Stai leggendo:

"Milk" di Gus Van Sant

15 gennaio 2009 Recensioni 13 Commenti
Milk

Bim, 23 Gennaio 2009 – Frammentario

Attivista per i diritti degli omosessuali. Amico. Amante. Unificatore. Politico. Combattente. Icona. Ispiratore. Eroe. La sua vita ha cambiato gli Stati Uniti, e il suo coraggio ha cambiato la vita di tante persone. Nel 1977, Harvey Milk è stato eletto consigliere comunale a San Francisco…


Sean PennI film di Gus Van Sant sono da sempre caratterizzati da una certa disunità apparente, da una complessità che punta su un elemento cardine per mantenere l’organicità di un girato che tende a disperdersi in mille rivoli. Tendenza evidente in Paranoid Park, nel quale il regista colloca al centro del film “l’arena” degli skater quale accentratrice di senso, immagine sintetica di un particolare stile di vita e di pensiero, forza centrifuga e centripeta al tempo stesso di tutte le declinazioni nelle quali la storia si articola. Ma tale caratteristica risulta ancora più accentuata dal punto di vista strettamente cinematografico nei precedenti Last Days ed Elephant, nei quali era la macchina da presa ed il suo (in)seguire i personaggi senza soluzione di continuità a fornire il trait d’union necessario ad amalgamare un impianto di per sé poco narrativo, e dunque tendenzialmente dispersivo. Lo stesso discorso è riferibile a Milk, ultima fatica di Van Sant, che si concentra sugli anni di vita pubblica di Harvey Milk, dalla trasformazione del suo negozietto a Castro Street in un vero e proprio punto di aggregazione per la comunità omosessuale, fino alla sua ascesa alla carica di Supervisor di San Francisco (assimilabile al nostro ruolo di consigliere comunale), primo gay dichiarato a raggiungere elettivamente una carica di una certa rilevanza pubblica negli States.

Sean PennIl film, pur godendo di una sostanziale fluida narratività che lo innerva e ne sostiene la spina dorsale, è caratterizzato da una messa in scena frammentaria, lavorando più sulle associazioni di senso che non sulla concatenazione degli eventi, sulla descrizione degli aspetti di contorno di una vicenda che è per di più nota per i suoi aspetti di rilevanza pubblica e sociale. Solo nell’ultima parte il film si cristallizza in una forma più classicheggiante, in cui i richiami del biopic di natura agiografica e celebrativa si fanno sentire con una certa forza. E se da una parte l’effetto è per certi versi rassicurante, dall’altra contribuisce ancor di più a richiamare quella apparente disorganicità tanto cara al regista del Kentucky.

Il regista Gus Van Sant con Josh Brolin e Sean PennIl filo rosso che lega le perle monadiche di Van Sant è questa volta la carnalità garbatamente esibita di uno Sean Penn che tocca uno dei punti più alti della sua carriera, con un’interpretazione che si avvicina, se non supera, quella regalataci da Philip Seymour Hoffmann in A sangue freddo. Anche se forse il solo Penn non basta a togliere quel retrogusto di approssimatività che emerge in maniera decisa nelle prime battute del film per poi stemperarsi gradualmente, che non inficia a ledere la bontà di quello che si configura come una pellicola estremamente valida, ma che le impedisce di assurgere alle vette toccate in altre occasioni dal regista di Louisville.


>La locandinaTitolo: Milk (Id.)
Regia: Gus Van Sant
Sceneggiatura: Dustin Lance Black
Fotografia: Harris Savides
Interpreti: Sean Penn, Emile Hirsch, Josh Brolin, Diego Luna, James Franco, Alison Pill, Victor Garber, Denis O’Hare, Joseph Cross, Stephen Spinella, Lucas Grabeel, Brandon Boyce, Howard Rosenman, Kelvin Yu, Jeff Koons, Ted Jan Roberts
Nazionalità: USA, 2009
Durata: 2h. 08′


Percorsi Tematici

  • Non ci sono percorsi tematici collegati a questo articolo.
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Attualmente ci sono 13 commenti a questo articolo:

  1. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Film bello quanto originale. Da non perdere.

  2. Riccardo ha detto:

    Alberto hai qualche film con Penn che mi consiglieresti?

    Tu cosa ne pensi su questo attore?
    A me pare abbastanza bravo, peccato che faccia pochi film.

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Direi “Taps – Squilli di rivolta”, “Vittime di guerra”, “Colors”, “Carlito’s Way”, “Dead Man Walking”, “Accordi e disaccordi”, “Mi chiamo Sam”, “Mystic River” e “21 grammi”.

  4. Riccardo ha detto:

    Mystic River è bellissimo, nel film di eastwood, nei panni del padre la cui figlia è stata assassinata, raggiunge picchi che pochi attori hanno raggiunto.

  5. Guido ha detto:

    Ciao Alberto. Sai per caso se Dead Man Walking si trova da qualche parte in Dvd??

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Guido, mi spiace ma mi sa che in italiano non si trova. Francamente non sono sicuro sia mai uscito, in DVD da noi.

  7. Guido ha detto:

    Avevo l’atroce sospetto…

  8. Guido ha detto:

    Finalmente ho visto “Dead Man Walking”, uscito in blu-ray.
    Film molto buono, con un finale un po’ didascalico.
    Susan Sarandon molto brava, ma Sean Penn titanico.
    Meno male che Sean Penn ha vinto 2 Oscar successivamente.
    La giuria degli Academy si è fatta perdonare la cantonata del ’96, quando ha attribuito l’Oscar a Nicolas Cage per l’orrendo (a mio parere) “Via da Las Vegas”, invece che a questo maestoso Penn.

    Tu che ne pensi, Alberto?
    Non lo meritava molto più ampiamente?

    P.S. Nicolas Cage, per quanto non possieda un’ampia gamma di espressioni, lo apprezzo molto quando si impegna a fondo in ruoli drammatici. Ne “Il ladro di orchidee” è stato fantastico, e anche nello stesso “Via da Las Vegas”, non era malvagio, nonostante ripeto, un film veramente orrido, come storia almeno.

  9. Alberto Cassani ha detto:

    Mah… secondo me Cage ha due stili di recitazione diversa, a seconda del film: il pesce lesso con una sola espressione facciale, e l’esagerato che carica eccessivamente qualunque cosa. “Via da Las Vegas” (che a me era paiciuto) è stato forse il primo film in cui ha caricato eccessivamente ogni scena, giustificato anche dalla sceneggiatura, e quindi posso capire che abbia convinto l’Academy nonostante Elisabeth Shue sia stata molto più brava di lui. Anche perché “Dead Man Walking” era un film del duo Tim Robbins/Susan Sarandon, che pare non stessero molto simpatici all’establishment per via delle loro idee politiche.

  10. Guido ha detto:

    Lo trovi un buon film “Dead Man Walking”?

  11. Alberto Cassani ha detto:

    Sì, ma con molte riserve. Mi infastidiscono i film che cercano così “violentemente” di convincerti della loro opinione, a prescindere che io sia d’accordo o meno. Preferisco quelli che espongono una situazione e lasciano che gli spettatori si facciano la propria idea a riguardo, limitandosi a suggerire le opinioni degli autori senza piazzarle in faccia al pubblico.

  12. Guido ha detto:

    Chi è secondo te il più grande attore vivente???

  13. Alberto Cassani ha detto:

    No, io trovo impossibile fare queste classifiche. In questo momento non c’è nessun attore che mi convince con la sua sola presenza ad avere interesse a vedere il film, ma al di là di questo dire chi è il più bravo lo trovo davvero impossibile.

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.