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"L'elemento del crimine" di Lars von Trier

10 agosto 2005 Recensioni 0 Commenti
Tiziana Cappellini, 10 Agosto 2005: Claustrofobico
Minerva, 21 Gennaio 2000

Un poliziotto si sottopone all’ipnosi di uno psichiatra del Cairo, al quale racconta di un difficile e misterioso caso che lo ha impegnato in Europa. Emerge così la sua ossessione per un serial killer crudele quanto astuto, che s’insinua nella sua mente perseguitandolo, quasi come fosse anch’egli una delle sue vittime…


Cupo e claustrofobico, è il risultato che von Trier ottiene realizzando questo film: atmosfere inquietanti, omicidi seriali quanto misteriosi, ipnosi e relativo psichiatra altrettanto inquietanti, figure sinistre e un poliziotto piuttosto tormentato. Anzi, si può addirittura affermare che è la mente del poliziotto stesso ad essere la reale protagonista del film: è sotto ipnosi, è intenta a ricordare, è impegnata a scovare il killer, a prevederne le mosse, a confondersi… Tuttavia, questa è una detective story atipica, perché non ci sono i classici elementi che la contraddistinguono: non c’è suspense né azione, non ci sono inseguimenti, il poliziotto non è né granitico né onnisciente. Se la vera protagonista della vicenda è la mente dell’uomo, il ritmo e il tempo non possono che essere mentali o, almeno, si ha l’impressione che von Trier abbia voluto optare per questo genere di impostazione.

In ogni caso, è necessario avvertire il desiderio di essere presi per mano dal regista per seguire il bandolo della matassa, la quale si snoda lungo un film che non appassiona. Solamente a pochi minuti dal finale si ha la sensazione che le cose si smuovano, ma questo è appunto perché siamo prossimi al finale, che in ogni caso sarà liberatorio. Allo stesso modo, è necessario avvertire il desiderio di essere presi per mano dal regista per farsi avvolgere dalle sue atmosfere cupe e opprimenti, spesso di luoghi sordidi, anche se nemmeno all’aperto pare ci sia dell’aria respirabile.

Tutto ciò non toglie che il film sia originale e di qualità, specie in alcune soluzioni registiche che – per esempio nel montaggio – regalano effetti a sorpresa, anche se mai veramente spiazzanti; così come è interessante l’effetto visivo globale che conferisce alla pellicola l’aspetto di un vecchio album di fotografie seppiate. Ed anche la scelta di von Trier di esaminare il luogo comune secondo cui le apparenze ingannano, non è – nella sua esplorazione della psiche umana – poi così scontata e retorica.


Titolo: L’elemento del crimine (Forbrydelsens Element)
Regia: Lars von Trier
Sceneggiatura: Tómas Gislason, lars von Trier, Niels Vørsel
Fotografia: Tom Elling
Interpreti: Michael Elpich, Esmond Knight, Me Me Lai, Jerold Wells, Ahmed El Shenawi, Astrid Henning-Jensen, Lars von Trier, János Herskó, Stig Larsson, Harry Harper, Frederick Casby, Roman Moszkowicz, Duke Addabayo, Jon Bang Carlsen
Nazionalità: Danimarca, 1984
Durata: 1h. 44′


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