"Moonrise Kingdom" di Wes Anderson
Lucky Red, 5 Dicembre 2012 – Poetico
Tra i giovanissimi Sam e Suzy è amore a prima vista. Decidono di scappare insieme, e architettano un piano nei minimi dettagli per fuggire lontano da tutti e tutto. La fuga dei due ragazzini sconvolge la vita tranquilla dell’intera comunità, ma mentre le autorità si mettono sulle loro tracce altre vicende mettono a soqquadro l’intera isola…
Moonrise Kingdom si mostra al pubblico come un romanzo tutto da leggere, e la presentazione di quest’opera non differisce dalle precedenti creazioni di Wes Anderson (I Tenenbaum, Le avventure acquatiche di Steve Zissou…), le carrellate laterali e frontali inquadrano i personaggi al centro esatto di una scena, che diventa un quadro dalla cornice invisibile, un’opera d’arte meticolosamente studiata e ordinata dal regista. Il regno (riferimento al kingdom del titolo) viene scandagliato dalla macchina da presa con una precisione quasi scientifica, ne è esempio l’attore Bob Balaban, a metà tra un narratore esterno onnisciente e un documentarista. Il mondo creato da Wes Anderson è finto e autentico allo stesso tempo, in cui i personaggi sono ben caratterizzati e contraddistinti dagli oggetti cui sono legati, dai tratti fisici, dal modo di vestire.
La sceneggiatura sembra essere quella di una fiaba, ma c’è qualcosa in più: Wes Anderson in un contesto chiuso e delimitato (l’isola su cui si svolge la vicenda) lascia spazio all’idealizzazione, alla possibilità di una “fuga” verso una libertà che appartiene all’anima, mettendo cosi da parte i piccoli e grandi dissidi (familiari in primis, poi personali). La parola d’ordine delle pellicole andersoniane è evocare, raccontare un’epoca attraverso i suoi oggetti feticcio, la musica (fantastica la colonna sonora di Alexandre Desplat, menzione particolare al brano “Le temps de l’Amour”), gli innumerevoli riferimenti letterari.
Moonrise Kingdom è un rito di passaggio, è l’incontro sentimentale tra due ragazzini che si affacciano insieme al mondo degli adulti, che già appartengono a quel mondo dei grandi e che, proprio come loro, sono emotivamente provati, depressi, malinconici, imprigionati in un tempo che non mostra segnali di rinnovamento. I due piccoli protagonisti rivendicano il loro appartenere al mondo, cosi Suzy tradisce la sua famiglia, e, come spesso accade nei film del regista texano, cerca di ricostruire quell’unità stravolta. Tirando le somme, Moonrise Kingdom è forse l’opera più completa e matura del regista, un kit perfetto per chi vuole affacciarsi all’universo Wes Anderson, alla sua ironia visiva, alla sua surreale e maniacale messa in scena, al suo raccontare temi quali la morte, la depressione, il fallimento dell’educazione dei genitori, con la delicatezza di un bambino.
Titolo: Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore (Moonrise Kingdom)
Regia: Wes Anderson
Sceneggiatura: Wes Anderson, Roman Coppola
Fotografia: Robert Yeoman
Interpreti: Jared Gilman, Kara Hayward, Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand, Tilda Swinton, Jason Schwartzman, Bob Balaban, Lucas Hedges, Charlie Kilgore, Andreas Sheikh, Chandler Frantz
Nazionalità: USA, 2012
Durata: 1h. 34′
Bello bello mi piacque molto.
Un bel connubio di temi trattati con tatto estremamente leggero e personale di Anderson.
Ti senti completamente “invischiato” nel Regno del regista.
Consiglio.
Ottima recensione
Complimenti