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"L'assassino è ancora tra noi" di Camillo Teti

17 luglio 2012 Recensioni 0 Commenti
L' assassino è ancora tra noi

Distributori indipendenti, 1985 – Terrificante

Una studentessa di criminologia sta preparando la tesi su un duplice omicidio avvenuto nei pressi di Firenze quando ne avviene un altro con lo stesso modus operandi. Ben presto il “mostro” colpisce una terza volta e la ragazza comincia ad andare nel panico…


Una scena di L'assassino è ancora tra noiSe la Gialappa’s Band decidesse di realizzare una versione italiana di Mystery Science Theater 3000, in cui prendere in giro le peggiori produzioni del cinema mondiale, L’assassino è ancora tra noi avrebbe senz’altro un posto di riguardo nel corso delle prime puntate. Più che un film pare infatti la sagra del contadino, visto il numero di braccia rubate all’agricoltura che ci hanno lavorato. D’altra parte, se si considera che l’opera prima di Camillo Teti è stata realizzata «come monito ai giovani e con la speranza che sia di aiuto alle forze dell’ordine per assicurare alla giustizia questi feroci assassini» nonostante il fatto che «ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale», appare chiaro come gli autori non avessero le idee chiarissime su ciò che stavano facendo.

Una scena di L'assassino è ancora tra noiIn effetti, il progetto di questo film è nato in quattro e quattr’otto in seguito alle classiche “divergenze creative” sorte durante il lavoro di preparazione di Il mostro di Firenze di Cesare Ferrario, ma guardando le due pellicole si direbbe che l’unica vera differenza sta nel fatto che la troupe di Ferrario volesse realizzare un brutto film, mentre quella di Teti mirasse a produrne uno realmente orrendo. L’assassino è ancora tra noi è infatti un prodotto clamorosamente dilettantesco, con poche idee ma ben confuse e qualche velleità sociologica e cinematografica totalmente fuori luogo.

Mariangela D'Abbraccio e Giovanni Visentin in una scena di L'assassino è ancora tra noiE’ curioso che uno dei fatti di cronaca nera più importanti della storia d’Italia, il primo vero serial killer del nostro paese, sia stato sempre così maltrattato da cinema e Tv. E sì che i tre prodotti di finzione che girano attorno alle sue gesta partono da spunti e intenzioni ben diverse tra loro (la miniserie televisiva di Antonello Grimaldi pare un melodramma d’altri tempi, da tanto cerca la lacrima facile), ma finiscono accomunati dai catastrofici risultati artistici.

L'ultima scena di L'assassino è ancora tra noiA metà tra il thriller psicologico e l’horroraccio becero, L’assassino è ancora tra noi è una lunga serie di scene ridicole girate senza alcuna attenzione e montate a casaccio, dall’inizio alla fine senza soluzione di continuità. Il finale, poi è quanto di più vergognoso si poteva immaginare, con Hitchcock, il monito di cui sopra e il film nel film. Vero che Mariangela D’Abbraccio – già all’epoca apprezzabile attrice teatrale – si impegna, ma non si può lucidare il letame.


La locandina di L'assassino è ancora tra noiTitolo: L’assassino è ancora tra noi
Regia: Camillo Teti
Sceneggiatura: Ernesto Gastaldi, Camillo Teti
Fotografia: Giuseppe Berardini
Interpreti: Mariangela D’Abbraccio, Giovanni Visentin, Riccardo Perrotti, Luigi Mezzanotte, Yvonne D’Abbraccio, Francesco Capitano, Oreste Rotundo, Silvia D’Agostini, Fabio Carfora, Franco Adducci, Marco Bertini, Anna Pera, Giuseppe Pelli
Nazionalità: Italia, 1985
Durata: 1h. 22′


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