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"Loin des hommes" di David Oelhoffen

1 settembre 2014 Recensioni 0 Commenti
Loin des hommes

Inedito in Italia – Vigoroso

Algeria, 1954. Un europeo insegna a leggere ai bambini di un villaggio sperduto. Un giorno i gendarmi francesi gli consegnano un prigioniero algerino da accompagnare in una città vicina. Di malavoglia, l’insegnante si mette in marcia, ma i due si ritrovano ben presto inseguiti dai francesi e dagli algerini…


Viggo Mortensen in Loin des hommesLiberamente ispirato a L’ospite, racconto breve di Albert Camus contenuto nella raccolta del 1957 L’esilio e il regno, Loin des hommes è un lungo viaggio in bilico tra Lawrence d’Arabia, un western di Howard Hawks e il Dago di Robin Wood. È un viaggio ma non una fuga, per quanto Daru e Mohamed si trovino a scappare da uomini che vogliono tener lontani, perché per entrambi è più importante il punto di arrivo di quello di partenza. L’insegnante sta cercando il suo posto nel paese in cui è nato ed è sempre vissuto («Per i francesi eravamo africani, per gli africani eravamo europei»), mentre l’assassino algerino marcia con caparbietà verso un destino che lui stesso si è scelto.

Reda Kateb e Viggo Mortensen in Loin des hommesOelhoffen avvolge i due personaggi in un ambiente duro e polveroso ma non tanto inospitale da rendere poco credibile l’attaccamento che Daru e Mohamed dimostrano di avere per quei luoghi. Non c’è dubbio che il vero nemico non siano i sassi e le montagne ma i coloni francesi, e le fragorose esplosioni dei loro fucili sono lì a dimostrarlo, più ancora dei crimini di guerra di cui si macchiano. La mano ferma del 45enne regista francese, priva di voli pindarici o concessioni allo stile fine a se stesso, scuote realmente lo spettatore di questa sua opera seconda e ne guida facilmente le emozioni, facendolo sentire totalmente partecipe del destino dei due protagonisti.

Viggo Mortensen e Reda Kateb in Loin des hommesLe lingue si intrecciano con la giusta naturalezza e la giusta fatica, a seconda del momento, e la perfezione di scrittura aiuta non poco i due bravi interpreti. I loro dialoghi sono interessanti ma mai smaccatamente filosofici, non discutono dei massimi sistemi ma “solo” della loro vita, cosa che dona ai personaggi e alla pellicola nella sua interezza un realismo e un’efficacia notevoli, cosa magari sorprendente vista l’origine letteraria della storia.

Tra silenzi e marce forzate, sparatorie e intermezzi leggeri, scelte obbligate e decisioni sofferte, Loin des hommes si dimostra un film intenso e profondo, mai faticoso per gli spettatori ma molto stimolante intellettualmente. Il migliore della prima parte del Festival di Venezia 2014.


La locandina francese di Loin des hommesTitolo: Loin des hommes
Regia: David Oelhoffen
Sceneggiatura: David Oelhoffen
Fotografia: Guillaume Deffontaines
Interpreti: Viggo Mortensen, Reda Kateb, Florian Genetet-Morel
Nazionalità: Francia, 2014
Durata: 1h. 50′


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