essendo utilizzata male in alcuni frangenti, il montaggio è anch’esso dotato di vette davvero alte. Classico esempio di come un budget risicato molto probabilmente è meglio in tutto e per tutto di cifre da kolossal, lasciando più spazio al confezionamento di un lavoro ben fatto.
    Ovvio, bisogna abituarsi a dei tempi per nulla incalzanti, ma la tensione riempie tutti i vuoti possibili.

    Rappresenta un’opera da lasciare lì e non toccare. Dice tutto e sinceramente non avrei alcuna motivazione per tornare al cinema a vedere da cosa si è originata la maledizione. Spero che di questo il regista sia conscio e non rovini tutto.

  10. Riccardo Campaci ha detto:

    Ma la recensione di Light’s Out?

  11. Alberto Cassani ha detto:

    Ci sono film che sono talmente brutti da non meritarsi nemmeno una recensione negativa.

  12. Marco ha detto:

    Condivido appieno la recensione.
    Un notevolissimo lavoro di regia, musica e fotografia ed il connubio fra questi è veramente molto ben riuscito.
    Lo ammetto: a fine visione ho subito collegato la maledizione come una interpretazione della varie malattie veneree o, anche, una critica verso quel pensiero ancora bigotto dell’America dove chi fa sesso prima del matrimonio è destinato ad una vita impura e maledetta.
    Buon reparto attoriale.
    Da visionare sicuramente. Di notte. Da soli.

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