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"Knockout" di Steven Soderbergh

29 febbraio 2012 Recensioni 1 Commento
Tiziana Cappellini, 27 Febbraio 2012: Mediocre
Moviemax, 24 Febbraio 2012

Dopo un passato coi Marines, l’agente speciale Mallory Kane presta servizio in missioni segrete per conto di vari governi internazionali. Unica donna in un mondo prettamente maschile, Mallory diventerà la protagonista di una di queste missioni in un capovolgimento di ruoli e prospettive…


Protagonista della vicenda che la riguarda da vicino come lo è dell’intero film, Mallory è l’unica donna in un mondo maschile che però le appartiene, oltre che l’unica donna in un cast altrettanto maschile salvo delle fugaci comparse femminili. La trama non propone nulla di nuovo che non si sia già visto in altri film di genere, addirittura che non si sia già visto soprattutto in alcuni telefilm del filone crime, per quanto ne venga estremizzata la spettacolarizzazione e si ricorra maggiormente alle riprese in esterni. Missioni controverse e ai limiti dell’illegalità, compagni di lavoro ambigui e avventure nelle quali destreggiarsi per mettersi in salvo dai cospiratori sono l’anima di una vicenda che in sé non ha nulla da narrare ma solo da mostrare. È naturale che il genere stesso del film imponga di privilegiare l’azione alla narrazione, ma sarebbe stato preferibile anche un solo spunto un po’ più originale in una sceneggiatura peraltro non sempre chiara nonostante la sua prevedibilità.

In una girandola di colpi di scena esili e a volte inverosimili nel loro svolgimento, ma anche nell’inossidabilità di alcuni personaggi, il realismo viene invece paradossalmente introdotto dall’attrice protagonista in quanto vera campionessa di arti marziali. Ed è proprio l’improbabilità di alcune sequenze, insieme a un paio di momenti ironici, a far nascere il dubbio che il film possa essere una riflessione autoironica sul genere cui appartiene.

In un film avvalorato, almeno sulla carta, da un cast importante sorprende ancora di più che, oltre alla sceneggiatura, anche la regia non sia all’altezza delle aspettative in quanto non eccezionalmente sopra le righe salvo alcune considerazioni. L’ambientazione in alcune città europee, da Barcellona a Dublino, è caratterizzata da un’atmosfera grigia dovuta non solo alle condizioni meteorologiche in sé ma anche alle riprese mattiniere e notturne, creando in tal modo un clima consono alla suspense che si cerca di trasmettere senza però molto successo. In realtà lo scenario non cambia troppo nemmeno quando ci si sposta nel New Mexico, fatta eccezione per la sequenza finale. Si tratta di una sequenza volutamente suggestiva nella fotografia dello scenario naturale da solo sufficiente a fare da cornice all’azione, senza ricorrere alla colonna sonora che fino a quel momento aveva ritmato con attenzione soprattutto gli inseguimenti.

Relativamente degna di nota è anche la non linearità della narrazione, nella quale il presente viene raccontato a frammenti per ritornarvi, e concludere, dopo la rivisitazione del passato tramite lunghi flashback. Oppure la cronologia dell’azione viene interrotta ripetendola per mostrare ciò che poco prima si era celato, come accade ai danni di Mallory mentre si trova in camera d’albergo con il collega sospetto. Questi ultimi sono i rari momenti accattivanti di un film che, pur avendo alla base del materiale per appassionare lo spettatore, non è riuscito a valorizzarlo nella giusta maniera ma anzi lo ha appiattito specie nella sua assenza di adrenalina e con la sua presenza di colpi di scena intuibili.


Titolo: Knockour – Resa dei conti (Haywire)
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Lem Dobbs
Fotografia: Peter Andrews (alias Steven Soderbergh)
Interpreti: Gina Carano, Michael Douglas, Antonio Banderas, Channing Tatum, Ewan McGregor, Michael Fassbender, Michael Angarano, Debby Lynn Ross, Julian Alcaraz, Eddie J. Fernandez, Mathieu Kassovitz, Bill Paxton
Nazionalità: USA – Irlanda, 2011
Durata: 1h. 33′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Concordo. Un mero esercizio di stile costruito solo sulla bravissima attrice protagonista.
    Lo stile registico invadente tipico di Sodenbergh stavolta è totalmente fuori luogo ed il montaggio non aiuta.
    Anche la fotografia non raggiunge pienamente la sufficienza a parer mio.
    Già dimenticato.

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