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Soundtrack: Fortunata di Arturo Annecchino

19 giugno 2017 Soundtrack 0 Commenti
Fortunata

Roberto Pugliese, in collaborazione con Colonne Sonore* * *

Quarta collaborazione tra Arturo Annecchino e il cinema di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, Fortunata mette nuovamente in risalto il lirismo asciutto ed estraneo a facili derive sentimentali che è la cifra stilistica del compositore italo-venezuelano…


Il film che è valso a Jasmine Trinca il premio come miglior attrice al Certain Regard dell’ultimo Festival di Cannes rappresenta anche il capitolo forse più raffinato, rarefatto, essenziale della collaborazione tra il compositore italo-venezuelano e il cinema della coppia Castellitto-Mazzantini: un sodalizio iniziato con La bellezza del somaro e poi proseguito con Venuto al mondo e Nessuno si salva da solo. La cifra stilistica preponderante di Annecchino è infatti un lirismo asciutto, sottrattivo, estraneo a facili derive sentimentali così come a esibizionismi hi-tech: le sue strutture musicali possiedono una linearità sospesa, interrogativa, una vibratilità interiore che pedina fedelmente gli smarrimenti dei protagonisti e ne restituisce la fragilità insieme alla determinazione, basandosi spesso su poche, pochissime cellule di base sviluppate secondo modalità iterative o impercettibilmente variative. Una scelta di campo che convive senza problemi con l’utilizzo di alcune hit significanti, spesso destinate a fare da traino al film: in questo caso “Vivere” di Vasco Rossi, ma anche “Friday I’m in love” dei Cure, la vintage “Let’s twist again” di Chubby Checker e “Ogni volta” del rapper romano Noyz Narcos, al secolo Emanuele Frasca.

A riprova, un brano come “L’affogato”, basato sulla ripetizione continua di una breve frase pianistica sostenuta dal basso, sortisce un effetto ipnotizzante e straniante, che trasforma anche le pause tra un’esposizione e l’altra in momenti carichi di pathos; e questo dopo che “La parrucchiera” ha invece fatto interagire malinconicamente il pianoforte – protagonista assoluto del lavoro, nonché strumento di elezione dell’autore – con il ticchettio insistente del synth di Luca Annessi. Altro contributo di prestigio è quello del trombettista e compositore beneventano Luca Aquino, che in “Fortunata” espone il tema principale dedicato alla protagonista: il suono sperimentale, “improprio” di Aquino, apparentemente stentato, tremolante, soffiante, rimanda ai modelli di questo solista, Miles Davis e Chet Baker, mentre la linea melodica, di disarmante e disarmata semplicità, si alza come una cantilena notturna e spettrale. A riprenderla, in “Burqa”, sarà ancora il piano di Annecchino che sembra progressivamente prosciugarsi nel suono sino a divagare apparentemente senza meta in “Lucky”, frantumandosi in porzioni di tema, come una specie di discorso continuamente interrotto sul cui sfondo aleggiano, come suoni di natura, gli interventi dell’elettronica.

Piano e tromba dialogano brevemente e intensamente in “L’acquario”, con il primo impegnato in un lento ostinato e la seconda ad alzare la propria voce con faticosa ma disperata intensità. Se il brevissimo “Casinò” movimenta il piano in una serie di velocissime scalette, “Antigone e Creonte” lo richiama all’ordine con il tema di Fortunata su un sottofondo di synth appena udibile, per distendersi poi più morbidamente in “Cicano”, ma senza abdicare mai a quel senso di mistero, di trasalimento interiore e di incantamento che è il segreto della partitura: anche perché il contrasto (e insieme il legame) fra il tema di Fortunata e l’indecifrabile tappeto di sonorità che lo circondano si fa sempre più stretto. Sino all’epilogo degli “End credits” che richiama in causa la tromba di Aquino coinvolgendo però tutto l’organico (che è l’Ensemble del Tritono in collaborazione con gli archi dell’Opera Stravaganza diretti dal violinista Luigi De Filippi), in una musica che – come scrive Castellitto nelle note di copertina – «scende invisibile sul film, si ferma sulla soglia, guarda la scena, improvvisamente la illumina».


La copertina del CDTitolo: Fortunata

Compositore: Arturo Annecchino

Etichetta: Warner Music, 2017

Numero dei brani: 14 (10 di commento + 4 canzoni)

Durata: 34′ 09”


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