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Quo vadis, Aida? di Jasmila Žbanić

8 settembre 2020 Recensioni 0 Commenti
Festival di Venezia 2020

Inedito in Italia – Disperato

Il massacro di Srebenica, avvenuto nella cittadina bosniaca nel luglio del 1995, visto con gli occhi di una traduttrice che lavora nella base delle Nazioni Unite e tenta di salvare la sua famiglia dalla deportazione (e forse dalla morte) per mano delle milizie serbe…


Non c’è speranza in Quo vadis, Aida? ma solo disperazione. La guerra non può portare altro che male. Forse può sembrare una tesi semplice e scontata ma il modo di proporla di Jasmila Žbanić è nuova e la regista bosniaca dirige un film teso, molto emozionante con fortissime connotazioni morali.

Incentrato sulla figura di Aida, un’interprete nella base ONU nei pressi di Srebrenica che fa di tutto per salvare la propria famiglia. Ma mentre lei percorre avanti e indietro la base, parlando con tutti e chiedendo favori a tutti, la Storia prende il sopravvento. L’intelligenza con cui è stato realizzato Quo vadis, Aida?  sta proprio nell’aver saputo inventare una storia particolare che catalizzasse l’attenzione dello spettatore e attraverso questa storia piccola, mostrare quello che avvenne a Srebrenica.

In realtà Jasmila Žbanić mostra molto poco del massacro in sé, e si tiene lontana anche dalle violenze e dai soprusi: riesce a raccontare il massacro -mantenendo altissima la tensione- raccontando soprattutto quello che avvenne prima e attorno allo stesso. In tutta la pellicola vediamo un solo cadavere (una donna riversa a terra, crivellata di pallottole) e mai un omicidio, persino l’evento dello sterminio è fuori campo, stilizzato ottimamente in una scena semplicissima e potentissima.

L’enorme lavoro di sceneggiatura e messa in scena porta a un film eccellente e disperato dove l’orrore della guerra viene descritto soprattutto attraverso le famiglie smembrate, i civili impauriti e un ritorno alla normalità altrettanto violento e impietoso. La speranza non è contemplata, in Quo vadis, Aida?, così come non è contemplata nella guerra: un evento che può portare solo disgrazie, violenza, abbrutimento morale, insensibilità e solitudine.

Le fortissime scene finali, fisicamente difficili da sopportare, riassumono in pochi minuti tutto il senso del film e trasmettono allo spettatore tutta l’assurdità della guerra, l’insensatezza degli ordini militari e soprattutto l’impotenza di fronte a chi vuole commettere il male.

Ma Quo vadis, Aida? non parla solo genericamente di “guerra”, ma di “quella guerra” e ne descrive un episodio ben preciso mostrando tutte le responsabilità: sia quelle dell’esercito che si macchiò di genocidio, sia quelle della Nazioni Unite che non riuscirono a fare nulla per impedire il massacro. E dietro quel generale che dice «Non posso fare niente», condannando così migliaia di persone alla morte, ci siamo tutti noi, membri delle Nazioni Unite che in quei giorni terribili non furono in grado di fare nulla.

Il film di Jasmila Žbanić è un atto di accusa a tutti, indifferentemente, e quella madre che tenta disperatamente di salvare i suoi figli siamo tutti noi genitori che faremmo esattamente la stessa cosa, con la stessa disperazione e la stessa consapevolezza che è tutto inutile: perché la guerra distrugge tutto, anche e soprattutto l’umanità dentro ognuno di noi.

Quo vadis, Aida? è uno di quei film che tutti dovrebbero vedere, non perché parla della guerra, ma perché parla degli uomini: di ognuno di noi.


La locandinaTitolo: Quo vadis, Aida?
Regia: Jasmila Žbanić
Sceneggiatura: Jasmila Žbanić
Fotografia: Christine A. Maier
Interpreti: Johan Heldenbergh, Raymond Thiry, Boris Isakovic, Emir Hadzihafizbegovic, Joes Brauers, Reinout Bussemaker, Teun Luijkx, Jasna Djuricic, Izudin Bajrovic, Ermin Sijamija, Alban Ukaj, Rijad Gvozden, Juda Goslinga
Nazionalità: Bosnia Erzegovina – Austria – Romania – Olanda – Germania – Polonia – Francia – Norvegia – Turchia, 2020
Durata: 1h. 41′


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