"Quando la moglie è in vacanza" di Billy Wilder
Augustus Distribuzione, 29 Settembre 1955 – Travolgente
Un uomo felicemente sposato, in una New York bollente, manda moglie e figlio in villeggiatura e si prepara a un’estate in solitaria. Ma i vicini hanno affittato la casa a una giovane, bellissima ragazza e per l’uomo è impossibile non iniziare a corteggiarla. Tantopiù che lei sembra disponibile…
Scritto da Billy Wilder e George Axelrod, tratto da una pièce teatrale di quest’ultimo e diretto da Wilder con mano leggera, Quando la moglie è in vacanza vede Tom Ewell, protagonista anche a teatro, in scena dall’inizio alla fine ma il primo nome nei titoli di testa è quello di Marilyn Monroe. Lanciata ormai nell’olimpo delle superstar, è lei il fulcro attorno al quale gira tutto il film.
Wilder dimostra di saper tenere in mano anche una commedia sfrenata, ricchissima di battute, situazioni, dialoghi e monologhi. Impiega abilmente le dissolvenze per rendere le fantasie del protagonista e anche sulle scene più statiche riesce a imprimere dinamicità al procedere dell’azione. Ma è quando entra in scena Marilyn che il film prende quota e diventa indimenticabile. La sceneggiatura dipinge una giovane donna molto ingenua e sexy, e su questa ingenuità inventa una serie di situazioni divertenti (e a volte un po’ strampalate) che Wilder mette in scena in modo esemplare dando al procedere dell’azione un ritmo che asseconda in modo meraviglioso i tempi comici. Le fantasie e gli sbalzi d’umore di Sherman si alternano alla sua vita reale e agli incontri con la ragazza (genialmente senza nome).
Il film è una satira (molto annacquata) sugli uomini e sul loro comportamento primitivo nei confronti delle donne. La pellicola inizia infatti al tempo dei nativi americani: anche allora le mogli andavano al lago e lasciavano i mariti in città al caldo. E anche allora questi si lanciavano a caccia delle giovani, bellissime fanciulle che rimanevano in città. E’ esattamente quello che succede a Sherman (che, razionalmente, critica il comportamento per poi gettarsi, istintivamente, tra le braccia di Marilyn) con la meravigliosa ragazza del piano di sopra. Su questa base Axelrod cerca di ampliare il discorso a tutti gli uomini (anche il capo di Sherman e l’inserviente), facendo intervenire anche uno psichiatra e dipingendo le giovani donne come ingenue che non capiscono il pericolo che proviene dal maschio in balia degli ormoni che hanno a fianco.
Certo, Axelrod non è l’I.A.L. Diamond che avrebbe firmato l’altro film di Wilder con la Monroe, A qualcuno piace caldo. La sceneggiatura, infatti, qualche difetto ce l’ha: il primo incontro tra Sherman e la ragazza è inulte e annulla un po’ l’effetto dirompente della scena della pianta di patate (che poi son pomodori, ma in italiano si sarebbe perso il gioco di parole successivo «Salve, sono la patata del piano di sopra»); la fotografia-scandalo su U.S. Camera viene mostrata (anche in questo caso in modo inutile); alcune scene sono di troppo e non hanno apporti sostanziali alle vicende; la ragazza viene vista dall’inserviente mentre avrebbe potuto rimanere solo una fantasia nella mente di Sherman. Ma sono difetti minori, che si perdono facilmente nel mare di gag che costellano la pellicola.
Seconda commedia “pura” diretta da Wilder dopo Sabrina, uscito l’anno precedente, Quando la moglie è in vacanza è uno di quei film che riconcilia con la vita e con il cinema. E poi c’è la scena con Marilyn sulla grata della metropolitana: una delle più famose e parodiate della storia del cinema. Uno di quei film da rivedere, di tanto in tanto, alla sera, sul divano, per andare a letto felici.
Titolo: Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch)
Regia: Billy Wilder
Sceneggiatura: Billy Wilder, George Axelrod
Fotografia: Milton Krasner
Interpreti: Marilyn Monroe, Tommy Ewell, Evelyn Keyes, Sonny Tufts, Robert Strauss, Oskar Homolka, Marguerite Chapman, Victor Moore, Dolores Rosedale, Donald MacBride, Carolyn Jones
Nazionalità: USA, 1955
Durata: 1h. 45′
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