Qingnian di Geng Jun

Inedito in Italia – Impresentabile
Un gruppo di ragazzi che lavora tra un negozio di parrucchiera e una miniera prova a dare una svolta alla propria vita nella Cina che si sta aprendo al Capitalismo, ma la sfortuna e la povertà remano loro contro…
Il cinema cinese, categoria da Festival, ha cominciato negli anni a non raccontare più storie arcaiche o rurali ma a gettarsi a capofitto nella realtà , nell’emergere di una società che sta spostandosi velocemente dal vero Socialismo al gretto Capitalismo. Ne parla anche Geng Jun, giovane cineasta al secondo film, che però realizza un’opera tecnicamente, narrativamente e concettualmente delirante e ridicola; improponibile ma presentata comunque in Concorso al Festival di Roma 2009.
Scritto dallo stesso regista e girato con una telecamera amatoriale (con audio in camera difettoso e relativa mancanza di missaggio), il film dovrebbe essere un dramma realistico sulla povertà fisica e morale delle nuove generazioni cinesi, ma finisce invece per essere un girotondo di stupidaggini insistite. Lo sfondo della periferia suburbana dovrebbe essere il pretesto/paravento per parlare della nuova ondata consumistica (come nella Russia post-sovietica) con ciò che ne consegue in termini di crimine e débâcle etica, in cui il bisogno di cibo, sesso e denaro domina ogni cosa. In realtà il film si trascina allucinato per tre quarti d’ora, affogando nel nulla (i personaggi non fanno nulla e non parlano in sostanza di nulla) per poi esplodere in una seconda parte in cui si susseguono senza sosta e senso infortuni, malattie, drammi, morti bianche e non, senza peraltro che a nessuno gliene importi nulla, scatenando una girandola di comicità involontaria (a suo modo) irresistibile.
Quel fazzoletto accreditato come sceneggiatura crede che basti parlare di quanto sia fresca e buona una bevanda gassata per fare critica al dio denaro tralasciando poi le conseguenze delle azioni dei protagonisti, mentre la regia nega semplicemente se stessa confondendo stile comico e drammatico (la scena dei mattoni e della caduta dal palazzo), dimostrando un rarissimo disprezzo per il mezzo cinematografico. Gli attori, per modo di dire, vanno avanti catatonici e insensati, incarnando almeno in questo l’essenza del film: un film che devasta lo spettatore ma sa anche farsi deridere con gusto, come non accadeva da molto.
Titolo: Qingnian
Regia: Geng Jun
Sceneggiatura: Geng Jun
Fotografia: Deqiang Yuan, Qiu Zhen
Interpreti: Wang Guoqing, Liu Jinbao, Liu Jincai, Gao Tieying
Nazionalità : Cina, 2009
Durata: 1h. 46′
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