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Le colline hanno gli occhi di Alexandre Aja

17 luglio 2006 Recensioni 16 Commenti
Le colline hanno gli occhi

20th Century Fox, 25 Agosto 2006 – Disgustoso

Negli anni 50 il Governo statunitense condusse esperimenti nucleari nel deserto del Nuovo Messico. Alcuni minatori che vivevano nella zona si rifiutarono di lasciare le loro case, e le radiazioni portarono alla nascita di bambini deformi che vivono ancora in quei luoghi, nascosti nelle miniere scavate sotto le colline…


Aaron StanfordNon è un discorso di tipo morale, quello che va fatto su questo film, ma uno di tipo prettamente cinematografico. Il fatto che il sangue scorra a litri dal primo all’ultimo minuto non è un problema per gli spettatori sensibili o per chi dal cinema vorrebbe solo La vita è meravigliosa: è un problema per chi non vuole annoiarsi. Iniziare la pellicola al massimo della velocità, per quanto riguarda il suo contenuto orrorifico, impedisce al regista di cambiare marcia nel momento del bisogno e rende la narrazione piatta e ripetitiva. Per 107 minuti, al pubblico è presentata una situazione sostanzialmente statica, con piccole variazioni di forma (il modo in cui la vittima è uccisa) ma nessuna reale evoluzione della situazione, e quindi nessun colpo di scena. Sostanzialmente, dopo dieci minuti si è già visto tutto e ci si potrebbe risparmiare i restanti 100…

Emilie De RavinRemake dell’omonimo film che Wes Craven realizzò nel 1977, Le colline hanno gli occhi è certamente superiore al prototipo sotto l’aspetto visivo, ma in una categoria decisamente inferiore da ogni altro punto di vista. A partire dall’efficacia dei mutanti (d’altra parte, sarebbe impossibile trovare un altro Michael Berryman) fino all’atmosfera generale del film. Se la seconda regia di Craven era un film produttivamente anonimo (costato soli 325.000 dollari), è però stato uno degli horror più efficaci e soprattutto più importanti di tutti gli anni Settanta. Questa versione del francese Aja ha invece tutte le caratteristiche per essere definito un filmetto di poco conto. Ma nonostante questo, è stato un moderato successo di pubblico negli Stati Uniti (40 milioni di dollari d’incasso contro i 15 del budget di produzione), tanto che è già in preparazione il seguito. Se ne potrebbe fare tranquillamente a meno.


La locandina statunitenseTitolo: Le colline hanno gli occhi (The Hills Have Eyes)
Regia: Alexandre Aja
Sceneggiatura: Alexandre Aja, Grégory Levasseur
Fotografia: Maxime Alexandre
Interpreti: Aaron Stanford, Kathleen Quinlan, Vinessa Shaw, Emilie de Ravin, Dan Byrd, Tom Bower, Billy Drago, Robert Joy, Ted Levine, Desmond Askew, Exra Buzzington, Michael Bailey Smith, Laura Ortiz, Maxime Giffard
Nazionalità: USA, 2006
Durata: 1h. 47′


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Attualmente ci sono 16 commenti a questo articolo:

  1. Francesco ha detto:

    Una volta tanto un horror vero degno di stare accanto all’originale di Craven. Un po’ di buonismo qua e là ma è potente. Memorabile la scena del tentativo di stupro nella roulotte da parte dei due sgorbi.

    Alberto, mi pui dire cosa pensi del fil “Freaks” di Browning. Perchè non gli hai dedicato una recensione come si deve?

  2. Alberto Cassani ha detto:

    “Freaks” è senz’altro un bel film, interessante e a tratti anche scioccante. Però bisogna ammettere che la sceneggiatura è piuttosto banale, anche se viene comunque rivalutata dall’utilizzo di veri freaks nelle riprese.

    Io personalmente ho sempre tante remore a recensire film che hanno fatto la storia del cinema, mi sembra sempre di non poter aggiungere niente di nuovo alle tante cose già dette. Per cui lo faccio solo se devo o se, dopo un nuova visione del film, non sento di avere delle cose interessanti da scrivere.

  3. Francesco ha detto:

    “L’ultima casa a sinistra” ti era piaciuto? Michele Medda, un grandissimo sceneggiatore di fumetti, gli ha dedicato una recensione nel suo sito in cui evidenziava una certa intelligenza sotto alla rozzezza della regia e della sceneggiatura. A me non è proprio piaciuto e anche i critici lo hanno stroncato.

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Conosco bene Medda. Da qualche parte nel suo sito c’è un suo articolo che cita questo http://www.cinefile.biz/?p=4113. Non ho letto quello che ha scritto sull'”Ultima casa a sinistra” ma sono d’accordo con quello che riporti, però a me non era piaciuto. Di Craven mi aveva entusiasmato “Sotto shock” e mi era piaciuto “Il serpente e l’arcobaleno”. Invece “La casa nera”, “Dovevi essere morta” e “Sonno di ghiaccio” mi avevano fatto schifo. Su “Vampiro a Brooklyn” stendiamo un velo pietoso.

  5. Francesco ha detto:

    “Le colline hanno gli occhi 2″ del 1985 è un film che dicono abbia disgustato lo stesso Craven perchè ebbe gravi problemi nella produzione. Io l’ho visto e devo dire che, pur essendo un film modesto, vale cento volte più dell’orrendo remake del 2007.

    “Sotto shock” me lo sono perso ma se mi dici che è bello mi hai incuriosito moltissimo. “La casa nera” aveva dei cattivi pessimi ma faceva simpatia. Ti ha dato fastidio il messaggio anti-borghese? Forse Craven ha un po’ esagerato proprio come fece Spike Lee con “Bus in viaggio”.

    Mi dici se ti era piaciuto “Non aprite quella porta 2”?

  6. Alberto Cassani ha detto:

    “Non aprite quella porta 2”, quello di Tobe Hooper del 1986, non l’ho mai visto. Come non ho mai visto l’originale “Le colline hanno gli occhi 2”.
    Comunque, Craven ha sempre cercato di fare discorsi politici con i suoi horror. Ma non sempre gli è riuscito di amalgamare bene gli ingredienti. Però devo dire che da questo punto di vista nessun suo film mi ha davvero dato fastidio (al di là che della “Casa nera” mi rendo conto di non ricordare assolutamente niente). “Sotto shock” è interessante, anche se certo il protagonista negativo poteva riuscirgli meglio. Ma ci sono alcune iintuizioni davvero belle, e poi oggi è curioso vedere il capo di Mulder e Scully di “X-Files” fare il manico pluriomicida.

  7. Marco ha detto:

    Albe che ne pensi del precedente film di Aja “Alta Tensione”?

  8. Alberto Cassani ha detto:

    Non mi era piaciuto. Ci sono alcune scene molto ben girate, ma globalmente mi sembrava troppo debole.

  9. Marco ha detto:

    Cavoli stavolta mi trovi in disaccordo 🙂 A me è molto piaciuto invece.

  10. Alberto Cassani ha detto:

    Eh, lo so. Sono nettamente in minoranza.

  11. Riccardo ha detto:

    Ho visto la settimana scorsa l’originale del 1977 – molto bello e molto agorafobico, inoltre da elogiare l’interpretazione del mostruoso ( e ricordiamo che è quello il suo aspetto ) Michael Barryman. Ho avuto l’onore di vedere il seguito del 1985 – piuttosto bruttino ma non disprezzabile – ho visionato il remake del 2006 e posso affermare che è una delle poche volte in cui il remake è ai livelli dell’originale.
    concordo con la recensione sul fatto che visivamente è più bello la fotografia fa paura e il protagonista ssoluto è il deserto.
    la regia inoltre penso che se la cavi bene a creare l’equilibrio fra i momenti di tensione e quelli agghiaccianti fino alla catartica resa dei conti finale.
    Ma il seguito di Weitz non sarà mica un remake del film dell’85?

  12. Alberto Cassani ha detto:

    No, no. Pur essendo scritto da Wes Craven e dal figlio, il film di Weisz va in tutt’altra direzione rispetto al sequel originale.

  13. Riccardo ha detto:

    Facendo un giro per il web non sei l’unico a considerare Le colline hanno gli occhi 2 un film-pattume. Non si può nemmeno guardare per curiosità è veramente tanto orribile?

  14. Alberto Cassani ha detto:

    Direi che se l’alternativa è andare a farti togliere il dente del giudizio, puoi anche guardarlo.

  15. Marco ha detto:

    Ottimo remake. Buona regia di Aja con alcuni piano-sequenza veramente d’effetto sottolineati da una colonna sonora ben scritta.
    Assolutamente non annoia.

  16. Marco ha detto:

    Rivisto. Non d’accordo con Albe sul fatto che la sceneggiatura giri sempre su se stessa e presenta sempre le medesime situazioni, tra l’altro il primo vero “home invasion” dei freak si ha a quasi un’ora di film.
    Più che altro il finale mi ha ricordato “Monster Man” del 2003 ma qui ha sicuramente un suo modo di esistere, dato la corrente sociologica-politica presente nel film.
    Ricondivido il mio precedente commento su regia, ritmo e musica.
    Script funzionale e cattivo al punto giusto.

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