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"La migliore offerta" di Giuseppe Tornatore

28 dicembre 2012 Recensioni 9 Commenti
La migliore offerta

Warner, 1 Gennaio 2013 – Sofisticato

La vita dell’affermato battitore d’asta Virgil Oldman trascorre indaffarata, fra impegni professionali in giro per il mondo e perizie artistiche. Subito dopo il suo sessantatreesimo compleanno, inizia una serie di telefonate dalla quale una misteriosa voce femminile prenderà lentamente corpo…


Geoffrey Rush in una scena in La migliore offertaLa migliore offerta è un film scritto e diretto da Giuseppe Tornatore, prodotto in Italia ma caratterizzato da un cast internazionale. I luoghi della vicenda sono altrettanto internazionali, eccezion fatta per una brevissima apparizione del panorama romano, e nel suo complesso il film si propone da subito con uno stile sofisticato.

Sofisticato è il protagonista: dall’alto tenore di vita, dallo stile per certi versi un po’ maniacale e refrattario al contatto umano, finché la giovane ereditiera Claire non entra volontariamente nella sua vita in modo insolito. Quello che all’inizio sembra essere per lui un ulteriore impegno lavorativo gli offrirà ben presto un interesse umano sempre più profondo, fino a coinvolgerlo sentimentalmente in una maniera per lui inaspettata.
Sylvia Hoeks e Geoffrey Rush in La migliore offertaSofisticati sono gli ambienti, in prevalenza in interni, che si tratti della lussuosa abitazione di Virgil, della prestigiosa casa d’aste nella quale lavora oppure ancora dell’antica dimora decadente di Claire.
Sofisticato è il modo con cui i due protagonisti si rapportano, si avvicinano, si conoscono, avvicinati e contemporaneamente separati dalla malattia della ragazza che la isola dal mondo ma che non la tratterrà dall’esplorare, prima da lontano e poi sempre più in maniera invasiva, quello di Virgil.
Sylvia Hoeks in una scena di La migliore offertaSofisticato è lo stile registico che caratterizza tutto il film, anche se in assenza di movimenti ricercati veri e propri. Ciò dipende dall’uso che il regista fa della macchina da presa, spesso finalizzato all’indagine psicologica dei personaggi come se, soprattutto con alcuni primi piani, volesse scavare in essi o mettere in risalto la loro psiche. Così come la ripresa, carica di eleganza, fatta all’inizio del film di alcuni particolari sembra essere altrettanto in linea con l’alto respiro artistico trasmesso nella sua totalità.

Geoffrey Rush e Jim Sturgess in La migliore offertaTuttavia, nonostante queste premesse e una certa ambizione nell’intrecciare tematiche interessanti almeno in apparenza, il limite del film è quello di risultare sofisticato in sé senza produrre nello spettatore un vero coinvolgimento emotivo. Ciò che il film riesce essenzialmente a trasmettere, pur in modo fievole, è una sensazione di doppiezza delle vicende ed è sempre questa sensazione a suscitare nello spettatore il vero interesse per seguirne il loro sviluppo. Eppure nella sceneggiatura ci sono diversi spunti stimolanti: il vero contrapposto al falso nell’arte come nella vita, la finzione mescolata alla realtà allo stesso modo, in entrambi i casi senza che sia semplice riconoscerli e districarsi. Oltre alla contrapposizione di queste tematiche, nel film c’è anche la dialettica fra discipline tra loro opposte per scoprire come, in certi casi, la razionalità della matematica sia più rivelatrice dell’irrazionalità propria dell’arte.

Geoffrey Rush e Donald Sutherland in una scena di La migliore offertaInoltre, in questo film di forte connotazione artistica alcune immagini hanno un apprezzabile valore simbolico: delle scarpe lasciate in un angolo per rivelare la progressiva presenza di Claire, delle porte segrete nel mondo di entrambi i protagonisti che però celano verità distorte, meccanismi di orologi che sembrano simboleggiare il machiavellismo della mente umana, specie nella sequenza finale. Nonostante questo spessore di immagini e di messaggi, il film è indebolito dalla lentezza con la quale ciò si concretizza e dall’assenza di tocchi davvero originali, eccetto una ritrovata brillantezza nella parte conclusiva. La vera sostanza viene lasciata non tanto durante la sua visione, ma nella rilettura a ritroso che lo spettatore può farne alla luce del finale rivelatore.


La locandina di La migliore offertaTitolo: La migliore offerta
Regia: Giuseppe Tornatore
Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore
Fotografia: Fabio Zamarion
Interpreti: Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland, Philip Jackson, Dermot Crowley, Liya Kebede, Brigitte Christensen, Laurence Belgrave, Sean Buchanan, Maximilian Dirr, Rajeev Badhan, Katie McGovern, Jay Natelle
Nazionalità: Italia, 2012
Durata: 2h. 04′


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Attualmente ci sono 9 commenti a questo articolo:

  1. antoniov ha detto:

    Sono abbastanza d’accordo con te, ho appena visto il film. Tutto questo eccesso di sofisticatezza alla fine partorisce un topolino. Perché il fim non convince. La parte centrale, con tutta la fase di innamoramento di Oldman è troppo lunga, sfocia nel melodrammatico. E così il finale sembra quasi un tentativo per salvarsi dall’effetto telenovela. A quel punto ci poteva stare tutto: che lei morisse sotto una macchina in una piazza, che lui morisse per un colpo al cuore lasciando la casa e i ritratti a lui. La truffa finale mi ha ricordato L’Amico di Famiglia di Sorrentino.

    Tornatore mette molto ingredienti in questa ricetta, ma è come se il piatto finale alla fine risultasse senza sale.

  2. Tiziana Cappellini ha detto:

    Sì, è esattamente così.

    E una certa qualità, almeno visivamente parlando, non è sufficiente a far apprezzare la vicenda. Una storia non proprio originale e anche un po’ prevedibile (se non nel finale) nel suo sviluppo.

  3. Skumkyman ha detto:

    Daccordissimo con la recensione, una bellissima realizzazione e una cura attenta della sceneggiatura non salvano una pellicola che ammicca troppo all’esterno. Sembra che sia stato girato con un secondo fine e si finisce per apprezzare di gran lunga la veridicità di altre produzioni a cui sembra ispirarsi: La doppia ora, Le conseguenze dell’amore, Hugo cabret, etc.

  4. Marco ha detto:

    Sono d’accordo sul fatto che non trasmette emozioni allo spettatore, quasi fosse un lavoro “freddo”, però la storia e la regia mi hanno totalmente appassionato alla vicenda.
    In alcuni punti Tornatore sa trasmettere veramente suspance.
    Apprezzabile il finale (anche se, in parte, qualcosa avevo intuito prima della rivelazione).
    Eccezionale la scena di quando Virgil siede nella sua stanza dei quadri e li osserva tutti con aria soddisfatta, la colonna sonora di Morricone è un qualcosa di magnifico.
    Penso che la fase d’innamoramento di Virgil sia realistica, non trovo sfoci nell’assurdità.
    La figura dell’automa che mano mano si costruisce (come si concretizza la vita nuova di Virgil) lo associata subito ad “Hugo Cabret”.
    Molto buone le prove di tutti i protagonisti.
    Lo consiglio caldamente.

  5. Federica ha detto:

    Ho visto il film…ho trovato straordinario il ritmo narrativo, nonostante la freddezza di alcuni “passaggi”. Il finale mi ha trasmesso un’emozione fortissima. Ho provato un senso di malessere quasi fisico e questo è indice senz’altro di una pellicola stupenda. La figura di Virgil è semplicemente unica. Mi ha lasciato senza respiro, forse perché mi ricorda un po’ alcuni aspetti della mia vita, il finale del film, tanto che mi piacerebbe da morire rivederlo, ma non trovo il coraggio….
    Lo consiglio davvero, un’opera d’arte.

  6. Andrea T. ha detto:

    D’accordo su tutto (recensione e commenti inclusi) ma secondo me il problema vero del film è l’inverosimiglianza. Troppo poco credibile una vicenda del genere

  7. Andrea T. ha detto:

    Artificioso.. ecco l’aggettivo che secondo me sta bene al film

  8. Fabrizio D ha detto:

    Per me è un film bellissimo. Lento ma non troppo, con un finale non imprevedibile, ma che davvero fa riflettere e spiega il Film.
    Non amo,Tornatore ma questo lo consiglierei.

  9. Alberto Cassani ha detto:

    Evidentemente l’ambientazione ha aiutato Tornatore ad allontanarsi da certe sue abitudini registiche, il che porta spettatori che non amano particolarmente il suo cinema a guardare diversamente questo film. Ci sta benissimo che ti sia piaciuto, Fabrizio, se di solito non ami Tornatore.

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