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RoboCop di José Padilha

6 febbraio 2014 Recensioni 27 Commenti
RoboCop

Warner, 6 Febbraio 2014 – Roboante

Nel 2028 i robot sono usati in guerra come supporto all’esercito, ma una legge ne vieta l’utilizzo sul territorio statunitense. Quando l’agente della polizia di Detroit Alex Murphy rimane gravemente ferito in un attentato dinamitardo, alla Omnicorp decidono di inserire ciò che resta di lui in uno dei loro robot per creare un “RoboCop”…


Joel Kinnaman in una scena di RoboCopIn questi anni in cui ad Hollywood nessuno sembra voler più rischiare nulla il numero di remake/sequel/reboot è andato aumentando vertiginosamente, tanto che sono state proposte sul grande schermo anche versioni rivedute e corrette di serie Tv praticamente (e giustamente) dimenticate. Ormai le vecchie proprietà che possono avere un qualche interesse per il pubblico moderno sono state riproposte tutte o quasi, e nel lungo elenco non poteva certo mancare Robocop, a conti fatti uno dei film di fantascienza più importanti degli anni 80.

Joel Kinnaman in RoboCopFosse stato per i produttori, in realtà, questa nuova versione del film di Verhoeven l’avremmo vista già quasi dieci anni fa, ma il progetto è transitato sulla scrivania di diversi registi (tra cui Darren Aronofsky) senza mai riuscire a trovare una forma soddisfacente. Secondo la MGM e la Columbia, l’ha trovata grazie alla sceneggiatura del quotatissimo ma praticamente esordiente Joshua Zetumer. Avendo visto il prodotto finito, sorge invece il dubbio che il lavoro da fare fosse ancora tanto.

Joel Kinnaman e Abbie Cornish in RoboCopIl RoboCop edizione 2014 è un film lento e ridondante, che disegna bene il prossimo futuro ma prova solo timidamente a sfruttare il mondo della televisione come aveva fatto Verhoeven nel 1987, crea personaggi che non hanno nulla di interessante e si perde tra esplosioni rumorose e sparatorie al momento di tirare le somme. Fa impressione vedere un cast di nomi così importanti in una pellicola così vuota e fastidiosa, ma raramente un progetto che rimane in fase di studio così a lungo riesce poi a dar vita a un film davvero valido. E questo non è certo uno di quei rari casi.


La locandina di RoboCopTitolo: RoboCop (Id.)
Regia: José Padilla
Sceneggiatura: Joshua Zetumer
Fotografia: Lula Carvalho
Interpreti: Joel Kinnaman, Gary Oldman, Michael Keaton, Abbie Cornish, Samuel L. Jackson, Jackie Earle Haley, Michael K. Williams, Jennifer Ehle, Jay Baruchel, Marianne Jean-Baptiste, Samuel L. Jackson, Aimee Garcia, Douglas Urbanski, John Paul Ruttan, Patrick Garrow, K.C. Collins
Nazionalità: USA, 2014
Durata: 2h.


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Attualmente ci sono 27 commenti a questo articolo:

  1. Fabrizio Degni ha detto:

    Che tristezza? No, ammetto di no… sapevo già che questo film avrebbe vissuto piu’ di marketing pre-uscita che di memoria ai poster per bontà della pellicola quindi leggendo la recensione di Alberto cercavo nelle sue parole gli aggettivi che ne determinassero l’effettiva gattabuia.
    Spero di vedere comunque quanto prima il film se non altro perché il primo Robocop lo ricordo tuttora… e chiunque difficilmente potrebbe dimenticarlo, a differenza, a quanto pare, di questo parto incesto.

    Per favore, anziché girare questi remake o reboot o spin-off o film con il “nome simile”, devolvete tutto, idee comprese, in beneficenza.

  2. Donato ha detto:

    Perfetto. Hanno distrutto un altro mito. Perché il Robocop di Verhoeven poteva piacere o non piacere ma era indiscutibilmente un gran film, che, peraltro, è invecchiato benissimo, se si considera che è ancora oggi perfettamente godibile (eccezion fatta per alcune scene in cui compare quell’automa meccanizzato di cui non ricordo il nome, poco credibili in quanto realizzate con tecniche ormai obsolete).

    Il primo Robocop è stato un film innovatore e precursore, non solo per i contenuti e le tematiche trattate (la città di Detroit è successivamente andata davvero in default finanziario, come anticipato nel film), ma anche per le tecniche di ripresa e di montaggio, in parte riproposte da Verhoeven anche nel successivo Starship Troopers.

    La presenza di alcuni eccessi (soprattutto di violenza) e le tematiche sviluppate nel film, spesso affrontate con un sarcasmo acido e corrosivo che sfocia spesso in una vera e propria satira sociale (crisi economica + perdita dei valori = criminalità fuori controllo) e sullo strapotere delle multinazionali, rese quel film indigesto a molti, soprattutto a coloro che non lo seppero o vollero comprendere.

    Beati anni ’80 (prima dell’avvento del fottutissimo PG-13) quando un regista come Verhoeven poteva ancora lavorare a Hollywood andandoci giù pesante, senza essere incatenato da stupidi codici moralistici del ca##o e costretto a a sfornare tortine melense con lo stampino…

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Avevo pensato di fare diversi paragoni tra l’originale e questo remake, ma a conti fatti questa nuova versione non se lo merita proprio. Il film di Verhoven ha dei difetti, al di là dell’età, ma ha dei pregi enormi che questo qui neanche prova a cercarsi. Il nulla cinematografico.

  4. Donato ha detto:

    Il problema è che ormai la produzione cinematografica hollywoodiana si è appiattita su livelli di mediocrità assoluta. Non esiste più alcun impulso alla sperimentazione, nessuno che incoraggi la creatività, nessuna propensione a correre i rischi che da sempre sono insiti in qualsiasi tentativo di innovazione. Si viaggia ormai unicamente sulla rigorosa aderenza agli stereotipi più beceri ed abusati e l’unica preoccupazione è quella di rentrare nei canoni del marchio PG-13. Insomma, siamo alla standardizzazione totale, nella cui palude affondano anche le buone intenzioni di quei pochi registi che ancora potrebbero avere qualcosa da dire (e tra questi ci metto lo stesso Padilla).

    Al contrario di Fabio, tutto ciò mi comunica una tristezza totale ed una sempre minor voglia di nutrirmi di cinema. Oramai preferisco rivedermi i vecchi film piuttosto che perdere tempo dietro a quelli di nuova produzione.

  5. Fabrizio Degni ha detto:

    @Donato: già… sembra l’esatta trasposizione di quanto si possa dire guardando al mondo dei videogiochi, con ad esempio questa nuova (vado OT ma siamo nel weekend!) generazione di console (e qui ad esempio potremmo fare un parallelo con le nuove tecniche di ripresa o le risoluzioni “estreme” dei nuovi televisori UltraHD) che non fanno altro che pompare con grafica ed effetti pattern e idee rimescolate fino alla zuppa.

  6. Donato ha detto:

    Pur non essendo un giocatore incallito (ho giocato, solo e sempre su PC, giusto a Max Payne 1 e 2, Crysis e Halo 1 e 2), ritengo che oggigiorno ci siano più possibilità di imbattersi in un prodotto innovativo nel modo dei videgames che in quello del cinema.

  7. Fauno ha detto:

    Sono uscito dal cinema incazzato.

    Film piatto il cui intreccio si intuiva quasi subito, come si intuisce di aver schiacciato una merda in giardino, appena entrato in casa senti puzza.

    In questa pellicola non v’è un minimo di voglia di rischiare; vuoi fare un remake? Allora inventati qualcosa di sorprendente, qualche bel colpo di scena.

    La cosa migliore dell’originale che si sarebbe dovuta prendere come esempio, è la crudezza di alcune scene; il momento in cui Murphy viene torturato dai criminali per esempio, è pesante ma efficace! Qui invece si opta per qualcosa che impressioni decisamente meno e che non oltrepassi il livello di violenza che è ormai stato normalmente accettato.

    Infine l’esasperante sciovinismo portato volutamente al livello estremo; non se ne sarebbe sentita proprio la mancanza! Si punta tanto su questo aspetto come elemento caratterizzante della pellicola e finisce col rendere il film ancora più antipatico (se possibile).

    Sorvoliamo su come sia stato scelto di rappresentare il personaggio di Murphy senza le parti robotiche; personalmente ho trovato la cosa inappropriata rispetto al non voler produrre un film troppo impressionante dal punto di vista della violenza.

    Faccio notare ancora un paio di cose veramente assurde:

    Per chi conosce l’originale, probabilmente sarebbe stato superfluo ma in generale utile per tutti gli altri, inserire la scritta “Detroit 2028″…O me la sono persa io o non c’era proprio nel film. Si evince che i fatti avvengono nel futuro solo dalla scena in cui lo spacciare che sta per essere arrestato e dice di star proteggendo la propria famiglia e Robocop risponde che questi ha divorziato nel 2017.

    Dove si è mai visto che la sicurezza privata di una compagnia abbia maggior potere sulla polizia?
    La frase “Sicurezza Omnicorp, giù le armi!” pronunciata dalle guardie armate ai poliziotti è fuori da ogni logica! O meglio, se rientra nella logica del film, dovrebbe per lo meno essere spiegata allo spettatore.

    …Schifo. Schifo assoluto.

    E c’è pire il rischio che se ne faccia una trilogia…STRASCHIFO!

  8. Donato ha detto:

    Come ha argutamente commentato qualcuno su un altro celebre sito di cinema:

    ROBOCOP 2014 = “merda riscaldata in Padilha”…

  9. Alberto Cassani ha detto:

    Io più che incazzato ero avvilito, però rispetto a quanto scrive Fauno ci sono due cose che mi permetto di commentare: lo sciovinismo secondo me non è cercato ma incidentale nel tentativo di parlare (anche) di corruzione politica e di incidenza dei media nell’opinione pubblica (tutto fatto malissimo), e il fatto che si sia nel futuro in teoria dovrebbe essere ovvio dall’esistenza stessa dei robot (però magari qualche indicazione temporale in più sarebbe stata utile).

  10. Fabrizio Degni ha detto:

    Cio che non quadra è che a molti è piaciuto nonostante questa volta la visione “soggettiva” coincida con quella oggettiva della “sola” (da pronunciarsi alla romana) ergo… O qui si sta commentando un altro film oppure siamo in un Truman Show.

  11. Alberto Cassani ha detto:

    Be’, ma gente pronta a difendere le peggio cose la trovi sempre.

  12. Giorgio ha detto:

    Volevo per prima cosa ringraziare tutto lo staff di cinefile.biz e in particolare Alberto Cassani per l’impegno dedicato a questo bellissimo sito. Leggervi è sempre un piacere. Vorrei che ci fossero più pagine obbiettive e competenti come questa quando si parla di cinema. Continuate così.

    Gli attori non valgono nulla. Quello che conta è il soggetto è il regista. Lo diceva Stanley Kubrick, lo ha dimostrato più volte Pasolini, e questo film sembra confermare ancora una volta la regola.
    Non metto in dubbio le capacità di José Padilha, che ha dovuto destreggiarsi abilmente tra le geometrie prefissate di Hollywood.

    Però, diciamolo francamente, la trama di Robocop è tutto sommato limitata. La storia di un poliziotto mezzo uomo e mezzo robot può entrare meritatamente nell’immaginario B-movie.
    Anche lo stesso Paul Verhoeven dopo una prima lettura, tirò lo sciacquone sul copione bollandolo come “cagata pazzesca”
    Eppure, come ben sappiamo, il regista olandese riuscì nell’impresa alchemica di trasformare “la merda in oro”
    L’accento sui personaggi, la satira amara sul controllo dai media, lo stile cyberpunk preso in prestito dal espressionismo di Metropolis, le continue didascalie che offrono doppie letture, la violenza paradossale… togliamo questi ingredienti e cosa rimane del film? Uno Zmovie della peggior specie.
    Mi ricordo quando a casa nostra hanno trasformato Amici miei in un cinepanettone, ed il pubblico ha boicottato il film.
    Mi auguro che per Robocop accada la stessa cosa.
    Se quel mondo televisivo descritto da Robocop(1987), popolato da culi e tette, da televendite “lo compro io per un dollaro”e da telegiornali da quattro soldi, fosse oggi realtà ( potrei non usare il condizionale), film sullo stampo di “robocop” di José Padilha, verrebbero trasmessi sul viacavo in prima serata.

  13. Plissken ha detto:

    Riguardo il “soggetto” ed il successivo riversamento in film la questione, a mio modesto avviso, è semplice: una volta redatta una sceneggiatura di almeno buon livello sta appunto al regista implementare il tutto secondo il proprio gusto e/o talento; qui poi si vede la differenza tra un Verhoeven ed un Padilla, o un De Palma ed una Peirce e così via.

    Prendendo tre esempi a caso, tipo “Le Jour se lève”, Carlito’s Way” o “Drive” credo sia possibile evincere con certezza come il soggetto in sé non possa ritenersi particolarmente originale e/o eccezionale. Eppure sono tutti degli ottimi/grandi film, così come ve ne sono centinaia di altri dalle analoghe caratteristiche. La magia del Cinema ed il suo assurgere ad arte è anche lì, nella sensibilità del regista, altrimenti qualunque libro e/o racconto sarebbe a priori un buon film.

    Con tutto il dovuto rispetto per Kubrick, credo avesse inalato strani oppiacei vapori se o quando ha affermato che “gli attori non valgono nulla”. Mi sembra una corbelleria immane… vorrei vedere “Shining” recitato da Alvaro Vitali.

  14. Donato ha detto:

    Kubrick era notoriamente una brutta bestia per gli attori. Li attirava per il suo carisma di grande regista, di genio del cinema, ma poi li “seviziava” con il suo perfezionismo maniacale, facendo loro girare molte scene un’infinità di volte e trattandoli spesso in maniera tutt’altro che urbana. L’impressione è che nutrisse un personale e autentico disprezzo nei confronti degli attori, intesi come intera categoria e con poche eccezioni.

    Riguardo Padilha: girano voci di un suo sfogo nel quale avrebbe confessato ad un amico di essere stato pesantemente condizionato dalla produzione, che avrebbe tagliato via il 90% delle sue idee. Certo, chi va a Hollywood dovrebbe ben sapere cosa lo aspetta. Evidentemente Padilha non ha avuto le palle per imporre determinate scelte di regia, con l’aggravante che non ha neanche dimostrato “creatività” sufficiente a trovare soluzioni alternative di compromesso. Probabilmente voleva abbandonare il progetto ma non poteva permettersi di pagare la clausola di rescissione del contratto e quindi ha finito per fare il compitino da 6 in pagella, lasciando andare il film alla deriva, in balìa delle scelte dementi imposte dalla produzione. L’impressione è che Hollywood non faccia per lui.

  15. Plissken ha detto:

    Grazie Donato per la dritta. Potrebbe essere plausibile in verità; non ho visto questo “Robocop” ma lo stile di Padilha, per quel che ho avuto modo di vedere nei due “Tropa de elite” decisamente non è teen-hollywoodiano.

    Forse doveva fare come i protagonisti dei suoi film e farsi valere un po’ di più… ma la vita si sa, non è un film.

  16. Alberto Cassani ha detto:

    Grazie dei complimenti, Giorgio. E’ sempre un piacere vedere che la passione e l’attenzione con cui lavoriamo viene riconosciuta dai lettori.

    Parlando del film, io non riesco a capire come un regista possa arrivare sul set di un film senza rendersi conto di quanto le proprie idee divergano da quelle dei produttori, Hollywood o no. In questo caso, sono sicuro che Padilha sapesse bene che l’intenzione fosse di realizzare un film PG-13, per cui non può certo lamentarsi se le idee che gli hanno bocciato riguardavano scene di violenza. Certo il fatto che il progetto sia rimasto in lavorazione così a lungo e che se lo siano palleggiato diversi registi non depone a favore dei produttori, però a conti fatti se il regista decide di firmare il film col suo nome se ne prende la responsabilità. Quindi la totale mancanza di idee film va ascritta in primis a Padilha (di cui io comunque non ho tutta questa grande opinione) e allo sceneggiatore. E se è vero che il soggetto originale era tutt’altro che rivoluzionario, le possibilità di fare un film davvero interessante c’erano tutte. Ma se poi ci si mette a citare l’Avatar di Cameron è chiaro che i modelli non sono quelli giusti…

    Per quanto riguarda Kubrick, lui era un perfezionista che sicuramente concepiva gli attori solo come dei burattini da manipolare, e questo ha portato certi critici disattenti a ritenere che lui abbia quasi sempre lavorato con attori mediocri, però mi sembra sia bene evidente ciò che attori come Nicholson o Douglas davano ai loro personaggi. E’ vero però che lui faceva sempre in modo da mettere gli attori in panni che sembravano tagliati su misura per loro.

  17. Fabrizio Degni ha detto:

    Ciao a tutti, ho visto il film e confermo sulla mera, becera, giacobina operazione marketing perché solo paragonarlo al primo sarebbe pura blasfemia.
    Manca la violenza… e non perché debba esserci, ma in quanto aspetto cruciale e determinante in una pellicola che non deve ammiccare ai ten agers bensì puntare a mo di ariete ai fan storici e a coloro che un eroe, Vibo, lo voglio davvero se necessario sporcarsi ‘le mani’ per far rispettare la legge e proteggere I cittadini.
    Il nostro invece già a partire dal l’armatura Black perché fa social, e il giocattolo di una compagnia per abbattere una leggere, puro marketing, con finalità totalmente diverse dall’originale.
    Aggiungo inoltre che è odioso il Tg news messo lì a fare propaganda e La recitazione generale ai limiti dell’intervista Dash in strada.

  18. Alberto Cassani ha detto:

    Ma infatti quello che i produttori non hanno capito è che la violenza, al di là del modo in cui Verhoeven l’aveva messa in scena, era necessaria per giustificare l’esistenza stessa di un RoboCop. Stavolta invece lui va in giro a picchiare spacciatori e arrestare latitanti sovrappeso…

  19. giorgio ha detto:

    Dal sito boxofficemojo.com leggo che Robocop 2014 ha incassato tuttora 103,291,537 $ .
    Con un budget di 130 milioni il film dovrebbe a malapena riuscire ad entrare nei costi.
    Mi auguro quindi che questa porcheria abortisca la temuta catena di sequel.
    Ragazzi , il pericolo è dietro l’angolo!
    Ricordate l’infame saga Alien vs Predator derivata dalla serie videoludica?
    Non vorrei mai vedere un “robocop vs terminator”, quindi la stirpe deve finire qui, punto e basta.
    Robocop 2014 è stato solo “un disguido, un problema transitorio”.

  20. Fauno ha detto:

    Alberto, hai veramente centrato il punto!

    La presenza di violenza è il motivo che legittima l’esistenza stessa di un robocop. In sostanza, questa storia (ed il film) non sta in piedi senza la violenza!

  21. Fabrizio Degni ha detto:

    Voglio tornare sul film… i robot dovrebbero essere introdotti per riportare pace e serenità nella città che, a detta dei media, è battuta a terra e fuoco dalla criminalità. Ma dove l’abbiamo vista? Cioe’… mostrate, dico io, chesso’ una Gotham City terrorizzata, una City of Angels decaduta, strade, vicoli, angoli dove al primo fotogramma c’è uno stupro, una violenza, un crimine, un omicidio, un sequestro, un’estorsione… cioè dov’è il panico della gente che dovrebbe essere favorevole a cambiare umani con macchine?

    Silenzio…

    Inoltre… Robocop può assorbire al massimo proiettili calibro 50… ma gli altri robo della compagnia che sparano pallini di plastica? Alla scena dell’assalto lo hanno letteralmente crivellato… era un cincio e dopo fotogramma successivo… tada 🙂 nuova armatura, stavolta colore silver, giusto il necessario per rimettesi a fare il piacione in moto (giustamente alle forze dell’ordine inchiodare in strada è concesso, tanto sono fortunati che nessuno “se li intreppella” (per dirla, genuinamente, in dialetto).

    Altro… ma nello speudocervello di Alex, dove sarebbe la porta “usb” in cui era innestato il GPS-Controllo remoto? Mica si vede prima che sbuchi nelle mani del dottore.

    Ricordate invece la scena del vecchio robocop quando letteralmente si trova ai minimi termini? Quella, davvero, generava pathos o quantomeno un minimo di arresto… qua sembra il playmobile. 😐

  22. Alberto Cassani ha detto:

    Giorgio, alle volte anche a Hollywood prendono delle cantonate notevoli. Tra l’altro la Sony l’aveva già fatto due anni fa col remake di Total Recall, stavolta è andata anche peggio rispetto alle previsioni, ma comunque il film è uscito da neanche 10 giorni quindi immagino possa arrivare intorno ai 45 milioni negli Stati Uniti. Questo tipo di film, però, il grosso ormai lo fanno con l’home-video, ma direi che i risultati ci risparmieranno un seguito.

  23. Alberto Cassani ha detto:

    Eh, di vaccate ce n’è una marea… Ci si potrebbe passare sopra se almeno ci fosse qualcosa a livello visivo che lascia a bocca aperta, invece niente…

  24. Marco ha detto:

    Ho visto il film al cinema qualche settimana fà, una delle ultime proiezioni ed ho atteso un pò per scriverne qualcosa, volevo prima un attimo metabolizzarlo. Non sono esattamente d’accordo su tutto ciò che si è detto a riguardo e ne spiegherò il perchè. Purtroppo c’è da dire che non è stato assolutamente nulla di eccezionale ma nemmeno nulla di tanto disastroso come immaginavo, soprattutto se confrontato con altri remake/reboot recenti (tipo Total Rekall, quello sì faceva paura!). Anzitutto si è evitato il confronto diretto con la mitica pellicola dell’87 con la quale rimane solo qualche punto di contatto. Mi spiego meglio. Si è per esempio evitato di inserire una figura femminile forte, probabilmente tutti erano consapevoli che il confronto con la Nancy Allen proposta da Verhoeven sarebbe stato imbarazzante, il regista olandese è stato un maestro nel mettere su pellicola in maniera credibile donne determinare ma al tempo stesso capaci di serbare intatta la propria carica di sensualità (si veda anche la Sharon Stone dell’originale Atto di Forza o anche la Dina Meyer di Starship Troopers). Alla stessa maniera sarebbe stato anacronistico tentare di replicare gli spassosi spot televisivi dell’originale, ma sono stati rimpiazzati in maniera egregia dal The Novak Element (che rimane la miglior intuizione dell’intera pellicola) e che chiosa in maniera esemplare con un Samuel L. Jackson al limite dell’isteria. Purtroppo si è deciso la lotta intestina per la scalata al potere all’interno della Omnicorp (decisamente vivace ed interessante) con quella etica (facile e messa giù in modo banale), dove i ruoli di buono (Gary Oldman) e cattivo (Michael Keaton) appaiono troppo distinti e delineati. Manca un vero cattivo di spicco, il cafonesco e piacevolmente sopra le righe Clarence Boddicker magnificamente interpretato da quel diavolaccio di Kurtwood Smith (peccato non averlo più visto nei panni di personaggi altrettanto brillanti) rimane solo un ricordo. Tuttavia a salvare capra e cavoli resta la regia molto consapevole di José Padilha durante le numerose sequenze d’azione che purtroppo non valorizza alla stessa maniera anche il resto del materiale.

  25. Marco ha detto:

    edit al commento precedente…. Purtroppo si è deciso di sostituire la lotta intestina…… (ho dimenticato di scrivere sostituire)

  26. Alberto Cassani ha detto:

    Marco, in realtà la figura della moglie di Murphy è lì proprio per avere una figura forte di donna (ma non una donna forte, perché ormai non è più di moda). Comunque sono d’accordo nel dire che non è un film terribilissimo, tant’è vero che – come ho detto in un altro commento – alla fine ero più abbacchiato che arrabbiato per lo spettacolo visto. Vero anche che Total Recall era peggio, però qui la scelta di non rifarsi eccessivamente all’originale mi sembra un segno di codardia: le stesse cose non siamo capaci di farle, allora ne facciamo altre. E le facciamo pure male… A livello di intreccio hanno sbagliato tutto lo sbagliabile.

  27. Marco ha detto:

    Mediocre in tutto. Storia, attori, regia ed effetti CGI.
    Tematiche politiche e sociali descritte meglio in altri film, qui solo abbozzate alquanto malamente.
    Spettatore assolutamente non trascinato dalla visione.
    Apprezzabili solo il montaggio e la fotografia.
    Musica insignificante.
    112 minuti interminabili.

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