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Orlando di Daniele Vicari

22 dicembre 2022 Recensioni 0 Commenti
Orlando

Europictures, 1 Dicembre 2022 – Sperimentale

Un anziano vive in un paesino nel centro dell’Italia. Fortemente ancorato alla sua terra, si trova costretto, a causa di una richiesta di aiuto da parte del figlio, emigrato vent’anni prima, a prendere coraggio e andare in Belgio. La sorpresa più grande è quella di scoprirsi nonno di una dodicenne…


Meglio non lasciarsi persuadere dalla semplicità della storia, tanto poetica quanto scontata: per Orlando vale la regola che non è importante quello che si racconta ma come. L’ultima fatica di Daniele Vicari non è altro che una plumbea e toccante messa in scena dei sentimenti più intimi e viscerali e rappresenta, in una forma ancora più radicale, un altro tassello di grande sperimentazione nella carriera di un regista che della coerenza ha fatto il suo marchio di fabbrica.

Sperimentale è l’aggettivo più idoneo per definire questo film che appare come “necessario” perché diretto e immediato per lo spettatore che ha bisogno di storie che appaiono edificanti ma che non sono scritte e concepite a tavolino. Un gravissimo errore sarebbe sottovalutare un’opera che è, invece, estremamente complessa, un po’ come tutte le altre del regista, mai uguali a loro stesse. Merito di una sceneggiatura scritta con estrema cura e delicatezza, che non si abbandona nei luoghi comuni andandoli a esagerare ma preferisce, invece, scavare nella loro purezza ed essenzialità.

Ed ecco crescere e inalberarsi un atipico rapporto tra nonno e nipotina dove lo scontro generazionale non è poi così liberatorio o semplice come si può supporre. Siamo nei pressi dell’incomunicabilità, nella difficoltà di valicare il gap culturale e anche temporale che i due protagonisti rappresentano. Orlando è la storia di un riscatto, quello di un uomo che per il suo retaggio culturale non è stato un buon padre e si trova davanti a una seconda possibilità con la nipotina. I protagonisti diventano inseparabili fino alla fine, uno appendice dell’altro.

Più che una favola moderna, come l’ha definita il regista, qui siamo dalle parti della parabola amarissima dove nulla è dolce e carezzevole: lo stesso Belgio diventa, con il suo grigiore, una sorta di terzo protagonista della vicenda e poi anche per la scelta di un confronto che è normale e necessario tra il passato e il presente. Non sono conciliabili ma nemmeno agli antipodi, si trovano in un limbo.

Le capacità del regista, stavolta, raggiungono forse vette più alte del solito, perché predilige una perfetta freddezza, elemento necessario per non far cadere il film nel ridondante e melenso. Vicari ne è consapevole e continua con la sua idea di cinema coerente e rigoroso sia per quella che è la parte squisitamente tecnica, con riprese apparentemente semplici ma, in realtà, studiatissime, sia per quella che è la sua autorialità che non cede a nessun tipo di facile lusinga. I suoi film non sono mai fotocopia di qualcosa di già visto ma appaiono freschi e innovativi ogni volta. Complici della riuscita di questo “racconto realistico” ci sono la fotografia livida e spiazzante e la superba colonna sonora.

Che il regista sia un abile direttore di attori è un dato di fatto ma, tranquillamente, possiamo dire che stavolta si supera e regala a un attore consumato e anche multi-sfaccettato come Michele Placido il ruolo della vita, o meglio della sua carriera attuale. Giocando in sottrazione, con poche e azzeccate parole, l’attore cesella un personaggio indimenticabile e si candida, in maniera obbligata, a premi e riconoscimenti. Stesso discorso vale anche per la giovane e strepitosa scoperta Angelica Kazankova, che pare un’attrice consumata, capace di usare uno sguardo per regalare una tavolozza di emozioni.

Ritmato il giusto, Orlando scivola via con un finale volutamente aperto, dimostrando che, anche seguendo le orme dei vecchi maestri, il nostro cinema è ancora capace di opere che rimangono e che scuotono fin nel profondo.


La locandinaTitolo: Orlando
Regia: Daniele Vicari
Sceneggiatura: Daniele Vicari, Andrea Cedrola
Fotografia: Gherardo Gossi
Interpreti: Michele Placido, Angelica Kazankova, Fabrizio Rongione, Federico Pacifici, Denis Mpunga, Christelle Cornil, Daniela Giordano, Lola Deleuze, Chiara Scalise, François Neycken, Celine Andrè
Nazionalità: Italia – Belgio, 2022
Durata: 2h. 02′


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