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"La donna di nessuno" di Vincenzo Marano

16 giugno 2009 Recensioni 0 Commenti
Emanuele Rauco, 16 Giugno 2009: Inadeguato
Universal, 13 Febbraio 2009

Martin è un poliziotto che allaccia una relazione con Sarah, una prostituta d’alto bordo che gli viene in aiuto quando la sua protettrice viene arrestata e, morendo la principale testimone, Sarah testimonia. Ma Jeanne, una giornalista d’inchiesta, si mette sulle sue tracce…


Ancora un esordio in questa stagione italiana che, a quanto pare, dovrebbe segnare una sorta di rinascita del nostro cinema, almeno a guardare il tipo di film che si ritorna a girare e l’approccio un po’ diverso a problemi quali stile, linguaggio e regia. Problemi cui un direttore della fotografia come Vincenzo Marano dovrebbe dare un peso importante. Specie se questo Marano ha in curriculum una cospicua esperienza francese che lo porta ad avere un respiro decisamente più ampio e internazionale nel suo modo di narrare; respiro però che, nonostante tutto, non gli garantisce la riuscita del film.

Terzetto perfetto per un triangolo d’amore e morte, scritto da Candice Hugo, Clara Dupont-Monod e Sergio Gobbi, che però ha il difetto di volersi emancipare dalla trama noir e spostarsi verso il dramma sociale, familiare e mélo con risultati spesso discutibili.

Già dal titolo è chiaro che il centro del film è Sarah, la prostituta innamorata e gelosa, devota e debole che affronta i lati della sua personalità attraverso il rapporto con tre figure, e funzioni narrative, molto diverse tra loro: l’uomo forte e ridicolo, che le dà sicurezza solo nella misura in cui lei si sottomette ai suoi desideri, la donna intelligente e indipendente, con cui aprirsi ai lati teneri e inesplorati dell’amore, e la madre – ovvero la tenutaria Louise – la donna forse dura ma anche comprensiva che l’ha addestrata al lavoro e alla vita, praticando una sorta di lotta di classe.

Un quadretto abbastanza stucchevole, specie per i risvolti maschilisti degli assunti (sebbene il protagonista non ci faccia una bella figura), che Marano rende interessante attraverso una riflessione sulla prostituzione come mezzo non solo fisico, ma soprattutto morale e intellettuale, per raggiungere scopi di solito poco nobili. Il problema è che, fuori dal meccanismo nero e poliziesco, il film si affloscia in una messinscena inadeguata e poco convinta, incapace di dare spessore ai personaggi, agli intenti, alle pregevoli scelte visive. Che sono chiaramente la principale preoccupazione di Marano, che riempie le inquadrature di controluce, superfici riflettenti, colori freddi o saturi, dando un’atmosfera degna del noir d’epoca che però non sa riempire se non con pessimi stereotipi (la carcerata è per forza lesbica, la prostituta è innamorata e sociopatica), colpi di scena buttati via e tentativi di approfondimento poco interessanti. E con attori che s’impegnano molto ma non paiono particolarmente avvincenti, specie Candice Hugo, vacua nella sua confezione extra-lusso, e Anna Galiena, in trasferta premio.

Un’occasione sprecata, vanificata dalla voglia di puntare davvero troppo in alto, quando – con le carte che Marano aveva in mano – poteva al massimo puntare al ribasso.


Titolo: La donna di nessuno (Sans état d’âme)
Regia: Vincenzo Marano
Sceneggiatura: Candice Hugo, Clara Dupont-Monod, Marc Quentin, Sergio Gobbi
Fotografia: Stefano Paradiso
Interpreti: Laurent Lucas, Hélène de Fougerolles, Thierry Frémont, Candice Hugo, Christine Citti, Anna Galiena, Cyrielle Clair, Bernard Verley, Carole Bianic, Magaly Berdy
Nazionalità: Italia – Francia, 2008
Durata: 1h. 39′


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