"La mia vita senza me" di Isabel Coixet
Warner, 6 Febbraio 2004 – Lacrimevole
La giovane Ann vive in una roulotte con suo marito e le loro due figlie. La sua vita si divide tra le fatiche della famiglia e un lavoro che non la soddisfa. A soli vent’anni, la ragazza appare rassegnata ad un’esistenza priva di stimoli e di soddisfazioni. All’improvviso tutto assume un aspetto decisamente diverso…
Siamo a Vancouver, oggi. In una roulotte nel cortile della casa della madre vive, con suo marito Don, la giovane Ann, madre di due bambine. La sua vita si divide tra le fatiche della famiglia ed un lavoro che non la soddisfa, Ann è infatti una donna delle pulizie. La ragazza appare rassegnata, a poco più di vent’anni, ad un’esistenza priva di stimoli e di soddisfazioni, tutta tesa solo a conquistare il necessario per la propria sopravvivenza quando, dopo un controllo medico, scopre di avere un cancro all’utero e solo pochi mesi di vita. All’improvviso tutto ciò che le appariva routinario e senza scopo assume un aspetto decisamente diverso, e Ann comincia ad organizzarsi: compila una lista di tutto quello che deve fare, sistema i figli e tutte le sue cose e si concede di innamorarsi di un uomo che incontra in una lavanderia.
Un argomento certo non dei più nuovi, nemmeno semplicissimo da trattare, quello scelto dalla Coixet, che si è fatta ispirare da un libro di Nancy Kincaid. Ugualmente, si sarebbe potuto ricavarne un film più originale, dal taglio più forte e incisivo, a mio parere. L’originalità nella direzione che aveva caratterizzato il suo stile come regista pubblicitaria cede un po’ al lacrimevole ed al melodrammatico in questa pellicola. La sua intelligenza invece si vede bene quando deve costruire un’opera che possa piacere allo spettatore medio (come accade per gli spot) con tutti i suoi “Senza fine” al posto giusto, ed un buon (furbo) equilibrio tra il dolce e l’amaro.
La critica che più facilmente viene spontanea al momento della visone di questo film è infatti quella di essere abbastanza buono su tutti i fronti, ma veramente bello su nessuno. Troppo facile imbastire scene come quelle con le figlie, o i confronti con la madre; il rischio che si corre, ed in cui puntualmente la Coixet cade, è quelle di non dire niente di nuovo e, qualche volta, di dirlo anche come lo hanno detto quasi tutti finora quando si sono misurati con queste situazioni.
Analizzando il film, i maggiori pregi vanno alla recitazione del cast. Ottima Sarah Polley nella parte della protagonista, fragile ed allo stesso tempo decisa e forte, assolutamente all’altezza anche Mark Ruffalo in quella di Lee, ma senza dubbio più interessanti le parti “marginali” ed in particolare quella della madre di Ann, interpretata dalla sempreverde Debbie Harry,quella del padre della ragazza, nei cui panni vediamo Alfred Molina, ed anche Amanda Plummer.
In sintesi, La mia vita senza me è un film che non si può definire brutto, con momenti interessanti e godibili (buone ad esempio le parti in cui la protagonista, accettata la propria situazione, scrive la lista delle cose che le rimangono da fare), ma non aspettatevi niente di più, rimarreste delusi.
Titolo: La mia vita senza me (Mi vida sin mí)
Regia: Isabel Coixet
Sceneggiatura: Isabel Coixet
Fotografia: Jean-Claude Larrieu
Interpreti: Sarah Polley, Mark Ruffalo, Scott Speedman, Deborah Harry, Amanda Plummer, Leonor Watling, Julian Richings, Maria de Medeiros, Jessica Amlee, Kenya Jo Kennedy, Alfred Molina, Sonja Bennett, Esther García, Tyron Leitso
Nazionalità: Spagna – Canada, 2004
Durata: 1h. 46′
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