Blade Runner di Ridley Scott
P.I.C., 1982 – Eccellente
I Replicanti sono creature di laboratorio identiche agli esseri umani, ma più forti e agili, e privi di emozioni. Sulla Terra sono illegali, e l’ex poliziotto Deckard viene chiamato a catturare quattro pericolosi Replicanti fuggiti da una colonia extraterrestre e rifugiatisi a Los Angeles…
Los Angeles, Novembre 2019. L’evoluzione robotica è giunta alla creazione di esseri virtualmente identici a quelli umani, denominati Replicanti: copie degli esseri umani in ogni senso, fatta eccezione per le emozioni. I Replicanti sono più forti e agili degli umani, e gli sono almeno pari in intelligenza, ma vengono usati per lavori di fatica nelle colonie extra-mondo. In seguito ad un ammutinamento, la loro presenza sulla Terra è stata dichiarata illegale, e le squadre speciali della polizia – i Blade Runner – hanno l’ordine di sparare per uccidere. Ma quando spari ad un Replicante non lo stai uccidendo, lo stai “ritirando”. Rick Deckard, «ex poliziotto, ex cacciatore di replicanti, ex killer», viene convinto a tornare in servizio come Blade Runner per dare la caccia a quattro pericolosi Replicanti appena scappati sulla Terra da una colonia extra-mondo. Aveva lasciato la polizia per smettere di uccidere, ma dare la caccia ai replicanti è meglio che diventare una loro preda…
Basato sul romanzo di Philip K. Dick Ma gli androidi sognano pecore elettroniche?, è forse il film che in assoluto ha più influenzato la visione cinematografica del futuro. Arriva un anno dopo 1997: Fuga da New York, di cui ripropone quell’atmosfera tetra ed opprimente che verrà poi ripresa da tutto il cinema di fantascienza degli anni ’80. Ma mentre la Manhattan di Carpenter era un labirinto primitivo e infernale, la Los Angeles di Blade Runner è una megalopoli multietnica e iper-tecnologica; se per Carpenter il futuro era un ritorno al passato selvaggio della Grecia mitologica, per Scott è una società decadente ma modernissima, in cui si combatte sì con clave e pietre, ma all’interno di un ambiente tanto tecnologico da essere de-umanizzante, che proprio per questo finisce per esaltare lo spirito barbaro di uomini e macchine. Se Iena Plissken è un eroe solitario che affida alla propria fisicità la riuscita della sua missione, Deckard è un eroe solitario più umano di altri, che sfrutta la tecnologia finché può, finché il nemico glielo permette.
La sceneggiatura di Hampton Fancher e David Webb Peoples riesce a rendere perfettamente credibile l’ambientazione, cosa che si ripercuote positivamente sull’efficacia dei personaggi e del concetto di “Replicante”. Pur con qualche eccesso filosofico, la commistione tra ambientazione fantascientifica e impianto poliziesco funziona egregiamente, anche se va detto che buona parte della suggestione tipica da film noir che Blade Runner sa ricreare deriva dall’uso della voce narrante in stile hard-boiled, che Scott non voleva. Il finale imposto dalla produzione (con sequenze prese da Shining) è decisamente fuori luogo, ma quello della versione “director’s cut” non è poi molto meglio.
Gran parte del merito per la riuscita visuale del film va ascritto all’impianto scenografico ideato da Lawrence G. Paul e Syd Mead e agli effetti speciali curati da Douglas Trumbull, ma Ridley Scott non ha eguali al mondo per come riempie fin dalle prime inquadrature lo schermo di cose che valgono la pena di essere guardate. E che infatti catturano lo sguardo e rimangono a lungo impresse nella memoria degli spettatori. Ma su tutto e tutti, quelle «lacrime nella pioggia».
Titolo: Blade Runner (Id.)
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: Hampton Fancher, David Webb Peoples
Fotografia: Jordan Cronenweth
Interpreti: Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Edward J. Olmos, Daryl Hannah, M. Emmet Walsh, Brion James, William Sanderson, Joe Turkel, Joanna Cassidy, James Hong, Morgan Paull, Kevin Thompson, John Edward Allen, Kimiko Hiroshige
Nazionalità: USA, 1982
Durata: 1h. 57′
[…] Esasperando la cosa, potremmo dire che per il critico via web il cinema è nato con Blade Runner, mentre per quello “cartaceo” è morto con Blade Runner. Questo, comunque, è un […]
Ho acquistato la valigetta con tutte le versioni possibili e immaginabili (tranne quella in BlueRay). Ridley Scott è stato capace di imprese “epiche” come questa ma anche padre di “orride” pellicole. Senza dubbio le sue capacità tecniche messe al servizio di un Plot che solo il grande Dick poteva partorire hanno reso questo capolavoro immortale. Si capisce che è tra i miei preferiti?
Secondo me le versioni alternative non aggiungono poi molto al film originale. Nel senso che, al di là del finale diverso, il film era già compiuto nella prima versione. Senza contare che aver tolto la voce fuori campo lo rovina molto.
Per quanto temi e ambientazione siano gli stessi e’ bene ricordare che la storia raccontata nel romanzo e’ molto diversa da quella del film.
Ovviamente questo rende l’idea del grande lavoro fatto da Scott e i suoi sceneggiatori.
ma alla fine ford era o non era un replicante?
leggendo su internet ridley scott non lo spiega…
comunque gran film
io preferisco la versione finale quando ford e la ragazza stanno in auto
Nella versione originale (quella con la voce fuori campo e che finisce con il viaggio in auto) non c’è nessuna indicazione che porti a pensare che Deckard sia un replicante. Il Director’s Cut, invece, presenta alcuni dialoghi e diversi particolari visivi che dimostrano che lui lo sia, e lo stesso Scott l’ha confermato in più di un’occasione. Se poi questa fosse l’idea originale o solo un ripensamento avuto da Scott in un secondo momento non si sa.
Il finale imposto come “lieto” e’ in realta’ quanto di piu’ inquietante si possa raccontare, dato che i due in auto percorrono la strada che li porta all’ Overlook Hotel!
Sebastiano, non venire a citare Mauro Gervasini sul mio sito!
Mi spiace, ma e’ l’intuizione piu’ illuminante per giustificare in qualche modo quel maledetto finale che rovina clamorosamente tutto il film!
Ma non è che lo devi per forza giustificare in maniera posticcia… E’ lì e ce lo teniamo. Blade Runner finisce con loro che se ne vanno in auto così come Shane finisce con Alan Ladd che cavalca verso il tramonto.
Detto in tutta onestà io di questo film ho molto apprezzato le meravigliose scenografie, le belle musiche di Vangelis molto 80’s che sottolineano perfettamente le atmosfere del film e la eccezionale interpretazione di Rutger Hauer, anche la fotografia è molto in sintonia con le scenografie.
Harrison Ford e tutti gli altri li ho visti un pò sottotono.
La storia l’ho trovata affascinante, anche per l’epoca in cui è stato girato (non tutti i film fino all’ora avevano trattato questo tema) però secondo me lo script è stato rovinato da una noiosa regia di Scott che sembra giri sempre su se stesso, senza emozionare se non per qualche bel dialogo (però questo fa parte della sceneggiatura).
Insomma Scott è riuscito a farmi annoiare, soprattutto con le scene presenti Ford e la Young.
Va bene che questo film è molto psicologico e filosofico, però mi sembra eccessivo e come dire, un pò “mattone”.
Avrei preferito forse una versione simile “Guerre Stellari” però misa che si andava contro a ciò che voleva Dick nel suo libro.
E’ un tipo di fantascienza strana questo “Blade Runner”, forse può piacere a soli cultori della fantascienza (e qui in Italia non è che ce ne siano molti), però per i ragazzi della mia generazione (20 anni) lo trovo molto “sonnacchioso” appunto per colpa della regia di Scott che a, parer mio, non è come quela di “Alien” (sinceramente anche li verso la fine mi stavo addormentando).
Non so Alberto forse avrò detto un sacco di eresie perciò rispondimi se queste cose che ho detto ti sembrano oggetto di discussione oppure no.
Ah dimenticavo gli effetti speciali di Douglas Trumbull e Richard Yurich sono gli stessi di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di ben 5 anni prima di questo quindi non bisogna dire che sono superbi ed eccezionali, sono gia stati visti 5 anni prima. Qui sono le scenografie da apprezzare!
Marco, i gusti sono sempre da rispettare, ci mancherebbe, pero’ i guidizi dovrebbero andare oltre il proprio gusto.
E’ normale che la tua generazione veda questo tipo di film in modo diverso perche’ voi andate a mille all’ora, al passo con i film attuali che sparano sequenze sempre piu’ veloci.
Come hai scritto tu stesso, del resto, ogni film e’ frutto del suo tempo, e hai certamente ragione su Harrison Ford: ha risentito molto della superba interpretazione di Rutger Hauer.
Occhio pero’ ad andare in giro a dire che e’ un mattone, non sarebbe corretto.
In realtà è vero che il film è lento, e probabilmente lo era anche per gli standard del 1982. Però è lento perché è un film più di filosofia che di fantascienza, e quindi ha la necessità di svilupparsi sui dialoghi invece che sulle azioni. E’ anche per questo che il cinema di rado è riuscito a sfruttare degnamente i racconti di Philip K. Dick, che sono anticinematografici quanto quelli di Ballard o di William Gibson, anche se in maniera diversa.
Riguardo agli effetti speciali, però, stai facendo confusione. A quanto ne so, nel film è stato utilizzato un singolo pezzo della scenografia dell’astronave aliena di Incontri ravvicinati, che qui è stato mascherato da palazzo o roba del genere. Quindi non effetti speciali, ma scenografie. Le vedute della città dall’alto, come si vede all’inizio, sono un effetto speciale perché quella città era grande due metri per tre (ho anche avuto modo di vederla in una mostra a Milano, una ventina d’anni fa: impressionante), mentre gli ambienti dentro cui si muovono gli attori sono scenografie. Ma in ogni caso, dire che gli effetti speciali sono gli stessi di Incontri ravvicinati sarebbe esagerato comunque, trattandosi di un singolo elemento in un film di due ore.
Incontri ravvicinati non mi è sembrato male, forse anche migliore di E.T
Incontri ravvicinati è un gran film!
Sagge Parole.
cassani io del grande ridley scott per vedere in dvd thelma and louise
l’hai visto?
che ne pensi?
tra poco lo vedo in dvd e vi farò sapere dopo…la mia opinione
cassani ho appena finito di vedere thelma e louise e lo considero un buon film,davvero appassionante e che scorre veloce e che è ben diretto da scott.
certo la fine è un po esagerata con loro due che si uccidono senza pensarci due volte.
comunque film gradevole.
ma non lo metto ai primi posti dei miei film preferiti di ridley scott.
io lo metto dietro senza stilare classifiche a il gladiatore,blade runner e black hawk down ma forse scordo qualche altro film di questo grande regista.
comunque bel film thelma e louise.
detto fatto mi sono scordato alien,grande film di scott.
mi ero dimenticato uno dei suoi grandi film….
Di Scott vi consiglio “Il genio della truffa”! Non un kolossal, ma a mio modesto parere un piccolo gioiello, ben superiore di tanti altri film sopravvalutati di Scott. Un film passato ingiustamente quasi inosservato, nonostante le grandi interpretazioni di Nicolas Cage, Alison Lohman, Sam Rockwell, oltre che per l’ispirata regia di Ridley…
E’ carino, in effetti. Era stato presentato al Festival di Venezia ma non se l’è filato nessuno.
Di Ridley Scott ho appena visto “Soldato Jane” e dato che non c’è la sua recensione ve lo dico qui: mi è sembrato un gran bel film con ottime musiche, buona regia che non fa annoiare ma tiene sempre accesa la voglia dello spettatore a seguire le gesta del soldato Jordan.
Il montaggio delle scene di guerra sono ottimamente girate, sopratutto quelle dell’addestramento.
Demi Moore l’ho trovata in ottima forma in questo film e la sua prestazione l’ho trovata molto buona.
Anche Viggo Mortensen (futuro Aragorn) recita molto bene nella parte dell’istruttore sadico.
Il finale, per questi tempi, è abbastanza scontato ma forse per l’epoca in qui è stato girato non era cosi (si parla del ’97) comunque un buon finale.
Forse la prima volta non si riesce a capire bene alcune parti (in effetti non sono state abbastanza approfondite) però la seconda volta le comprendi appieno, a mio giudizio ( o almeno così è stato per me!).
Co-sceneggiature è David Twohy, futuro regista di “Pitch Black” e “Riddick”.
Prodotto sia da Scott che da Moore.
Due domande: Alberto se lo hai visto mi puoi dire la tua opinione?
Secondo te Scott ha portato avanti in un certo modo il potere femminile nei suoi film? Mi viene in mente “Alien” (l’unica che rimane viva è Ridley), “Thelma & Louise” e questo qui.
Grazie per una tua eventuale risposta in merito.
Soldato Jane non l’ho mai visto, ma mi ricordo delle recensioni terrificanti, all’epoca. Comunque diciamo che Ridley Scott è stato sicuramente importantissimo nello sviluppo dei personaggi femminili all’interno del cinema hollywoodiano, insieme a James Cameron, però non credo sia stata una cosa pensata. Se oggi esistono donne protagoniste di film d’azione o comuque di genere, il merito è in gran parte di Scott e Cameron, ma probabilmente entrambi lo facevano perché trovavano la cosa più interessante, perché offriva loro sviluppi inediti e inaspettati, non perché sentivano che la figura femminile nel cinema andasse rivista “politicamente”.
cassani non hai risposto a me però
cosa ne pensi di thelma e louise?
l’hai visto questo film di ridley scott?
Hai ragione, scusa. Thelma & Louise è un ottimo film, magari troppo caricato ma molto ben fatto. E non sono d’accordo che il finale è esagerato: è brutale, ma è coerente con lo sviluppo dei personaggi fino a quel momento.
COMUNQUE IN EFFETTI FORSE IL FINALE ESAGERA UN PO
PERò è ANCHE VERO CHE LORO DUE ERANO UN TANTINO PAZZE FORSE, COSì CI FA CAPIRE IL FILM MENTRE SI SVOLGE, ED è PER QUESTO CHE HANNO COMPIUTO QUEL GESTO.
COMUNQUE FILM BELLO E DAVVERO COINVOLGENTE.
**SPOILERS A MANETTA**
Mah…!
Bello… un po lento in certe parti.. ma la scena finale con gaff che dice “peccato che lei non vivrà” all’inizio non l’avevo capita… quando lui trova l’origami pensavo che gaff fosse già li, ma poi il film è finito, quindi loro si salvano, ho pensato che gaff volesse solo fargli capire che “vegliava” su di loro, ma non aveva senso…
l’origami è un unicorno… c’è un flash di un unicorno che corre mentre lui suona il piano (questa proprio non l’ho capita), comunque (*SPOILER*) avevo pensato che fosse anche lui un replicante, ma che lo avrebbero detto alla fine, invece non dice nulla, ma è pieno di segnali (controllato su wikipedia):come gli parla roy, lo chiama per nome, gli dice “non eri tu quello bravo?” e poi alla fine lo salva anche… in teoria sarebbe quello che si è “fritto” evadendo… certo però che gli dice “ho visto cose che VOI UMANI” … quindi… se sapeva che era un replicante perchè non dirglielo visto che le frasi che gli hai fatto prima lasciavano intendere che per lo poteva anche sapere già… boh insomma uno di quei film che fanno parlare di se!
Diamo per scontato che la gente abbia visto il film, è uno dei grandi capolavori della storia del cinema…
A Venezia due anni fa Ridley Scott e Rutger Hauer confermarono che Deckard era un replicante, e dissero anche che il monologo di Hauer a fine film fu improvvisato sul set, quindi eventuali contraddizioni dovrebbero essere casuali. Ad ogni modo, però, il dibattito sulla vera natura del protagonista continua: il film ha senso in entrambi i casi. Francamente a me gli indizi sembrano un po’ troppo nebulosi per poter credere a una volontà in questo senso, è possibile che l’idea sia nata per caso da qualche fan e gli autori l’abbiano cavalcata.
Ad ogni modo, Gaff dice “peccato che lei non vivrà” perché tutti i replicanti hanno una data di scadenza, ed essendo Rachel una replicante prima o poi anche lei si spegnerà. Questo nelle versioni “director’s cut”, perché in quella originale (che secondo me resta la migliore) c’è una scena in più alla fine in cui la voce fuori campo di Deckard dice che lei non ha data di scadenza.
Io di Scott adoro “Black Rain”. Gran bel film!
sì black rain è un gran film ma scott ha fatto veramente di meglio.
La fotografia di Blade Runner penso sia qualcosa di inavvicinabile
Per me Blade Runner finisce con la morte di “Roy” Hauer, nel senso che la sorte di Deckard e Rachel tutto sommato mi interessa sì, ma non poi così tanto. Che Deckard sia o meno un replicante, o che viva uno o cent’anni assieme alla sua amata Rachel non cambia per me il senso del film, anche se gli auguro prosperità e salute!-)
Anche io preferisco la versione originale alla Director’s cut, così come per il grandiss(sssss)imo Alien, nella cui versione successiva sono posti in evidenza in maniera imbarazzante i limiti degli effetti speciali di allora (nelle scene aggiunte l’alieno sa di gommapiuma lontano un miglio) e non si aggiunge nulla ad un film pressoché PERFETTO.
Sempre a personale parere il miglior “D. cut” che io abbia mai visto è “Aliens” di Cameron, stupendo quanto l’originale in sala.
Che tempi…
La “versione inedita” del primo “Alien” è una cosa da galera. Negli extra del DVD del ventennale ci sono esattamente le stesse scene poi inserite nella versione inedita, con Scott che spiega di averle tolte perché erano brutte, spezzavano il ritmo e disegnavano male i personaggi. Nella versione inedita, invece, spiega che con quelle scene il film assume il giusto ritmo e i personaggi ne escono più completi…
Ma che diamine, l’ho appena visto e, venendo qua, scopro che ho visto una versione “castrata” della voce fuori campo :-/
Effettivamente nel finale non c’ho capito molto (da me finisce con Ford che entra nell’ascensore): lei è ancora viva, lui ripensa al tipo della polizia che gli dice che lei morirà (ma non è morta, come invece ha fatto Roy), annuisce e si infila in ascensore. Bum. Fine.
Qualcuno può spiegarmelo? :-/
Io no, rinuncio.
In teoria dovresti accontentarti di quello che hai visto, ma probabilmente avresti dovuto vedere quello che si vide al cinema nel 1982, che e’ quello indicato qui come eccellente e con tanto di stella.
“I Replicanti sono esseri robotici identici a quelli umani…”. Non credo sia giusto: i replicanti sono organismi, non cyborg. Lo stesso Roy lo dice a Sebastian.
Zorink, tu hai visto la seconda o la terza versione (che sono praticamente uguali), quella che in teoria piace di più al regista. In realtà il finale sembra effettivamante castrato, troppo improvviso, come se mancasse una scena che si è persa nel tempo. Diciamo comunque che il film finisce con loro due che fuggono a chi li insegue, non si sa dove vanno ma si sa che avranno vita breve poiché Rachel ha i giorni contati, come tutti i replicanti.
Francesco, forse è effettivamente sbagliato definirli cyborg, ma dovrei rivederlo perché non ricordo esattamente di cosa sono fatti. Cioé, sono delle specie di cloni creati in laboratorio oppure sono essere realmente artificiali. Di cosa sono fatti? Perché loro non crescono, non cambiano, per cui l’essere organismo vivente si riduce al loro intelletto… O no?
Non crescono e non cambiano perchè vivono solo 4 anni. E non sono robot perchè sono fatti di carne, ossa e sangue (seppur creati e assemblati in laboratorio). Hanno solo potenza fisica e intelletto superiori.
Semplicemente sono degli organismi viventi creati in laboratorio: invece di giocare con transistor e memorie flash, in Blade Runner gli scienziati giocano con cellule e cromosomi 🙂
Però il paragrafo che apre la recensione è ripreso dalla voce fuori campo che apre il film, e lì si parla di “evoluzione robotica”. Quando torno a casa controllo che la definizione sia effettivamente quella, ed eventualmente correggo.
More human than human but everyone wants to be(più umani degli umani ma tutti vogliono essere) .
Blade Runner è una squadra speciale costituita per eliminatore e ritirare dal mercato del pianeta i replicanti(organismi artificiali) modello Nexus 6.
Da questa premessa ,apparentemente banale, prende invece corpo uno film suntuoso ,affascinane,lirico, esistenziale , una pellicola densa di implicazioni di sicura attualità. con un intima forza di “rapire” lo spettare verso livelli di attenzione e partecipazione inconsueti.
Ray Kurzweil, scienziato e ed analista di futurologia disse di Blade Runner:”l’attualità del film è impressionante, viene rappresentato con realismo l’aspetto esistenziale di problematiche che diverranno parte della nostra vita futura imminente con una profondità degna di un capolavoro divinamente ispirato“
Osho parlando di questo capolavoro disse”in ogni cuore esiste un angoscia spaventosa data dal non conoscere se stessi,l’angosci data dal non sapere da dove veniamo e dove stiamo andando ,chi siamo ed in cosa consista questa vita. Quale è il significato della vita ? Questa è la nostra angosci e la nostra agonia “
Questa è la storia di un afflato esistenziale di essere e percepire che coniuga anche fantasia ,spettacolarità pathos,ethos ,azione,la liricità, poesia pura mentre si dipana la trama del film che ha come contenitore perfetto la storia d’amore sorprendente fra l’umano Richard Dechard e la replicante Rachael..”
Questo mondo messo in scena è quello di replicanti , macchine o ,se vogliamo robots,che hanno raggiunto una perfezione che intimorisce l’uomo: l’epoca rappresentata non è quella “transumanista” e biotech di Ray Kurzweil nel libro trasognato ed ottimistico di “ the Singularity”;non è il mondo di Hal di “2001 odissea nello spazio di Stanley Kubrick dove l’intelligenza artificiale non ha sembianze umane e compete solo per la supremazia dell’intelletto e del potere………….siamo oltre , siamo in una realtà dove la macchina ,se vogliamo, fa paura all’uomo solo per il fatto che Nexus 6 è come l’uomo , meglio di lui e pretende una sua dignità di essere e non una vita a termine ;l’uomo sembra impreparato a sostenere un confronto alla pari “con il suo prodotto” specialmente quando si accorge che questa “sua creatura” ha aspettative esistenziale simili alle sue.
Ridley Scott con Blede Runner, grande opere d fantascienza , dipinge un mondo futuribile con tonalità apocalittiche , un mondo apparentemente in crisi energetica ed ambientale dove la commistione delle razze ha determinato il sopravvento di quella asiatica, un mondo dove piove sempre, sovrappopolata, decadente con un uomo succube , silente privo di guizzi energetici,;questo uomo rappresentato dal regista sembra diventato arido, soffocato dalla tecnologia , dal businnes,appare incapace di sentire con cuore appassito senza forza di espansione vitale.
I replicanti” Nexus 6” sostituiscono l’uomo in tutte le funzioni sociali più dure ed ardite ma sono sprovviste di una dignità sociale, perché per l’uomo debole e decadente ,restano solo macchine e “questi balbettii esistenziali manifestati sono solo errori di programmazione “.
Il finale del film rappresentato ,nell’intento della regia , non sarebbe stato a lieto fine , ma motivazione di produzione e di commercializzazione hanno voluto che Rachael e Dechard potessero avere insieme un futuro d’amore senza limiti di tempo e con una prospettiva di una esistenza ricca dell’incertezza umana che non sa mai quando arriva la” fine corsa .“
Resta negli occhi un film capolavoro della cinematografia fantascientifica, riferimento per tanti altri lungometraggi , ma con un fascino speciale non riproducibile con eguale potenza scenica
Concludo con alcune frasi celebri del film :
(Richard Dechard)..”io non so perché mi salvò la vita forse in quegli ultimi momenti amava la vita più di quanto l’avesse mai amata ,la vita di chiunque , anche la mia.”
Tutto ciò che volevano erano le stesse risposte che noi tutti vogliamo: da dove vengo ?Quanto mi resta ancora?Non ho potuto fare altro che restare a guardarlo morire”
Rachael : “io non sono nel businnes sono il business……….ricordo lezioni di piano, no so se ero io o la nipote di altri.”
“(Dechard)….”l avevano lasciata vivere per quattro anni ma Rachael era speciale , non aveva una data di termine non sapevamo quanto saremmo rimasti insieme ma del resto chi lo sa?”
.
capolavoro
weach illuminati
Allora, la scritta all’inizio del film parla proprio di “evoluzione robotica”. Comunque, per non sapere né leggere né scrivere ho cambiato la tramina mettendo “creature di laboratorio”.
Di recente l’ho rivisto ancora una volta. Non c’è niente da fare: è qualcosa di assolutamente unico nel suo genere…
I film di fantascienza invecchiano prima degli altri, a causa della frenetica evoluzione degli effetti speciali, così importanti per ricostruire e rendere credibili gli scenari futuri. Eppure, Blade Runner, ancora oggi, dopo quasi 30 anni, è ancora un film perfettamente fruibile e godibile, con la sua struttura narrativa da poliziesco noir e quelle ambientazioni metropolitane decadenti immerse in un calderone multietnico. Per non parlare dell’impressionante attualità dei contenuti e degli argomenti trattati…
Ovviamente, qualche pignolo potrà notare che in alcune inquadrature di Blade Runner si intravedono dei monitor a fosfori verdi (che appartengono alla preistoria dell’informatica) o dei ventilatori a pale (invece dei climatizzatori) e che mancano dispositivi di comunicazione simil-cellulari (oramai considerati necessari come l’aria che respiriamo, anche se lo scrivente è una delle due o tre persone al mondo che ancora non lo usano). Tuttavia, si tratta di dettagli, che tendono a perdersi nell’oceano infinito di tutti gli altri dettagli presenti in una ricostruzione scenografica così precisa e minuziosa da risultare ancora oggi, dopo oltre un quarto di secolo, sorprendentemente credibile…
Peraltro, devo dire che l’ultima versione di Blade Runner, la “final cut”, ha reso giustizia alla pellicola, grazie agli ottimi risultati ottenuti nel trattamento delle immagini e del suono.
Ho sempre amato il genere fantascientifico e, proprio per questa mia passione autentica, sono spesso rimasto deluso dalle pellicole che uscivano nei cinema. Ma ricordo ancora quella sera di quasi 30 anni fa, quando, ancora adolescente, entrai in un cinema di prima visione dove proiettavano Blade Runner, rimanendo esterrefatto, basito, rapito, letteralmente incredulo nel vedere quello spettacolo unico che scorreva davanti ai miei occhi.
Poche altre opere cinematografiche di fantascienza sono riuscite a colpire il mio immaginario ed a coinvolgermi emotivamente come Blade Runner. Probabilmente, solo i due film di animazione della serie “Ghost in the Shell”, diretti nel 1995 e nel 2004 da Mamoru Oshii, sono riusciti a regalarmi delle emozioni paragonabili a quelle che ho provato vedendo Blade Runner. Mi farebbe piacere leggere una recensione di questi due “anime” sul vostro sito e magari discutere di quanto essi siano stati influenzati dall’universo di Blade Runner e di quanto, a loro volta, abbiano poi ispirato quello di Matrix…
Blade Runner è una squadra speciale costituita per i eliminatore, ritirare dal mercato del pianeta i replicanti modello Nexus 6.
Da questa premessa ,apparentemente banale, prende invece corpo uno dei film di fantascienza più affascinanti ,intensi e poetici mai girati , una pellicola densa di implicazioni di sicura attualità.
Ray Kurzweil, eclettico scienziato e ed analista di futurologia disse di Blade Runner:”l’attualità del film è impressionante, viene rappresentato con realismo l’aspetto esistenziale di problematiche che diverranno parte del nostro futuro ed imminente con una profondità degna di un capolavoro divinamente ispirato“
Blade Runerr di Ridley Scott’,1982, ebbi occasione di vederlo in circostanze speciali durante la mia luna di miele a Parigi in Inglese e sottotitoli in francese .
Noi , allora, ragazzi innamorati, rimanemmo folgorati dal film percependone subito l’intrinseca forza,la liricità, il forte substrato esistenziale,l’intensità sociologica , la lacerazione di un dramma, la storia di un amore che trascende lo spartiacque fra umano e non e ridipinge il sentimento che regge l’universo come condivisibile fra chiunque abbia la scintilla divina di sentire l’afflato esistenziale di essere e percepire .
Questo mondo messo in scena è quello di replicanti , macchine o ,se vogliamo robots,che hanno raggiunto una perfezione che intimorisce l’uomo: l’epoca rappresentata non è quella “transumanista” e biotech di Ray Kurzweil nel libro trasognato ed ottimistico di “ the Singularity”;non è il mondo di Hal di “2001 odissea nello spazio di Stanley Kubrick dove l’intelligenza artificiale non ha sembianze umane e compete solo per la supremazia dell’intelletto e del potere………….siamo oltre , siamo in una realtà dove la macchina ,se vogliamo, fa paura all’uomo solo per il fattoNexus 6 è come l’uomo , meglio di lui e pretende una sua dignità di essere e non una vita a termine ;l’uomo sembra impreparato a sostenere un confronto alla pari “con il suo prodotto” specialmentequando si accorge che questa “sua creatura” ha aspettative esistenziale simili alle sue.
Ridley Scott con Blede Runner, grande opere d fantascienza , dipinge un mondo futuribile con tonalità apocalittiche , un mondo apparentemente in crisi energetica ed ambientale dove la commistione delle razze ha determinato il sopravvento di quella asiatica, un mondo dove piove sempre, sovrappopolata, decadente con un uomo succube , silente privo di guizzi energetici,;questo uomo rappresentato dal regista sembra diventato arido, soffocato dalla tecnologia , dal businnes,appare incapace di sentire con cuore appassito senza forza di espansione vitale.
I replicanti” Nexus 6” sostituiscono l’uomo in tutte le funzioni sociali più dure ed ardite ma sono sprovviste di una dignità sociale, perché per l’uomo debole e decadente ,restano solo macchine e “questi balbettii esistenziali manifestati sono solo errori di programmazione “.
Il finale del film rappresentato ,nell’intento della regia , non sarebbe stato a lieto fine , ma motivazione di produzione e di commercializzazione hanno voluto che Rachael e Dechard potessero avere insieme un futuro d’amore senza limiti di tempo e con una prospettiva di una esistenza ricca dell’incertezza umana che non sa mai quando arriva la” fine corsa .“
Resta negli occhi un film capolavoro della cinematografia fantascientifica, riferimento per tanti altri lungometraggi , ma con un fascino speciale non riproducibile con eguale potenza scenica
Concludo con alcune frasi celebri del film :
(Richard Dechard)..”io non so perché mi salvò la vita forse in quegli ultimi momenti amava la vita più di quanto l’avesse mai amata ,la vita di chiunque , anche la mia.”
Tutto ciò che volevano erano le stesse risposte che noi tutti vogliamo: da dove vengo ?Quanto mi resta ancora?Non ho potuto fare altro che restare a guardarlo morire”
Rachael : “io non sono nel businnes sono il business……….ricordo lezioni di piano, no so se ero io o la nipote di altri.”
“(Dechard)….”.l’ avevano lasciata vivere per quattro anni ma Rachael era speciale , non aveva una data di termine non sapevamo quanto saremmo rimasti insieme ma del resto chi lo sa?”
.capolavoro
grazie per l’attenzione
weach illuminati
luna di file di Roman Polanski
le immagini parlano più delle parole
Dal titolo italiano Luna di fiele ,di Roman Polanski, questo film è trasposizione cinematografica del romanzo”Lunes de fiel “ di Pascal Bruchner.
Il tema trattato di perversione e pratiche di sadomasochismo porta ad imbastire una storia “sprovvista di paracadute” , dove i due protagonisti Oscar e Mimì ineluttabilmente realizzano, oltre lo spazio ed il tempo, l’unione perfetta ed indissolubile inscenando il più teatrale dei drammi , quello dell’omicidio suicidio.
Oscar e Mimì vivono insieme tutta la parabola ascendente e discendente di una storia d’amore che per essere vivificata deve includere pratiche di perversione e “sadomaso “ che porteranno ad unire indissolubilmente vittima e carnefice verso un interscambio energetico, intenso, complesso.
Oscar e Mimì devono scambiarsi i ruoli di carnefice e vittima per poter assimilare l’intera forza vettoriale che li lega; solo quando”altro “ non resta da intentare l’integrazione, la simbiosi , ‘l’interazione perfetta sarà compiuta con l’atto più cruento che si possa immaginare fra vittima e carnefice: il suicidio omicidio.
In Polanski non alberga giudizio ma esclusivamente il ruolo di osservatore degli eventi , dei giochi che vengono messi in campo da questi due amanti speciali disposti a sublimare e fondersi oltre una dimensione di forma ,attraverso l’ablazione dell’essere.
Quello che apparentemente sottolinea la regia , anzi, ammalia l’attenzione della stessa,è l’osservazione di questo rapporto di prigioniero , claustrofobico che si instaura fra gli amanti che ineluttabilmente porta allo strangolamento del rapporto stesso.
Perché Polanski sceglie questo soggetto?
Molte potrebbero essere le risposte fra cui la complessità del personaggio Polanski che ama sondare ogni percorso; aggiungerei anche il suo passato fatta di tentativi complessi e di dolori intensi, che hanno portato il regista verso una visione pessimistica della vita o quanto meno densa di insicurezze e di provvisorietà. Per pensare oggi abbiamo bisogno di stimoli esasperati, netti , forti visto che la profondità si è persa nella notte dei tempi.
È un film sulla perversione?
Sul possesso?
È film esistenziale?
È film sull’amore ?
È film sulla provvisorietà dell’essere?
Sulla solitudine?
Sull’ desiderio di autodistruzione ?
Sulla libertà?
Sulla sperimentazione libera , senza regole?
Aperta è la lettura.Polanski ci concede repliche .
Quanti punti interrogativi!! Un’anima inquieta come Polanski vive di queste interrogativi ed è consapevole che la ricerca verso la libertà è difficile specialmente quando si perdono le radici; spesso una forza incontrollata di autodistruzione prevale dopo il fremito e si precipita dentro una oscura palude che tende ad assorbire ogni spiraglio luce.
La storia di Mimì ed Oscar e dei due malcapitati coniugi, pur partendo da spunti narrativi di un romanzo,è proiezione dalla complessità dell’ essere di un grande regista che cerca una storia forte , per” tirar fuori “anche se stesso.
Concludiamo con una dichiarazione di Roman Polanski resa nel 1984:”il pericolo ,l’insicurezza sono inerenti ad ogni relazione, so che ogni attaccamento affettivo comporta un rischio di dolore:perfino il possesso di un cane è un invito alla tristezza poiché la durata rispettiva dell’esistenza umana e canina rende ineluttabile la separazione “
Luna di file è un capolavoro intenso, profondo coinvolgente , conturbante , dinamico sofferto, triste , di ricerca,un pieno di energie discoprire!!!.
Il protagonisti Mimì alias Emmanuelle Singer ;Oscar alias Peter Coyote ;Nigel alias Hugh Grant,;Fiona alias Kristin Scott rappresentano gli archetipi i primi del male o polarità negativa gli
ultimi due archetipi della polarità positiva che in una sorta di gioco di risonanze si attraggono , sino confondono , si uniscono e poi , definitivamente si separano riprendendo il loro naturale precorso energetico,il loro karma.
Luna di fiele un film importante da scrutare con calma per coglierne la profondità che viene messa in scena
Quattro stelle d’oro sono il voto che merita e forse ancor di più.
Buona visione e grazie per l’attenzione
Grazie
Weach illuminati
Donato, io ho visto il primo “Ghost in the Shell”, avendo anche letto il fumetto, ma dovrei assolutamente rivederlo per poterne scrivere. Però non mi aveva entusiasmato. Il secondo, invece, è straordinario all’inizio ma insopportabile verso la fine, quando la storia prende ad avvolgersi su se stessa.
Non colgo nella tua recensione la forza vera di Blade Runner che è vincente per la sua poesia esistenziale in un contesto di decadenza culturale ;la voglia di essere , a prescindere di tutto, ed il bisogno di amore che rende possibile un viaggio nella vita. No aridità di informazioni senza far cogliere la vibrazione intensa di Balde Runner che lo rende per questa prodotto cinematografico unico .Om mani padme hum
La forza di una poesia è una cosa estremamente soggettiva. La critica non può mettere in parole l’effetto che la poesia ha sul suo fruitore, ma può spiegare in quali modi la poesia ottiene l’effetto che ottiene. Le emozioni si ottengono con la tecnica, ed è molto più utile e interessante illustrare il “come” piuttosto che il “cosa”, dato appunto che il “cosa” non è mai sempre lo stesso. Poi sta al singolo lettore della recensione capire cosa la tecnica illustrata dalla recensione susciterà in lui durante la visione, pèerché questo il critico non può certo saperlo…
Caro Alberto, lungi da me la voglia di criticare, resta per me valido il mio pensiero appunto perchè è il mio e lo sento come lo ho espresso.
Ho anche detto nel” tuo” forum di Lolita che ho apprezzato tanto la libertà di espressione concessa senza censure, , è una scelta di campo coraggiosa !!!!!!!!!!!!!!! .Parlerei di confonto non amo lo scontro un confronto schietto, sincero, senza anonimi veneziani che mi parlano!!!! Complimenti per il tuo blog, mi piace, sarebbe gradito che le “letture” venissere inserite dandone una collocazione differente in relazione alla loro peso intrinseco,;si rischia altrimenti di appiattirsi tutti sulla recensione” locondina” che potrebbe e dovrebbe invece confrontarsi con il “resto “.
ciao con rispetto affetto stima
Avevo capito i tuoi intenti, non ti preoccupare. Quello che suggerisci è irrealizzabile a meno di non cambiare completamente la veste grafica per poter implementare una funzione di questo genere. Ma a dir la verità, più che mettere in evidenza un commento piuttosto che un altro, preferisco che il lettore possa leggere tutta la discussione e magari intervenire e confrontarsi con gli altri, e in questo senso l’ordine cronologico è assolutamente la scelta migliore.
Riguardo Ghost in the Shell, bisogna dire che i due film di animazione sono indubbiamente dei prodotti inadatti al grande pubblico. Per poterli comprendere, lo spettatore deve possedere almeno un’infarinatura generale dell’universo di GITS. Aver letto il fumetto può aiutare, ma può risultare anche fuorviante. Masamune Shirow (l’autore del manga) è un disegnatore di grandissimo talento, che però ha il suo tallone di achille nella costruzione e nello sviluppo delle storie, che risultano spesso confusionarie e dispersive (forse anche a causa delle traduzioni non proprio felici).
Anch’io (da appassionato quale sono) avevo letto il fumetto di GITS e francamente ne ero rimasto alquanto deluso, al punto che il film di animazione l’ho visto dopo ben 10 anni dalla sua uscita, essendo stato abbastanza scoraggiato dalla versione a fumetti. Alla fine, vedendo il film, grazie all’opera di sintesi effettuata dal regista, sono riuscito a capirci qualcosa anche del fumetto…
Forse perché, dopo essermi “pippato” il primo e il secondo film, entrambe le serie televisive e poi anche il terzo film (prodotto per la TV giapponese e non distribuito sul mercato occidentale) ed avendo quindi acquisito una certa conoscenza dell’universo di GITS, io francamente non condivido il tuo giudizio critico sul secondo film, che considero un’auentica perla: certo, la storia ha dei passaggi un po’ contorti, ma, alla fine, tutti i frammenti del puzzle si incastrano abbastanza bene…
capolavoro anni 80, assieme a 2001 odissea la più grande epopea di sci fi della storia del cinema. Indimenticabile Rutger Hauer. Michael Bay se lo sogna un film così…
Non è che li ho visti tutti, ma mi stupirei se Ridley Scott avesse fatto un film più brutto di Soldato Jane
Andrea, secondo me “Le crociate” non è molto più bello…
E a 12 (DODICI) anni da questa recensione nonche’ 4 dall’ultimo commento, riesumo il sommo capolavoro per annunciare che il 5 e 6 maggio, Blade Runner – The Final Cut, sara’ proiettato nuovamente in tutte le sale The Space Cinema.
A questo indirizzo: http://www.thespacecinema.it/
e’ possibile trovare il cinema piu’ vicino a noi, mentre qui: http://www.thespacecinema.it/portal/default/extra/blade-runner-the-final-cut
la pagina dedicata al film con locandina e trailer.
Io faccio invece notare che il Final Cut è identico al Director’s Cut con gli effetti speciali migliorati, ma entrambi sono molto peggio della versione originale, checché ne dica Scott.
Film sublime, per certi versi inarrivabile, figlio di un’altra epoca, ormai irrimediabilmente perduta, in cui un regista che aveva una “visione”, poteva anche riuscire a portarla sullo schermo così come la vedeva nella sua testa e per di più senza CGI….