"Monsters University" di Dan Scanlon
Walt Disney, 20 Agosto 2013 – Spassoso
Il piccolo Mike viene ammesso alla più prestigiosa università di mostri con il sogno di diventare un grande spaventatore, ma le cose non filano lisce soprattutto dopo l’arrivo di Sulley. I due dovranno dimostrare di essere dei mostri di valore e le Spaventiadi saranno l’unica occasione per riuscirci…
Se spaventare è il metro del valore di un mostro, la Monsters University è il posto dove poter apprendere e testare la propria predisposizione a far paura. La Pixar torna al cinema con un prequel mostruoso perché ben fatto innanzitutto sotto il profilo della scrittura: non è solo una storia che diverte e appassiona, è una storia che funziona, impeccabile in ogni dettaglio nel rileggere il mondo accademico statunitense in chiave “monster”. Dan Scanlon firma un college movie dal ritmo avvincente grazie all’equilibrio tra gag storia e cliché.
Sebbene il sottotesto di riferimento sia reale – rispetto al “mondo delle porte” creato nel primo episodio – il film non perde quello smalto magico e fantasioso che vive tutto nei personaggi. Mike e Sulley, il secchione e lo strafottente, sono i protagonisti attorno ai quali orbita una serie di mostri che sono molto più che macchiette. Da qui l’empatia fortissima con ognuno di loro, dalla povera lumaca che cerca di affrettarsi per non fare tardi, alla disarmante imperturbabilità di Squibbles, fino alla tenera e bizzarra insensatezza di Art. Anche la “Malefica” Tritamarmo, rettore della facoltà di spavento, affascina in tutta la soggezione che incute quando si materializza, così come Randy, l’arrampicatore sociale della situazione.
Attraverso il passato di Mike e Sullivan il film ripercorre i momenti formativi per eccellenza nella vita di uno studente che deve confrontarsi con i suoi sogni, i suoi obiettivi ma anche i suoi limiti. Quando il gruppo disadattato degli Ohimè Kappa inizia a costruire la propria forza sull’accettazione dei propri limiti, in quel momento, comincia a vincere. Nei modi più assurdi e impensabili, certo, ma genuini e intelligenti. E’ un viaggio di autoconsapevolezza e di rivelazione soprattutto per Mike che deve affrontare la realtà di un sogno più grande delle sue aspettative.
La Pixar è sempre all’avanguardia per quel che riguarda le tecniche di realizzazione e anche questa volta non si smentisce, testando un sistema di illuminazione globale che arricchisce la qualità visiva e reale dell’immagine, impreziosita dall’attenta costruzione scenografica che ha mostrizzato persino gli edifici del campus. Insomma, i dettagli sono curati e sono importanti ma è la scrittura dei personaggi il vero cuore del film e il vero motivo per cui, nonostante la consapevolezza di come andrà a finire, non si cade mai nello scontato; persino la mostro-mamma di Squibbles ha un’identità così caratterizzata che sarà difficile dimenticarla!
Credere in se stessi è fondamentale, ma non sempre basta per realizzare i propri obiettivi e così quando il sogno si spezza, quando Mike affronta la realtà del suo aspetto buffo, una porta si chiude ma un’altra si apre, come sempre accade, nella vita e nel regno dei mostri più spassosi del cinema.
Titolo: Monsters University (Id.)
Regia: Dan Scanlon
Sceneggiatura: Daniel Gerson, Robert L. Baird, Dan Scanlon
Doppiatori: Sandro Acerbo, Saverio Indrio, Luca Dal Fabbro, Rita Savagnone, Gabriele Patriarca, Marco Mete, Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio, Paolo Vivio, Stefano De Sando, Stefano Alessandroni, Marco Foschi, Francesca Manicone, Corrado Conforti, Loretta Goggi
Nazionalità: USA, 2013
Durata: 1h. 44′
Secondo me questo è l’ultimo “jolly” che la Pixar può giocarsi.
Se vogliono conservare la credibilità e la fama che si sono guadagnati negli ultimi 15 anni, il prossimo film deve essere un gran film, con la “gran” maiuscola.
Dopo un trittico impressionante (Wall-E, Up e Toy Story 3), ha pezzato clamorosamente con Cars 2, ha deluso (o, comunque, non ha certo impressionato) con il pavido The Brave e adesso si “rifugia” in un prequel (pur godibile).
C’è stato un periodo (direi dopo Nemo e fino, appunto, a Toy Story 3), in cui ogni uscita di questa casa era una certezza: non solo per la qualità impressionante delle immagini, ma anche – e soprattutto – a livello di trovate narrative, di capacità di emozionare.
Andavi al cinema e sapevi che avresti visto qualcosa che ti avrebbe stregato, stupito, fatto ridere e piangere quanto, se non più di, un qualsiasi film dal vero.
Da qualche uscita, invece, questa certezza non c’è più.
Non sono abbastanza addentro a certe dinamiche per poter dire se ciò sia una conseguenza della fusione/incorporazione con la Disney.
Di certo mi è sembrato di percepire una certa “disneyzzazione” negli ultimi film Pixar: vedasi, soprattutto, il ritorno del cantato (peraltro decisamente superfluo e posticcio) in The Brave.
Fortunatamente per la Pixar la principale concorrente Dreamworks continua ad avere una discontinuità mostruosa: per ogni prodotto ottimo (Dragon Trainer) o comunque buono (Le 5 leggende), ci infilano uno sconfortante Gatto con gli stivali.
Non so, secondo me ha ancora molto credito con il pubblico di massa. Anche perché alla fin fine “The Brave” ha vinto un Oscar, quindi non ha certo intaccato l’immagine della Pixar. Però è verissimo che non sono più infallibili come sono stati per lungo tempo. Dubito dipenda direttamente dalla fusione con la Disney, visto che a capo della nuova società ci sono loro e non quelli della Disney, ma magari aver allontanato Lasseter dal centro creativo della Pixar ha portato dei problemi.
alberto cassani ti invito a vedere questo video e
darmi un parere personale.Ti stimo come recensore Link:https://www.youtube.com/watch?v=Vfs21H0yfwU&list=UUqeWxXEwbDSX-6zFPdx3mcw
lo hai visto alberto?
No, lo recupero appena torno da Venezia.
sei riuscito a vedere il video che ti ho dato alberto
Sì, l’ho visto proprio ieri. Guarda, io quando guardo i cortometraggi sono abbastanza impaziente, i film che ci mettono dieci minuti a raccontare qualcosa che può essere raccontata in 5 mi danno fastidio. Il vostro corto ricade esattamente in questa categoria. Tutta la parte centrale, quella della ricerca della bomba, secondo me va sfrondata di tutte le cose che non riguardano direttamente la ricerca: il ping pong, le flessioni, il bastoncino di legno, il balletto… Se i due si mettono alla ricerca della bomba, fateci vedere loro che cercano la bomba, altrimenti l’impressione è che non gliene freghi nulla. Poi capisco le condizioni in cui avete girato, ma se il sonoro è incomprensibile meglio tagliare la scena o ridoppiarla che lasciare il suono originale come nel caso della seconda porta. Insomma, penso che avrebbe anche potuto diventare un corto piacevole, ma dovreste pensare di più a cosa volete raccontare, prima di girare.
Non l’ho fatto io dei miei amici e ho detto la stessa cosa a loro :(fanno una trama e poi si perdono in montaggi musicali sciocchi e noiosi…e si perde del tutto la sceneggiatura iniziale)
Ah, ok. Pensavo tu fossi uno dei due. Comunque ho notato che molto spesso si tende ad accendere la telecamera senza aver bene studiato cosa fare, e non solo da parte di gente giovane e alle prime armi.
Certo ….Gli Ho detto che la prossima volta gli avrei fatto io una sceneggiatura che ne sò un pò di piu di loro….!!!!!
Rcensione troppo bonaria secondo i miei gusti.
Il film è molto convenzionale, con storia e dinamiche già viste, sentite e risentite. E’ si piacevole, senza dubbio, ma l’unica vera “zampata” Pixar lo riscontrata solamente nell’ultima mezz’ora finale.
Sono in sintonia con quello che ha scritto Il Re Del Pop Corn più sopra.
Sicuramente meglio di “Cars 2” e leggermente superiore a “Brave”.