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"Krull" di Peter Yates

25 agosto 2009 Recensioni 2 Commenti
Alberto Cassani, 25 Agosto 2009: Malriuscito
CEIAD, 1983

Molti mondi furono ridotti in schiavitù dal Mostro e dal suo esercito. La Fortezza Nera apparve nel mondo di Krull, e il fumo dei villaggi in fiamme oscurò il cielo. Ma una profezia vuole che una fanciulla di antica stirpe divenga regina e regni sul mondo di Krull insieme al suo sposo…


Viene difficile pensare, guardandolo oggi, che questo Krull sia costato poco meno di 50 milioni di dollari nel 1983. L’impressione è infatti quella di un film a basso budget, in cui le scenografie solo chiaramente di cartapesta e gli effetti speciali evidentemente disegnati, ma il modo in cui Peter Yates cerca ad ogni occasione di far sfoggio di tecnologia e la storia immaginifica e che sembra sottintendere una saga rendono ovvie le pretese della pellicola. Parte della brutta riuscita dell’aspetto visivo è colpa del cattivo uso delle luci da parte del direttore della fotografia, e le coreografie dei combattimenti sono tutto fuorché ben fatte, ma in generale si può dire che il progetto fosse mal consigliato fin dall’inizio, tant’è che con appena 16 milioni di incasso negli Stati Uniti è stato uno dei più cocenti flop mai prodotti dalla Columbia.

Ken Marshall, che l’anno prima era stato un convincente Marco Polo nello sceneggiato RAI diretto da Giuliano Montaldo, ha certamente presenza scenica e la giusta faccia da normanno, ma sembra tutt’altro che un attore sopraffino. Al suo fianco l’insipida Lysette Anthony (ridoppiata da Lindsay Crouse nella versione statunitense) guida un cast di supporto che annovera gente all’epoca sconosciuta come Liam Neeson e Robbie Coltrane, ma il gruppo di personaggi – ancorché interessanti – sembra composto durante una partita a Dungeons & Dragons.

La sceneggiatura, in realtà, sembra a tratti avere persino lo spirito cialtrone degli swashbuckler più classici e presenta alcuni dialoghi davvero belli, perfettamente adatti a un fantasy fantascientifico di questo genere, e con la giusta dose di ironia. Le musiche di James Horner, forse debitrici nei confronti di Wagner, sono pompose al punto giusto e in alcuni passaggi suonano davvero belle. Ma la colonna sonora è l’unica cosa che merita di essere ricordata di questo film, giustamente snobbato dal pubblico dell’epoca.


Titolo: Krull (Id.)
Regia: Peter Yates
Sceneggiatura: Stanford Sherman
Fotografia: Peter Suschitzky
Interpreti: Ken Marshall, Lysette Anthony, Freddie Jones, Francesca Annis, Alun Armstrong, David Battley, Bernard Bresslaw, Liam Neeson, John Welsh, Graham McGrath, Tony Church, Bernard Archard, Belinda Mayne, Robbie Coltrane
Nazionalità: Regno Unito, 1983
Durata: 2h. 01′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Anonimo ha detto:

    Marta: l’idea di partenza era efficace ed interessante, quel genere di film che piace a me, la realizzazione meno ma tutto sommato si lascia guardare (e finire soprattutto). Penso che senza una colonna sonora così bella non sarei stata così presa dal film. In effetti lasciava presagire una saga, che evidentemente non è stata fatta per il flop?

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Le intenzioni erano sicuramente grandiose, ma non so dire se la Columbia avesse intenzione di realizzare altri film. All’epoca le saghe cinematografiche erano ancora un’anomalia assoluta, paradossalmente venivano messe in cantiere soprattutto nelle produzioni indipendenti perché permettono di sfruttare più a lungo l’investimento su scenografie e attori e quindi ammortizzarne le spese.

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