"La corte" di Christian Vincent

Academy Two, 17 Marzo 2016 – Verboso
Sta per iniziare nella Corte d’Assise di un comune del nord della Francia un processo per infanticidio. Il Presidente viene però colpito da uno dei nomi sorteggiati come giurati, quello di una donna che lui ha conosciuto anni prima e non ha mai voluto dimenticare…
Storia d’amore ritrovato travestita da legal thriller, La corte (in originale L’hermine, la toga) è un film francese piuttosto classico nella sua costruzione ma capace di raggiungere vette notevoli nei duetti tra Fabrice Luchini e Sidse Babett Knudsen. L’attore parigino (che meriterebbe la considerazione della giuria di Venezia72) si trova perfettamente a suo agio nei panni dell’istrionico giudice Racine, e si muove perfettamente tra i diversi registri che la sceneggiatura utilizza di momento in momento.
Certo nel fiume di parole attraverso cui la storia procede qualche momento di stanca c’è, e in più di un’occasione si ha l’impressione che certe cose siano dette ad esclusivo uso e consumo dello spettatore piuttosto che dei personaggi, ma difficilmente si può pensare ad amori maturi raccontati sul grande schermo con la stessa poesia raggiunta qui dal regista di Hotel a 5 stelle e La cuoca del Presidente. Si potrebbe muovere l’appunto che il processo in sé non è particolarmente interessante, ma ne esce comunque una caratterizzazione perfetta del protagonista, attraverso le sue parole come di quelle degli altri personaggi. E considerando che è questo personaggio il centro del film, non è poco.
Titolo: La corte (L’hermine)
Regia: Christian Vincent
Sceneggiatura: Christian Vincent
Fotografia: Laurent Daillard
Interpreti: Fabrice Luchini, Sidse Babett Knudsen, Eva Lallier, Corinne Masiero, Sophie-Marie Larrouy, Fouzia Guezoum, Simon Ferrante, Abdallah Moundy, Serge Flamenbaum, Emmanuel Rausenberger, Gabriel Lebret, Salma Lahmer, Victor Pontecorvo, Candy Ming, Michaël Abiteboul
Nazionalità: Francia, 2015
Durata: 1h. 38′
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