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"L’ipnotista" di Lasse Hallström

3 aprile 2013 Recensioni 0 Commenti
L'ipnotista

Bim, 11 Aprile 2013 – Manieristico

Una famiglia viene sterminata a coltellate, ad eccezione del giovane Josef, comunque sopravvissuto a stento e traumatizzato. Un detective decide di chiedere aiuto a un ipnotista in grado di entrare nella mente del ragazzo e ricostruire la dinamica e i motivi del massacro…


Jonatan Bökman e Mikael PersbrandtLasse Hallström torna a lavorare in patria dopo un lungo periodo trascorso a Hollywood, e lo fa prendendo il timone di un progetto che appare produttivamente molto vicino a quei prodotti industriali cui il regista si è dedicato negli ultimi anni. L’occasione arriva da un discreto thriller che si pone come il primo di una potenziale serie di otto titoli collegati dalla presenza dell’investigatore protagonista. Per quanto la professionalità di Hallström sia rimasta nel risultato finale, appare chiaro come L’ipnotista è poco più di un’operazione portata a termine, in cui tante piccole mancanze impediscono al titolo di affrancarsi dal livello di un prodotto medio di largo consumo.

Eva Melander e Tobias ZilliacusIl voluminoso romanzo originale intrecciava in modo pregevole la storia dell’indagine con la vita coniugale dell’ipnotista e un lungo flashback su alcuni dei suoi passati pazienti. La sceneggiatura di Paolo Vacirca rinuncia invece del tutto a quest’ultimo aspetto del romanzo e non trova mai l’equilibrio tra i primi due. Così facendo, il racconto si arena in una grossa stasi sentimentale verso la metà del minutaggio e risulta debole nella coerenza dell’indagine, con molti passaggi movimenti dei personaggi che risultano forzati e poco fondati su quanto realmente visto in precedenza.

Mikael Persbrandt e Lena OlinSe si soffre la lentezza e l’insufficiente qualità dell’evoluzione della storia, poco si può invece obiettare sulla confezione tecnica: Hallström e il direttore della fotografia si rifanno chiaramente a dei modelli televisivi, ma il look scelto è inquietante quanto basta, per far trovare a molte scene la giusta chiave. Un esempio è l’adrenalico finale con il pulmino, che in parte riscatta l’immobilità precedente. Quello che è impossibile riscattare è la mediocrità (non cattiva qualità, ma mediocrità) complessiva de L’ipnotista, che appare come un thriller di grana talvolta grossa con troppi inserti spesso eccessivamente melodrammatici, Momenti, questi, minati anche dalla brutta prova di Lena Olin, nettamente inferiore a quelle di Tobias Zilliacus e Mikael Persbrandt.


La locandinaTitolo: L’ipnotista (Hypnotisören)
Regia: Lasse Halltröm
Sceneggiatura: Paolo Vacirca
Fotografia: Mattias Montero
Interpreti: Tobias Zilliacus, Mikael Persbrandt, Lena Olin, Helena Af Sandeberg, Jonatan Bökman, Oscar Pettersson, Eva Melander, Anna Azcarate, Johan Hallström, Göran Thorell, Jan Waldekranz, Emma Mehonic, Tomas Magnusson, Nadja Josephson
Nazionalità: Svezia, 2012
Durata: 2h. 01′


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