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"On the Road" di Walter Salles

17 ottobre 2012 Recensioni 3 Commenti
On the Road

Medusa, 11 Ottobre 2012 – Fallimentare

Seconda metà degli anni 40. L’aspirante scrittore Sal Paradise incontra l’irrequieto Dean Moriarty, che lo trascina per anni da una città all’altra degli Stati Uniti, alla ricerca di continuo divertimento. I due collezioneranno una serie di esperienze memorabili, ma è una vita che può durare?


Sam Riley in una scena di On the RoadIl romanzo che quasi sessant’anni fa diede ispirazione alla Beat Generation è sempre stato un progetto accarezzato da molti cineasti, primo fra tutti Francis Ford Coppola, che negli anni 70 comprò i diritti del romanzo e ora ne produce l’adattamento diretto da Walter Salles. Il precedente de I diari della motocicletta poteva sicuramente far sperare in bene ma – un po’ per le caratteristiche intrinseche del mezzo cinematografico, un po’ per il timore di allontanarsi troppo dalle pagine originali – il risultato è davvero deludente, sotto diversi punti di vista. La prosa spontanea di Kerouac non era comunque il miglior punto di partenza possibile, fatta di un accumulo di frammenti piuttosto simili, il cui significato profondo viveva (e in parte vive ancora) nella riflessione che l’autore seppe ricavare su se stesso e la società dell’epoca. Salles e il suo sceneggiatore Jose Rivera prendono le distanze dal mondo degli anni 40 pur mantenendo l’ambientazione e cercano di ritrasmettere lo spirito di Kerouac, ma purtroppo non basta una voce fuori campo a riportare passi del romanzo, se il resto della materia offerta si ferma alla superficie.

Sam Riley e Garrett Hedlund in On the RoadI protagonisti messi in scena da Salles sono dei ragazzini curiosi, di cui la storia non trasmette la disperazione o la maturità, ma solo la continua spinta verso la prossima trasgressione: le esperienze che attraversano non sembrano lasciare su di loro grosse impronte, facendo sentire la mancanza di quell’evoluzione che dovrebbe essere alla base del road movie più elementare. Non c’è nemmeno una vera e propria introduzione ai due personaggi, qualcosa di veramente notevole che permetta di creare una reale empatia o fascinazione verso di loro. Quello che rimane da vedere è una banale serie di episodi di bellocci che si abbandonano all’alcol, alle droghe, al sesso occasionale, al viaggio come fuga dalla normalità. Certo, la sceneggiatura si attiene ai fatti del libro in modo piuttosto fedele, ma proprio questa paura di rischiare è uno dei principali limiti della pellicola.

Kristen Stewart e Garrett Hedlund con Sam Riley sullo sfondo in una scena di On the RoadA differenza della regia, i nomi noti coinvolti nel cast non facevano affatto sperare per il meglio, e infatti nell’incarnazione dei personaggi si sente la mancanza di volti sconosciuti o di una qualsiasi prova attoriale davvero significativa. Se Sam Riley rimane in un fastidioso stato catatonico per la maggior parte del tempo, Garrett Hedlund se la cava decisamente meglio, anche se con un personaggio del genere il risultato poteva essere ben altro. Quel che manca davvero è la chimica, l’emozione della grande amicizia tra loro due e di loro due con gli altri personaggi. L’unico rapporto presentato è quello di un Dean Moriarty che gioca a squash contro il muro che sono tutte le altre figure che gli gravitano intorno.

Kirsten Dunst in On the RoadUna rilettura nei fatti inconcludente, rivitalizzata di tanto in tanto dalla bella fotografia di Eric Gautier, l’elemento migliore di una confezione comunque curata. Purtroppo, rimane difficile passare sopra a sequenze banali come quella del bordello in Messico o alla piattezza della maggior parte dei personaggi di contorno. Visto il risultato, sarebbe meglio lasciare il libro più celebrato di Kerouac nel mito che lo avvolge, poiché dalla visione del film di Salles si esce proprio come da un brutto trip: stanchi, con la nausea e la confusa consapevolezza di aver visto troppe cose buttate lì, tra cui qualche lampo di bellezza e un sacco di già visto.


La locandina statunitense di On the RoadTitolo: On the Road (Id.)
Regia: Walter Salles
Sceneggiatura: Jose Riviera
Fotografia: Eric Gautier
Interpreti: Garrett Hedlund, Sam Riley, Kristen Stewart, Amy Adams, Tom Sturridge, Danny Morgan, Alice Braga, Marie-Ginette Guay, Elisabeth Moss, Kirsten Dunst, Viggo Mortensen, Steve Buscemi, Terrence Howard, Sarah Allen, Kaniehtiio Horn
Nazionalità: Francia – Brasile, 2012
Durata: 2h. 17′


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Attualmente ci sono 3 commenti a questo articolo:

  1. Skukyman ha detto:

    Ottima recensione, questo film è un insulto a Jack Kerouac… anche se molti fortunatamente saranno spinti in libreria dalla visione.
    Suggerisco un percorso tematico:

    La rabbia giovane di T.Malik

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Non lo so, siamo sicuri che un brutto film invogli a leggere il romanzo da cui è tratto? A me è capitato di rado di pensare di un brutto film che il romanzo alla base doveva essere valido. Vero che questo ha un’aura particolare e quindi potrebbe attirare comunque, ma io ho dei dubbi.

    Riguardo il percorso tematico, in realtà sarebbe più logico farne uno dedicato genericamente ai road movie, ma potendo gestire un solo percorso a film potrebbe essere un problema.

  3. Marco ha detto:

    D’accordo su più punti evidenziati in recensione.
    Comunque in generale l’ho trovato ben diretto, un pò troppo lungo e fotografato molto bene.
    Il limite della sceneggiatura è già stato enunciato in recensione e cioè un noioso trip con alcune scene però che “risvegliano” lo spettatore.
    Azzeccata la musica.
    Menomale che le prove attoriali sono più che soddisfacenti (a parte Riley, troppo monocorde) e con menzione per Hedlund, molto ben calato.
    Sempre più convinto che la Stewart dia il meglio di sè nelle produzioni indipendenti piuttosto che nei blockbusters.

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