"Nel mio amore" di Susanna Tamaro
IIF, 23 Settembre 2004 – Schematico
Alla morte del marito, Stella torna a vivere nella casa sul lago nella quale è cresciuta. Quei luoghi la portano a ripensare alla sua vita coniugale, e nello scambio di opinioni con un contadino del luogo Stella trova una spiegazione per alcune delle cose che sono capitate alla sua famiglia…
Va’ dove ti porta il cuore. E il cuore di Susanna Tamaro la porta a sedersi finalmente sulla sedia del regista. Diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e in seguito assistente alla regia anche per Salvatore Samperi, la quasi cinquantenne Tamaro realizza con questo Nel mio amore (basato su un suo racconto) una pellicola tecnicamente curata, a tratti elegante, ma pretenziosa e in alcuni momenti irritante in fase di sceneggiatura.
Liberamente tratto da un suo racconto, lo script costruito dalla regista con Roberta Mazzoni è un ricettacolo di personaggi monodimensionali e discorsi pseudo-filosofici che si concretizzano in una spiccata morale cattolica somigliante più ad una predica da chiesa che non ad una sceneggiatura cinematografica.
Considerato il nome della regista, Nel mio amore saprà suscitare l’interesse delle donne più o meno romantiche; considerati i modi del racconto, saprà suscitare l’entusiasmo delle famiglie profondamente credenti. Al di fuori di queste due categorie, il nulla.
Titolo: Nel mio amore
Regia: Susanna Tamaro
Sceneggiatura: Susanna Tamaro, Roberta Mazzoni
Fotografia: Giuseppe Lanci
Interpreti: Licia Maglietta, Urbano Barberini, Vincent Riotta, Damiano Russo, Alessia Fugardi, Sergio Fiorentini, Sara Franchetti, Arturo Paglia, Chiara Lucisano, Marco Bellini, Angela Curri, Marino Masè, Rocco Brunelli
Nazionalità: Italia, 2004
Durata: 1h. 30′
visto ieri sera in TV 2000 a me è piaciuto molto perchè rappresenta in modo partecipato molte situazioni anche attuali. Bella la fotografia.Non mi considero nè “romantica” nè ” bigotta”.
Spero che la recensione non faccia capire che coloro che apprezzano questo film sono per forza romanticoni e/o bigotti… In realtà a memoria pensavo di essere stato più buono, col film, perché nei giorni successivi alla proiezione l’avevo difeso con dei colleghi che invece l’avevano odiato. Ma penso, in ogni caso, sia ovvio come una persona fredda e gelida tipo l’ispettore Callaghan difficilmente possa apprezzare questo tipo di film…