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"Le Vite degli Altri" di Florian Henckel von Donnersmarck

3 marzo 2007 Recensioni 5 Commenti
Le Vite degli Altri

01 Distribution, 6 Marzo 2007 – Potente

Berlino Est, 1984. Il capitano Wiesler è un abile agente della Stasi, la temuta Polizia di Stato della DDR. Gli viene affidato il compito di tenere sotto stretta sorveglianza il drammaturgo Georg Dreyman, autore apprezzatissimo e fra i più importanti intellettuali dal regime comunista…


Sebastian Koch e Martina Gedeck in Le Vite degli AltriPremiato con l’Oscar come miglior film in lingua straniera e con lo European Film Award come miglior film, Le vite degli altri racconta l’ipotetica storia di un preciso e spietato agente della Stasi assegnato alla sorveglianza di uno dei più importanti autori teatrali della Berlino Est della metà degli anni Ottanta. La perfezione della sceneggiatura, anche nei più piccoli dettagli, ha permesso all’esordiente regista di lavorare con un cast di grande livello per il cinema tedesco e il risultato finale è una pellicola eccellente.

Ulrich Mühe e Ulrich Tukur in Le Vite degli AltriGirato con una perizia tecnica notevole, e con una regia ben attenta a non farsi notare troppo, il film intriga lo spettatore fin dalla prima sequenza – un interrogatorio-lezione interessante e ben gestito – e non gli permette di distrarsi fino alla fine della proiezione, nonostante qualche momento forse un po’ troppo intricato e qualche altro francamente banale. Le ottime musiche di Gabriel Yared e Stéphane Moucha certamente non sono estranee alla riuscita delle atmosfere volute da Henckel von Donnersmarck, ma il 34enne di Colonia gestisce al meglio tutto il materiale a sua disposizione ed è bravo ad evitare che la Storia schiacci la storia da lui architettata, pur non peccando mai di inattendibilità.

Ulrich Mühe in Le Vite degli AltriInterpretato da diversi volti noti del recente cinema europeo come Martina Gedek (Le particelle elementari), Sebastian Koch (Black Book) e Ulrich Tukur (Amen., A torto o a ragione), la pellicola è in realtà nobilitata soprattutto dalla grande prova di Ulrich Mühe (Funny Games, Amen.) nel ruolo dell’agente della Stasi addetto alla sorveglianza del commediografo. È sulle sue spalle che spesso si reggono intere scene, è sulla sua espressione vitrea che Henckel von Donnersmarck costruisce alcuni momenti chiave del film, ed è grazie alla sua recitazione minimale che il personaggio cresce e ci rivela i suoi pensieri e i suoi sentimenti.

Sebastian Koch con il regista Florian Henckel von Donnersmarck sul set di Le Vite degli AltriLe vite degli altri è un film che saprà convincere chi conosce il momento storico in cui è ambientato, ma anche appassionare gli spettatori più comuni. Non solo per la storia che racconta, ma anche per il modo in cui lo fa: con uno stile asciutto ma elegante, senza mai diventare eccessivo o ricattatorio, e riuscendo ad essere anche realmente emozionante. E la grande capacità che il regista dimostra nel mettere insieme le due anime del racconto – quella storica e quella fittizia – non è cosa da poco.


La locandina di Le Vite degli AltriTitolo: Le Vite degli Altri (Das Leben der Anderen)
Regia: Florian Henckel von Donnersmarck
Sceneggiatura: Florian Henckel von Donnersmarck
Fotografia: Hagen Bogdanski
Interpreti: Ulrich Mühe, Martina Gedeck, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme, Hans-Uwe Bauer, Volkmar Kleinert, Matthias Brenner, Charly Hübner, Herbert Knaup, Bastian Trost, Marie Gruber, Volker Michalowski, Werner Daehn
Nazionalità: Germania, 2006
Durata: 2h. 17′


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Attualmente ci sono 5 commenti a questo articolo:

  1. Guido ha detto:

    Caro Alberto, devi aggiungere la stellina. 😀

  2. Alberto Cassani ha detto:

    No, no, non esageriamo. Ottimo film, uscito tra l’altro in un momento di buona vitalità del cinema tedesco, ma per le stelline manca qualcosa soprattutto nella parte finale (se ben ricordo).

  3. Guido ha detto:

    La parte finale è la migliore.
    Forse quella iniziale ha qualche rallentamento.
    Muehe è da Oscar comunque.

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Allora era il contrario, sì. Mühe bravissimo, ma anche la Gedeck e Koch se la cavano più che bene.

  5. anto actarus ha detto:

    Concordo. File eccezionale, sceneggiatura robusta e incredibilmente curata. Finale perfetto.

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