Stai leggendo:

Soundtrack: "Blade Runner" di Vangelis

3 novembre 2009 Soundtrack 6 Commenti
Blade Runner

Antonio Marguccio, in collaborazione con Colonne Sonore* * * * *

Film di culto non solo tra gli appassionati di fantascienza, Blade Runner ha fatto la storia del cinema anche grazie alla meravigliosa colonna sonora composta da Vangelis. Musiche che però hanno avuto vita difficile nel mercato discografico, fino all’uscita di questa edizione speciale…


Prima della sua pubblicazione “definitiva” in questo splendido album triplo uscito alla fine del 2007, la musica dello sci-fi di culto Blade Runner ha conosciuto forse una delle querelle editoriali più frustranti nella storia delle colonne sonore. Nel 1982 il multistrumentista greco Vangelis – fresco di Oscar per la musica di Momenti di Gloria – ricevette dal regista Ridley Scott la proposta di lavorare al primo film ad alto budget della sua carriera – in precedenza aveva lavorato su pellicole minori greche e francesi e soprattutto si era fatto le ossa con diverse serie televisive del documentarista transalpino Frédéric Rossif. Nel suo studio londinese Vangelis registrò di getto la colonna sonora, circondato da una quantità assurda di tastiere elettroniche, sintetizzatori, strumenti etnici, percussioni classiche e moderne. Un lavoro che globalmente faceva della totale contaminazione dei generi musicali e della loro “citazione” quasi iconica – dal blues al jazz, dalla musica classica alla sperimentazione post-tonale fino agli archetipi della cyber-punk e della techno – il suo marchio distintivo, si direbbe un nuovo linguaggio multimediale che avrebbe consentito all’Ottava Arte un fecondo connubio con le potenzialità espressive della musica elettronica. Ma appena uscito in sala, il fenomeno Blade Runner fu recepito faticosamente soprattutto dal pubblico, che solo oggi lo circonda di un’ammirazione maniacale e spesso mercificante. Anche la musica subì un destino paradossale.

L’uscita dell’OST album su Polydor veniva preannunciata nei titoli di coda, ma nella realtà si dovette aspettare diversi anni prima che due brani della musica originale (Love Theme From Blade Runner e gli Endtitles) venissero pubblicati sull’antologico Themes (1989). Sulle cause di un simile ritardo non esistono che delle supposizioni più o meno seriose e lo stesso Vangelis, nel corso degli anni, si è limitato ad addossare tutta la responsabilità alla sua etichetta discografica. In mancanza di una OST ufficiale, la Warner corse subito ai ripari commissionando una cover orchestrale dei temi principali del film alla New American Orchestra diretta da Jack Elliott (1982). L’album che ne uscì, di incontestabile fattura, fu utilizzato per svariato tempo quale surrogato dello score (in Italia la musica dei titoli finali fu scelta come sigla della popolare trasmissione Rai Linea Verde). Intanto fioriva un parallelo mercato dei bootleg. Il primo di un certo successo fu lanciato nel 1993 dall’eterea e ammiccante etichetta Off World Music. Un secondo, camuffato da bootleg rumeno a tiratura limitata – Sunetul Original al Filmului: Blade Runner – ma in realtà prodotto e distribuito in maniera semi-professionale negli Stati Uniti con l’etichetta Gongo Music (1995), avrebbe anch’esso costituito un must per i fanatici delle versioni originali. Ulteriore attrazione di queste uscite era la spettacolare “extended version” dei titoli finali, non inclusa in nessuna delle versioni cinematografiche e purtroppo ancora oggi rimasta ufficialmente inedita, quindi ignorata dai più. Finalmente, nel 1994, appariva il tanto atteso Blade Runner, un disco che, sebbene compilato con dovizia e gusto da Vangelis, assomigliava però prepotentemente a un concept album d’autore e ometteva alcuni dei temi più prolifici. Come se ciò non bastasse, diverse tracce erano state mixate con il parlato e gli effetti del film, cosa che, se da una parte rifletteva la totale immanenza e pervasività di una colonna sonora che non è distinguibile dall’universo sonoro del film, dall’altra procurava un certo disappunto tra gli addetti ai lavori e a non pochi fan.

Dopo 25 anni di attesa e una commedia discografica che non sembrava vedere la luce, Vangelis ha nuovamente attinto ai suoi archivi e dato vita ad un album triplo, Blade Runner Trilogy: 25th Anniversary. Il bouquet è abbastanza ricco: oltre alla prima edizione datata 1994, il cofanetto include un secondo disco di musica completamente inedita e infine un terzo CD bonus, contenente 12 brani ispirati alla pellicola ma concepiti come rivisitazione “postfactum” e celebrativa nel venticinquesimo anniversario. I primi due dischi, della durata complessiva di oltre 100 minuti, riescono finalmente ad offrire gran parte della OST originale. Da notare poi, nel secondo CD, l’inserimento di due bonus track che non vennero mai utilizzate se non incidentalmente nei cut plurimi del film. Ancora oggi i due brani (One Alone e Desolation Path) suscitano un ascolto ipnotico e avvolgente, com’è nel miglior Vangelis “electronic-driven” d’annata. Desta tuttavia notevole stupore la scelta di amputare un tema fondamentale come Deckard and Roy’s Duel o l’inserimento del tutto gratuito di un effetto vento sulle note della splendida Fading Away (già presente peraltro nel primo disco con il titolo Tears in Rain). Se si aggiunge poi che manca ancora una volta, clamorosamente, la musica dei titoli di apertura – con ogni probabilità considerata da Vangelis troppo minimale per un ascolto “assoluto” – si hanno dei motivi sufficienti per considerare questa Trilogy un’operazione non del tutto riuscita (e in effetti la critica cinemusicale ha tratto le logiche conseguenze, bollando il più delle volte l’intero cofanetto). Lasciando però da parte questi dubbi pur legittimi – che investono un tipo di ascolto quasi maniacale e iper-esigente – quello che più ci interessa dire è che il triplo album permette comunque di godere del capolavoro vangelisiano in una qualità audio stratosferica grazie ad un remaster eseguito con i migliori strumenti della tecnologia odierna, ancora più sorprendente se si considera che la musica venne interamente eseguita sugli strumenti elettronici di oltre 25 anni fa (i quali avevano senz’altro risorse intrinseche superiori a quelle attuali ma soffrivano di inevitabili pressapochismi timbrici).

Riascoltare oggi la musica di Blade Runner permette di assaporare quell’impareggiabile artigianalità di Vangelis, quell’avanguardia sperimentale che non cadeva nel solipsismo ma sapeva farsi musica di massa e muzak collettivo. Un lavoro, dunque, che merita ancora enorme attenzione e che stimolerà senz’altro la curiosità di chi intende riscoprire l’archetipo musicale (assieme al Goldsmith di Alien) delle pellicole fantascientifiche.


La copertina del CD di Blade RunnerTitolo: Blade Runner Trilogy: 25th Anniversary

Compositore: Vangelis

Etichetta: Universal Music, 2009

Numero dei brani: 36 (12+12+12)

Durata: 149′ 54”


Percorsi Tematici

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Attualmente ci sono 6 commenti a questo articolo:

  1. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Bellissime le musiche composte da Vangelis, hanno un fascino quasi surreale ed etereo. Fra Alexander e questo, preferisco quella di Blade Runner, anche se quella del film di Stone non è male.

  2. marco ha detto:

    Films estremamente all’ avanguardia e possibilmente realistico in un prossimoe vicino futuro.E’ da considerare una pietra miliare del cinema degli anni ottanta ma non soltanto per la trama di vena fantascientifica, per quanto concerne l’umanità evoluta, forte della realizzazione di forme di vita artificiale, ma di quella componente che l’ uomo non è in grado di donare e di controllare ” LA VITA”. Essa è composta di un corpo fisico e di quello metafisico. E’ proprio di quest’ ultimo che non si può prevedere nel bene e nel male nè controllarne i suoi aspetti.Difatti nella pellicola è il SENTIMENTO che provano tra loro droidi e tra un uomo e una donna-droide finiscono di stupire la civiltà dell’ epoca e non quei spettatori in cui credettero e ancor oggi credono alla civiltà dell’ AMORE.

  3. Francesco ha detto:

    Che dire?
    Chi ha scritto il commento sovrastante è uno che sa di musica e di cinema. Dissento solo per un particolare secondario, La sovrapposizione del parlato in alcuni brani – data la specificità di questa inimitabile sonorità – a parer mio aggiunge, anzichè togliere.
    Comunque, siamo ai vertici della musica; con lampi di magia.

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Francesco, se ti riferisci alla recensione sì: la redazione di Colonne Sonore (http://www.colonnesonore.net/) è composta da esperti di musica da film. La rivista è spesso stata tra gli organizzatori di importanti eventi legati alle colonne sonore e ai suoi autori, quindi direi che si può andare sul sicuro in quanto a preparazione e serietà professionale a prescindere dal nome specifico che scrive una recensione piuttosto che un’altra. Girerò comunque i tuoi complimenti al direttore Massimo Privitera.

  5. Emanuele ha detto:

    Film di culto e colonna sonora di culto e di versioni ce ne sono parecchie: http://www.bladerunnerinfo.it/colonna-sonora-vangelis/

    A chi si avvicina ora a Vangelis consiglio di proseguire su tutta la linea. Da fan, non posso che spronare all’ascolto di tutta la discografia che, strano a dirsi, “nel suo genere” è piuttosto varia.

    Per qualche motivo ho trovato See You Later affine… forse per la traccia dedicata alla tragedia di Seveso, o forse sono solo un po’ pazzo io…

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Sicuramente vale la pena di ascoltare anche la produzione non cinematografica di Vangelis, compresa quella con Jon Anderson degli Yes. “See You Later” è in effetti una delle sue cose migliori, secondo me insieme a “Opera Sauvage” che è immediatamente seguente (o precedente, non ricordo).

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.