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"Lezioni di piano" di Jane Campion

23 ottobre 2005 Recensioni 3 Commenti
Lezioni di piano

Mikado, 1993 – Poetico

Nuova Zelanda, diciannovesimo secolo. Una giovane donna inglese arriva con la figlioletta in questo continente a lei sconosciuto, per vivere con un marito – scelto dal padre – altrettanto sconosciuto. La donna è muta fin da bambina, ma nutre una vitale passione per la musica e il suo pianoforte…


Holly Hunter osserva Sam Neill in una scena di Lezioni di pianoLezioni di piano è un vero capolavoro, profondamente umano e poetico. Lo è anche quando tocca le vette dell’erotismo, in quanto la vicenda tratta di due passioni: quella che Ada nutre per la musica e quella che può nascere come un’alchimia tra un uomo e una donna, a dispetto di doveri e differenze culturali. Infatti, Ada è contesa tra il suo legittimo marito – che però non ha nulla di affine con lei – e un altro uomo, loro vicino di casa. Sarà quest’ultimo che conquisterà il suo cuore, perché intuisce che per arrivarvi deve ricorrere alla primaria passione della donna, ossia al suo pianoforte, che invece il marito neanche vuole in casa propria. Le lezioni di piano diventano così anche lezioni di seduzione, fino al completo cedimento di Ada, che si scopre – forse per la prima volta – donna. In quanto tale, Ada scoprirà inoltre che il suo cuore può nutrire un amore nuovo, diverso da quello che prova per la musica e da quello che prova per la sua bambina, un amore che pagherà a caro prezzo, ma non abbastanza per arrivare a odiare la vita.

Harvey Keitel in Lezioni di pianoJane Campion ci dà a sua volta lezioni di fine psicologia attraverso il modo in cui racconta le dinamiche dalle quali nasce prima la passione, poi l’amore: una giovane donna arriva nell’esistenza di due uomini, privi di una vera e piacevole compagnia femminile, si innesca la vicenda e la regista offre lezioni di vita trattando tematiche universali: innamoramenti, gelosie, vendette. Le psicologie e gli atteggiamenti dei protagonisti sono complessi; nessuno di loro è totalmente innocente ed integro – neppure la bambina – così come nessuno di loro è immune da una certa antipatia che lo spettatore può sentire in alcuni momenti nei loro confronti. Eppure, i ritratti che risultano sono memorabili.
Holly Hunter in Lezioni di pianoAda non può parlare, ma le sue bizze sono anche più eloquenti e incisive di qualsiasi parola, e Holly Hunter è da applauso nel dare vita a una giovane per nulla indebolita nel carattere dal suo handicap, e per nulla disposta a lasciarsi sottomettere da una società maschilista. La sua sola presenza è sufficiente per sconvolgere i tranquilli se non banali equilibri di una piccola comunità agli antipodi del mondo, e a far scatenare sia passioni che toni da tragedia; ma questo sarà per Ada un’esperienza che la trasformerà nel profondo del suo animo. La bambina, invece, assolve alla funzione di veicolare voci e pensieri della madre, ma risulta un personaggio così delineato e convincente che senza di esso il film non sarebbe la stessa cosa.

Holly Hunter e Anna Paquin in Lezioni di pianoInfine, la Campion dà lezioni anche di alta e raffinata sapienza cinematografica, nella quale molte sono le sequenze memorabili – una per tutte, il pianoforte suonato in riva all’oceano – e parecchie inquadrature sono pura poesia. Spesso si ha l’impressione che il film sia il corrispettivo visivo di un classico ottocentesco della letteratura inglese, mentre è invece frutto della penna e della toccante genialità della regista stessa. Una genialità che non poteva deludere nel finale, vero colpo di scena, sorprendente quanto spiazzante, non per mera spettacolarità – alla quale è superiore – ma per la finezza di pensiero che ha permesso alla Campion di concepire una conclusione che è un vero e proprio inno alla vita.


La locandina di Lezioni di pianoTitolo: Lezioni di piano (The Piano)
Regia: Jane Campion
Sceneggiatura: Jane Campion
Fotografia: Stuart Drynurgh
Interpreti: Holly Hunter, Harvey Keitel, Sam Neill, Anna Paquin, Kerry Walker, Geneviève Lemon, Tungia Baker, Ian Mune, Peter Dennett, Te Whatanui Skipwith, Pete Smith, Bruce Allpress, Cliff Curtis, Carla Rupuha, Mahina Tunui, Hori Ahipene
Nazionalità: Francia – Australia – Nuova Zelanda, 1993
Durata: 2h. 01′


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Attualmente ci sono 3 commenti a questo articolo:

  1. Sebastiano ha detto:

    La stella!! Ci vuole la stella qui, ragazzi! Facciamo anche due…

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Una per ogni tasto del pianoforte!

  3. Donato ha detto:

    Indimenticabile. Splendida ricostruzione ambientale, attori in stato di grazia e momenti di straordinaria intensità emotiva, ma quello che non riesco davvero a dimenticare ancora oggi (al punto che mi ritrovo spesso a fischiettarlo sopra pensiero) è il tema melodico portante della colonna sonora, quello eseguito, per l’appunto, al pianoforte…

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